Leggendo, in continuità con i due giorni precedenti, il capitolo 10 del Vangelo di Matteo, dobbiamo prendere atto che “ si fa sempre più difficile “.
Gesu’ prima ci “ invia “, poi ci dice che dobbiamo annunciare il Regno “ gratuitamente “, oggi ci evidenzia che ci manda “ come pecore in mezzo ai lupi “, che gli uomini ci “ consegneranno ai tribunali “, ci “ flagelleranno “ e ci “ odieranno “ a causa del suo nome.
Che bella prospettiva!!!
E’ proprio complesso essere cristiani.
Ma chi ce lo fa fare?
L’amore, l’aver compreso che vi è senso solo in Cristo, solo nel Vangelo; tutto il resto è “ surrogato “, è effimera contentezza momentanea, attimo di emozione che subito diventa insoddisfazione.
Dedicare il proprio tempo, la propria vita, a qualsiasi cosa diversa dall’amore e dall’annuncio del Regno, non dona gioia: è questo il motore che ci spinge ad annunciare il Vangelo nonostante tutto.
Chi confida in altri idoli sarà deluso, perché ripone la sua speranza in cose vane, morte, come ci dice il bellissimo salmo 113, in cui si legge: “ ll nostro Dio è nei cieli: tutto ciò che vuole, egli lo compie. I loro idoli sono argento e oro, opera delle mani dell’uomo. Hanno bocca e non parlano, hanno occhi e non vedono, hanno orecchi e non odono, hanno narici e non odorano. Le loro mani non palpano, i loro piedi non camminano. Diventi come loro chi li fabbrica e chiunque in essi confida! Israele, confida nel Signore: egli è loro aiuto e loro scudo. Casa di Aronne, confida nel Signore: egli è loro aiuto e loro scudo “.
E allora, animo, perseveriamo nella nostra missione, perché l’annuncio ci dona una vita vera, vitale e non da “ morti viventi “.
Sarà a volte dura, in qualche occasione ci scoraggeremo; in quei momenti rinsaldiamo la nostra fede fermi nella promessa che ci fa Cristo: “ Chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato “.
Buona giornata e buona riflessione a tutti.