Oggi la Chiesa ricorda “ San Giuseppe Lavoratore “.
Nel Vangelo c’è un “ cenno indiretto “ al padre putativo di Gesu’.
“ Non è costui il figlio del falegname? “.
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Giuseppe viene identificato nel suo “ lavoro “, il quale serve anche per “ etichettare “ Cristo.
Come puo’ “ un figlio di falegname “ sapere tutte queste cose?
Diviene pertanto per loro “ motivo di scandalo “.
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Le “ etichette “.
Siamo tutti bravissimi a metterle alle persone.
Quello è “ il figlio del carcerato “ e, quindi, da lui non potrà venire nulla di buono; quello è “ il figlio del netturbino “, e, quindi, non potrà mai dire delle cose degne di nota; quello è “ il figlio del medico “ e, pertanto, a prescindere, va ascoltato.
Queste “ etichette “ rovinano le persone su cui sono apposte ma rovinano anche chi le appone perché lo chiudono, impedendogli di confrontarsi con l’uomo che c’è dietro l’etichetta a lui appiccicata addosso.
E cosi’ fu per la “ gente “ che rimaneva “ stupita “ dall’insegnamento di Gesu’.
Invece di accoglierlo, invece di mettersi alla sequela del Maestro, non accettano cio’ che Lui dice perché “ era il figlio del falegname “.
E cosi’ accade che, a causa della loro incredulità, Gesu’ “ non fece molti prodigi “.
Noi crediamo veramente che Cristo sia il Figlio di Dio e che sia venuto per salvarci?
Se la risposta è positiva saremo in grado di accorgerci di tutti “ i prodigi “ che ha già compiuto, compie e continuerà a compiere nella nostra vita.
Se è negativa “ non potrà operare prodigi “ in noi perché glielo impediamo.
Buona giornata e buona riflessione a tutti.