“ In quel tempo, vedendo la folla intorno a sé, Gesu’ ordino’ di passare dall’altra riva “.
Una importante indicazione viene da questo primo versetto.
Gesu’ non ama la folla e dice a me, a te, e a ciascuno che vuole veramente seguirlo: “ passa con me all’altra riva “, crea, cioè, un “ rapporto intimo e personale con me “.
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Senza questa relazione non puo’ essere fatta alcuna scelta consapevole di sequela.
“ Maestro, ti seguirò ovunque tu vada “.
Sembra una bell’ annuncio di sequela ma non puo’ essere fatto quando si è “ folla “, quando si è preda di un’emotività che nasce, ad esempio, dalla partecipazione ad un pellegrinaggio, ad un ritiro.
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Esso diviene concreto se è frutto di una scelta ponderata che nasce da una relazione.
Altrimenti è “ aria fritta “, altrimenti sono parole di momentaneo entusiasmo che non trovano seguito appena termina l’onda emotiva sulla base della quale sono state pronunciate.
La sequela è una cosa seria perché è complessa.
Cristo ce lo dice chiaramente: “ il Figlio dell’Uomo non ha dove posare il capo “.
Questo significa mettersi dietro a Cristo: lasciare tutte le proprie certezze, i propri attaccamenti, i propri legami familiari ( “ lascia che i morti seppelliscano i loro morti “ ) e fidarsi di Lui senza sapere, in anticipo, dove ci condurrà.
La sequela è dura ma è liberante, non ci sono piu’ “ morti da seppellire “ ma “ vivi da amare “; mettendosi dietro a Gesu’, che è il Vivente, la nostra esistenza diviene VIVA.
Buona giornata e, a chi ha il coraggio, buona sequela.