Mi piace tornare sulla lettera ai tessalonicesi di S. Paolo riproposta anche in questa trentesima domenica. Vorrei invitarvi a leggere con attenzione dal versetto otto in avanti perchรฉ lรฌ, secondo me cโรจ la sintesi di tutta la riflessione di questโoggi.
Paolo, dopo aver annunciato la Parola di Dio ed essersi compiaciuto di come questโultima ha attecchito in mezzo a quel popolo, scrive: โavremmo desiderato trasmettervi non solo il Vangelo di Dio, ma la nostra stessa vitaโ.
In quel Vangelo, annunciato non solo con parole ma anche e soprattutto con i fatti, Paolo e i suoi ministri ci avevano messo la faccia e loro per primi avevamo vissuto quello che predicavano. Lโ Apostolo ringrazia il Signore per tutto questo perchรฉ รจ sicuro che chi lโha udito predicare ha, si ascoltato lui ma ha visto Gesรน Cristo. Oggi, il Vangelo approfondisce ancor di piรน questo tema con la sonora tirata dโ orecchie che Gesรน dร ai suoi seguaci.
Attenzione, รจ cambiata la storia: Cristo non sgrida i farisei o i dottori della legge, ma rimprovera i suoi discepoli. Li richiama a stare con i piedi per terra e non credersi, come loro, maestri integerrimi degli altri. Li rimprovera con quel suo ricorrente โma io vi dicoโ. Quanto mi piace quando leggo questa allocuzione di Gesรน.
Lui vuole farci capire che i nostri comportamenti abitudinari e sentenziosi i quali spesso diventano una regola di vita, non si addicono a chi professa la fede. Quel ma io vi dico, ci indica il modo giusto di operare, smonta le nostre certezze e ci fa tornare appunto con i piedi per terra.
Solo cosรฌ annunzieremo veramente Gesรน, il quale ci ha amati per primo perchรฉ eravamo bisognosi del suo amore! noi siamo stati oggetto della sua attenzione! e quando ce ne dimentichiamo, รจ in quel momento che ci crediamo maestri e rabbรฌ e scordiamo ancora una volta che uno solo รจ il maestro: quello che รจ nei cieli, il quale ci ha chiamati, amati e perdonati e che ha fatto tutto ciรฒ non con la saccenza che gli sarebbe spettata, ma con unโ umiltร immensa tanto da farsi uno di noi per insegnarci a professare ma soprattutto a vivere la fede.
Per questo impariamo ad essere un poโ piรน umili e non sentirci padroni del Vangelo. Tutti siamo bisognosi di ricevere lโannuncio e tutti dobbiamo annunciare non solo con le parole ma anche e soprattutto con i fatti, non predicando noi stessi ma Gesรน Cristo morto e risorto per la nostra salvezza.
La gente, cari amici, ci osserva, guarda e giudica il nostro comportamento e guai se si indicasse tra quelli che โpredicano bene e razzolano maleโ. Se รจ questa lโimpressione che daremo, vorrร dire che la tirata dโ orecchie ricevuta oggi da Gesรน, non cโรจ servita a niente e che, come abbiamo letto nel libro di Malachรฌa questโoggi, saremo solo โstati dโinciampo a moltiโ.
Mt 23,1-12 | Fabrizio Giannini 35 kb 3 downloads
Trentunesima domenica del tempo ordinario โ 5 novembre 2023 โฆChi รจ Fabrizio Giannini-Diacono
Fabrizio (Assisitente diocesano dellโ Apostolato del Mare) รจ diacono permanente dal 2015, faceva il comandante sulle navi ed ora lo รจ sulla piattaforma petrolifera a Civitavecchia. Cerca di coniugare vita familiare (Moglie una Figlia di 28 anni ed un Angelo in cielo che aveva 7 anni) e di ministero nel migliore dei modi e crede che questo sia uno di quelli per portare la parola di Dio a tutti i fratelli.
Foto di Mirosลaw i Joanna Bucholc da Pixabay