“ Se a Tiro e Sidone fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite “.
Amico, amica, il versetto è rivolto a ciascuno di noi.
Se…nella mia, nella tua, nella nostra vita sono avvenuti “ prodigi “ grazie a Dio, cosa aspettiamo ancora a convertirci?
Se hai una bella famiglia, se lavori, se hai una casa, se..oggi ti sei svegliato, perché non prorompi in una lode a Dio e ti converti, smettendo di lamentarti, smettendo di essere triste, smettendo, come dice la cantante Elisa, di “ desiderare qualcosa che non c’è “?
Questa è la conversione: aprire gli occhi e prendere atto dei miracoli che Dio ha compiuto nella tua esistenza.
Da questa presa d’atto nasce il desiderio di “ ricambiare “, per quanto si puo’, i doni ricevuti, mettendo parte dei propri talenti a disposizione degli altri.
E’ complesso?
Certamente.
La conversione è un “ cambio di rotta “, è una “ inversione ad U “, è un lasciare certezze, modi di fare, di vivere ormai consolidati, è sradicare il nostro “ io “ e ripiantarlo nuovamente, perdendo quelle “ false certezze “ che ci rassicurano e che non ci inducono o ci rallentano notevolmente nel cambiamento.
Ci vuole tempo ma bisogna iniziare.
E per farlo bisogna partire dall’ASCOLTO.
“ Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me e..colui che mi ha mandato “.
Dall’ascolto della Parola nasce un percorso di conversione.
Dal “ disprezzo “, dall’’ “ indifferenza “ alla Parola viene la stasi, il lamento perenne, l’egocentrismo e, pertanto, una vita “ da morti viventi “.
A ciascuno la sua scelta.
Iniziare, pur con le difficoltà che comporta, un percorso di conversione, o rifugiarsi nella propria “ gabbia dorata “ che, in realtà, è una “ gabbia dannata “?
Buona giornata e buona riflessione a tutti.
A cura di Fabrizio Morello
Foto: mia.