Il testo odierno, molto noto, ha delle similitudini con quello letto ieri.
Anch’esso, infatti, ci mostra i cambiamenti che ha la nostra vita quando abbiamo “ fede “.
Il protagonista di ieri era un paralitico, che era “ steso “ sul suo letto.
L’uomo, pertanto, era “ schiacciato dal suo peccato “, che gli impediva di alzarsi.
Oggi abbiamo Matteo, che era “ seduto “.
Anche lui si trova in una posizione statica, in una posizione inidonea per una sequela, che prevede, inevitabilmente, un incedere, un movimento.
ALZATI diceva ieri Gesu’ al paralitico.
SEGUIMI dice oggi a Matteo.
Li scuote, li invita ad uscire dalla loro stasi e a mettersi in movimento.
Il paralitico di ieri, all’invito di Gesu’, “ SI ALZA e va a casa sua “.
Matteo “ SI ALZA e lo segue “.
L’insegnamento per noi è chiarissimo.
Tutti, se siamo cristiani, siamo chiamati alla sequela.
Per seguire Gesu’ bisogna muoversi, non bisogna stare fermi.
Ma per alzarsi ci vuole sia un atto di fede che uno di umiltà.
Un atto di fede perché bisogna avere fiducia in colui il quale ci invita ad alzarci per seguirlo.
Un atto di umiltà nel riconoscere che “ siamo malati “, che il nostro stare sdraiati ( “ paralitico “ ) o seduti ( “ Matteo “ ) dipende dal peccato, che non ci vuole vivi, che ci vuole ripiegati su noi stessi.
Chi si crede sano, chi si crede bastante a se stesso, resterà sempre sdraiato o seduto pensando che cio’ sia “ il meglio per lui “.
Lo “ sdraiato “ e il “ seduto “ sono coloro i quali si accontentano di una vita piatta, di una vita mortifera.
Chi si alza, chi ha la forza di riconoscersi peccatore e si fida del Padre che lo chiama alla sequela VIVE davvero in pienezza la vita che gli è stata donata.
Ora sta a noi decidere, vogliamo vivere da “ sdraiati “, da “ seduti “ o da “ alzati “?
Buona giornata e buona riflessione a tutti.
A cura di Fabrizio Morello
Foto: mia.