“ Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse……”
IPOCRISIA
E’ la parola chiave del testo odierno.
Cosa significa esattamente?
Ci facciamo aiutare dal dizionario, che la definisce: “ Simulazione di virtù, di devozione religiosa, e in genere, di buoni sentimenti, di buone qualità e disposizioni, per guadagnarsi la simpatia o i favori di una o più persone, ingannandole “.
Nella riportata definizione si inquadrano perfettamente i farisei e gli erodiani di cui parla la odierna pagina evangelica, i quali adulano Gesu’ ( “ Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno, ma insegni la via di Dio secondo la verità “ ) al solo scopo di indurlo a prendere una posizione su una tematica ( “ E’ lecito o non pagare il tributo a Cesare? “ ) non perché interessati alla sua risposta ma solo per ingannarlo in quanto, qualsiasi sarebbe stata la sua risposta, vi era materiale per accusarlo o di essere “ nemico dei romani “ e, quindi, pericoloso sovversivo, o, al contrario, “ amico dei romani “ e, quindi, nemico del popolo.
La parabola ci interroga su due fronti.
Possiamo, infatti, essere noi gli ipocriti, che adulano le persone solo per ingannarle, o, al contrario, possiamo essere vittima dell’ipocrisia altrui.
Nell’uno o nell’altro caso possiamo salvarci solo attraverso la Parola, l’essere fermi in essa.
Se, infatti, le nostra vite si fondano sulla roccia della Scrittura, non assumeremo, nei confronti degli altri, atteggiamenti di ipocrisia, ma di dialogo, di confronto, di correzione fraterna.
Ugualmente, l’essere saldi in Cristo ci consentirà di comprendere quando altri ci stanno ingannando per farci del male.
In quei casi, se forniremo risposte fondate sulla Parola, come fa Gesu’ nel testo odierno e come fece nel deserto quando fu tentato da satana, smaschereremo i bugiardi e susciteremo ammirazione ( “ E rimasero ammirati di lui “ ) in chi ci circonda ( e, probabilmente, anche in chi ha cercato di ingannarci ), fornendo, in tal modo, una importante testimonianza di vita che farà da stimolo alla conversione di tanti fratelli.
Restiamo quindi saldi nella fede e non saremo né ipocriti né vittima di ipocriti.
La fermezza è importante per non cadere nella trappola della falsità.
Ci siano d’aiuto, sul tema, le splendide parole, con cui chiudo questa mia riflessione, tratte dalla seconda lettera di San Pietro Apostolo: “ State bene attenti a non venir meno nella vostra FERMEZZA, travolti anche voi dall’errore dei malvagi “.
Buona giornata e buona riflessione a tutti.
A cura di Fabrizio Morello
Foto: mia.