Oggi, nella festivitร di tutti i santi, la liturgia propone, quale testo evangelico, le beatitudini, definibili come โ il programma della felicitร โ.
Eโ un testo noto, in cui, come prima cosa, subito balza agli occhi la โ stranezza โ, alle orecchie degli uomini, di quanto afferma Cristo.
Uno che definisce beati i poveri, coloro che piangono, coloro che vengono perseguitatiโฆ..non puoโ essere normale, รจ pazzo!!!
No, non รจ pazzo.
Dietro queste beatitudini cโรจ un messaggio chiaro: il nostro fine ultimo non รจ questa terra ma il cielo.
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Siamo fatti per lโEternitร .
Cristo, con questo suo discorso che sembra surreale, a tratti anche irrispettoso di coloro che soffrono, sta invece dicendo a tutti i poveri, a tutti coloro che piangono, ai miti, agli assetati di giustizia, ai misericordiosi, ai puri di cuore, agli operatori di pace e agli insultati, di non guardare la loro situazione attuale perchรฉ non rappresenta una condanna definitiva ma solo un momento di transeunte tristezza destinato a passare e a lasciare il posto alla beatitudine.
Lo si comprende dai verbi utilizzati dal maestro, tutti al futuro.
Saranno consolati, avranno in ereditร la terra, saranno saziati, troveranno misericordia, vedranno Dio, saranno chiamati figli di Dio.
Il vero beato รจ colui il quale lo sarร nellโEternitร , a cospetto del Padre.
A lui appartiene il Regno di Dio.
Che questa pagina possa spingerci tutti ad aspirare ad essere โ beati in cielo โโฆ.e non in terra!!!
Buona giornata e buona riflessione a tutti.
A cura di Fabrizio Morello
Foto: mia.