Fabrizio Morello – Commento al Vangelo del giorno, 1 Agosto 2022

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La compassione.

E’ il sentimento che anima Gesu’ ed è l’unico indispensabile per svolgere la nostra missione di “ servitori del Regno “.

Amo spesso riportare la definizione che piu’ mi piace del termine compassione, quella usata dallo scrittore Natale Benazzi, che la definisce come “ il turbamento profondo che l’altro produce in me, nel momento in cui vedo le sue sofferenze, ne sono commosso, mi chino su di lui nella necessità di alleviarle, perché sento di non poter fare altro che stare presso di  lui “.

Ecco perché Gesu’ va incontro alla folla.

Se ne era andato via dopo aver udito della morte di Giovani il Battista, se ne voleva, legittimamente, stare un poco “ in disparte “.

Ma avendo visto le folle che lo avevano seguito e che anelavano ad incontrarlo, “ scende dalla barca “, rinuncia al suo momento di “ ritiro “ e, “ sentendo compassione “ per loro, inizia la sua opera di guarigione.

Gesu’ avverte la profonda esigenza ma anche il desidero di quelle persone di ottenere la guarigione dei loro mali, quelli fisici e quelli dell’anima e, quindi, si mette a loro disposizione.

Questa “ compassione “ è quella che manca ai suoi discepoli, che lo invitano a “ congedare la folla “, a “ mandarla via “ perché non potevano certo dar da mangiare ad una moltitudine di persone avendo solo “ cinque pani e due pesci “.

Noi siamo come i discepoli.

I nostri “ cinque pani e due pesci “ non vogliamo condividerli.

Spesso utilizziamo la “ scusa “ che sono pochi, che non bastano per tutti, che sono gocce.

Quindi…è meglio tenerli tutti per noi!!!

Tenere è “ non essere compassionevoli “.

Chi avverte il dolore, il bisogno del fratello, come il suo, non “ tiene “ ma “ mette a disposizione “ anche il poco che ha.

Ciascuno di noi, se, per caso, ha dimenticato di fare la spesa e si ritrova in casa un solo panino, lo dà a suo figlio piuttosto che mangiarlo lui o, quanto meno, lo divide con i suoi familiari.

Perchè?

Perchè li sente propri, li sente intimi, e, quindi, si spezza per loro.

Ecco, questa è compassione, questo è amore.

Gesu’ ci chiede di essere con tutti cosi’ come siamo con i nostri familiari, di percepire tutti gli esseri umani come fratelli, come sangue del proprio sangue, perché tutti figli dello stesso Padre.

Da questa fratellanza nasce la compassione, quella che ti porta a condividere i “ cinque pani e due pesci “ che hai certo che, per grazia di Dio, saranno sufficienti per te e per gli altri.

Per acquisire questa “ compassione “ per tutti è necessario avere intimità con Cristo, nutrirsi quotidianamente di Lui perché, come diceva il beato Carlo Acutis, mangiando Dio Lui entra in te, Lui è con te e tu riesci a vedere Lui in tutti gli uomini.

A quel punto ti verrà naturale avere “ compassione “ per loro.

Sarai allora un vero discepolo, un vero cristiano.

Buona giornata e buona riflessione a tutti.

A cura di Fabrizio Morello

Foto: mia.