“ Gli portavano un paralitico disteso su un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico:                 “ Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati “.
Nel breve versetto sopra riportato ci sono molteplici indicazioni per la nostra vita di fede.
“ Gli portavano un paralitico “.
Bisogna portare le persone a Cristo.
E’ compito di tutti noi cristiani.
Si legge, infatti, nel Catechismo della Chiesa Cattolica, quanto segue: “ tutti i credenti in Cristo sono chiamati a trasmetterlo ( il Vangelo ) di generazione in generazione, annunziando la fede, vivendola nell’unione fraterna, celebrandola nella liturgia e nella preghiera “.
Se, riconoscendoci prima noi peccatori perdonati, porteremo a Cristo altri “ paralitici “, avremo testimoniato la nostra fede e, stiamo certi, il Signore opererà .
Come?
“ Perdonando i peccati “.
Stiamo attenti.
Le persone vanno portate a Cristo non affinché compia, alla stregua del mago Zurli’, un prodigio guarendole dalle loro infermità fisiche.
Questa concezione “ miracolistica “ della fede è mortifera e deviante.
Cristo è stato mandato nel mondo dal Padre per essere Redentore e Salvatore, non per fare il                   “ prestigiatore “!!!
Chi si accosta a Gesu’ sperando nel prodigio è completamente fuori strada, sta “ bestemmiando “, perché sta travisando completamente Cristo.
Questo deve esserci chiaro e va detto, con fermezza, anche a coloro i quali cerchiamo di portare a Gesu’.
Capito cio’ sperimenteremo la grandezza della “ Redenzione “, che è ben più della guarigione dalle infermità fisiche perché ci consente di eliminare cio’ che ci impedisce di vivere la Santità e di essere lieti, gioiosi, pur se, magari, infermi nel corpo.
Cristo ci guarisce l’anima, non il corpo.
E’ il medico più bravo che posa esserci!!!
Buona giornata e buona riflessione a tutti.
A cura di Fabrizio Morello
Foto: mia.