Fabrizio Giannini – Commento al Vangelo di domenica 30 Aprile 2023

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«Sappia con certezza tutta la casa d’Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso». Quel Cristo del quale parla Pietro, sarà mica lo stesso che appendiamo alla croce quotidianamente a causa del nostro peccato? Credo di si! Quindi la storia si ripete. L’ esito della missione terrena di Gesù, ha dato o no i frutti sperati? Cerchiamo di approfondire. Gesù nel Vangelo odierno in Giovanni cap. 10, vuol farci capire che solo ascoltando la sua parola, possiamo arrivare alla salvezza.

Lo fa con la metafora del pastore e delle pecore. Le pecore al pascolo, riconoscono la voce del pastore e da quella si lasciano guidare per rientrare nell’ovile. Ribadisce poi ancor di più la funzione di Pastore quando la identifica anche come porta dell’ ovile e le pecore, entrano solo attraverso essa non usando buchi della rete o fori delle pareti. Gesù vuol dirci che l’ uomo si salva solo ascoltando la sua voce. Non ci sono altri mezzi, ma pensiamoci bene: ascoltarla significa fare delle scelte spesso in contrasto con ciò che ci piace e allora quella porta diventa stretta…e a noi non va bene.

Ma che razza di pecore siamo? Il nostro ragionamento è: ma perché dobbiamo patire per forza? Non ci sono scorciatoie? Seguire quella voce per entrare nell’ ovile ci creerà problemi? Si! Ce lo dice ancora Pietro nella seconda lettura: “se, facendo il bene, sopporterete con pazienza la sofferenza, ciò sarà gradito davanti a Dio….

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A questo infatti siete stati chiamati, perché anche Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme: egli non commise peccato….e non si trovò inganno sulla sua bocca; insultato, non rispondeva con insulti, maltrattato, non minacciava vendetta,…dalle sue piaghe siete stati guariti.” Amici, se ci succederà tutto questo e persevereremo, vorrà dire che stiamo sentendo la voce giusta, saremo pecore che hanno riconosciuto il giusto richiamo.

Allora chiediamoci nuovamente: Ma allora seguire Gesù provoca sofferenza? Purtroppo si! Ma non per colpa sua! La nostra, come l’antica generazione, è perversa! Non vuole avere difficoltà nella vita. I problemi li scansa. Le difficoltà le supera con i compromessi e il male non lo respinge ma cerca di conviverci e tutto diventa talmente abitudinario che neanche proviamo a cambiare. E’ qui, come dicevo all’ inizio, che Cristo viene nuovamente crocifisso e ci conviene lasciarlo così, avremo meno problemi.

Se invece lo staccassimo da quella croce e gli permettessimo di parlarci, sarebbe semplice oltrepassare quella porta per entrare nell’ ovile della salvezza. E’ stretta quella porta? Si, ma quando confondiamo la voce di Cristo con quella del maligno. Se stacchiamo dalla croce Gesù e lo facciamo veramente risorgere in noi, anche il nostro udito si rinnoverà e trasmetterà al cervello i suono giusto del richiamo di Cristo..morto si, ma veramente risorto in noi!

Chi è Fabrizio Giannini-Diacono

Fabrizio (Assisitente diocesano dell’ Apostolato del Mare) è diacono permanente dal 2015, faceva il comandante sulle navi ed ora lo è sulla piattaforma petrolifera a Civitavecchia. Cerca di coniugare vita familiare (Moglie una Figlia di 28 anni ed un Angelo in cielo che aveva 7 anni) e di ministero nel migliore dei modi e crede che questo sia uno di quelli per portare la parola di Dio a tutti i fratelli.


Foto di Manuel da Pixabay

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