Ieri…” miracolo individuale “: il sordomuto viene guarito.
Oggi…” miracolo collettivo “: la folla viene sfamata.
Dicevo ieri che la moltiplicazione dei pani e dei pesci viene definita dal bravo biblista Paolo Curtaz “ il miracolo sbagliato “ di Gesu’.
E’ qui che avviene il “ fraintendimento collettivo “ della figura di Cristo, è qui che la folla di ieri e di oggi identifica Gesu’ come un “ risolutore di problemi pratici “.
Questo grande fraintendimento porta, prima o poi, a rinnegare Cristo, ad odiarlo.
Se, infatti, penso che Gesu’ sia uno che possa o, addirittura, che debba farmi un miracolo quando, solo nei momenti di difficoltà, lo imploro, restero’ certamente deluso se…non farà come gli chiedo io!!!
E allora giu’ a bestemmiarlo, a deriderlo, a definire sciocchi tutti coloro i quali credono in Lui.
Eppure basterebbe leggere attentamente il brano di oggi per capire che Gesu’ non ha, come obiettivo, quello di risolverti il problema ma quello di coinvolgerti nel suo progetto d’amore per l’umanità.
Gesu’, da solo, non puo’ operare o, meglio, non puo’ continuare ad operare.
Ha bisogno delle tue braccia, del tuo tempo, del tuo impegno.
Per fare il miracolo della moltiplicazione ha avuto bisogno che qualcuno gli desse “ sette pani “, cioè il suo poco, quello che aveva.
Gesu’ ha bisogno di te, di me, delle nostre piccolezze, di quel “ mezzo pane “ che possiamo offrirgli.
E, dopo aver operato il miracolo, Gesu’ ha bisogno di chi “ distribuisce il pane alla folla “, di chi lo porta agli altri, di chi, sfamatosi tramite la sua Parola, vuole portarla anche agli altri per sfamare il loro vuoto, la loro assenza di senso.
Smettiamola quindi di fraintendere questo brano e di restare passivi nell’attesa che Dio operi.
Senza di me, senza il mio poco, non lo puo’ fare.
E’ ora di mettersi in gioco.
La somma di tanti “ pochi “… “ crea il molto “.
Buona giornata e buona riflessione a tutti.
Foto: mia.