Ma insomma, cosa vuoi ancora? Non ti basta quello che ho lasciato per seguirti? Non credi di starmi a chiedere un po’ troppo? Gesù…stai esagerando! Amare meno di te mio Padre mia Madre e tutto la famiglia…assurdo! Che cosa devo fare? Prendere sulle spalle la croce, magari come quella che hai portato tu e starti dietro? Ma scherzi?
Rinunciare alla mia vita a tutto quello che ho per sperare in quella che mi prometti tu? Ma guarda che questa vita posso toccarla con mano, quella della quale tu mi parli…non sono in grado di verificarne la veridicità…D’altronde quelle cose che chiedi di fare, tipo accogliere o dare da bere a qualcuno, io le faccio, Non sono uno che pensa solo a se stesso. Cerco di occuparmi anche degli altri. Un po’ del mio tempo lo ritaglio per il cosiddetto “prossimo”…in fin dei conti in lui vedo te e cerco di ringraziarti per tutto quello che hai fatto per me….non basta? No…non basta!
C’è Paolo che mi richiama all’ ordine. Lo fa ricordandomi che se sono qui anche a lamentarmi (come ho fatto poco fa) lo devo a Colui nel quale sono stato battezzato. Se leggo bene la lettura di oggi indirizzata ai Romani, capisco di essere proprio fuori strada. Scrive S. Paolo: “Per mezzo del battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a lui nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova.”
- Pubblicità -
Gesù non ha vissuto di compromessi. E’ morto per me, è risorto per me e siccome sono stato battezzato in Lui, con lui sono morto ma anche risorto. Risorto ad una vita vera che non finisce mai. E’ quella nella quale riesco a credere poco, perché non sono risorto con Gesù. Sono morto con lui, ma Gesù è uscito dalla tomba risorto, io sono rimasto chiuso dentro.
Sono bloccato da tutte quelle lamentele che ho elencato poc’anzi. Gesù mi scuote, certo non pretende che io rinneghi i miei affetti, non mi vuole torturato sotto il peso della croce, non vuole che modifichi il mio buono stato in uno pessimo…no non vuole questo. Chiede solo di rendermi conto che la vita eterna promessa non regge il confronto con quanto ritengo più importante qui sulla terra.
Dio non cerca il compromesso, non sa che farsene. Egli vuole che lo riconosciamo e gli diamo la giusta ubicazione nella nostra vita. Riconoscerlo significa risorgere con lui. Risorgere con lui significa non lasciarci opprimere da noi stessi, dal nostro orgoglio, dalla nostra presunzione, dall’ indolenza dalla superficialità e da quel terribile aspetto della nostra personalità che ci fa’ credere che è meglio vivere di velata certezza che di speranza. Non dimentichiamo che Dio è fede, speranza e carità.
Proviamo a coniugare queste tre virtù nella nostra vita e sicuramente non ragioneremo ottusamente come ho fatto io all’inizio di questa riflessione.
Mt 10,37-42 | Fabrizio Giannini 35 kb 2 downloads
Tredicesima domenica del tempo ordinario – 2 luglio 2023 …Chi è Fabrizio Giannini-Diacono
Fabrizio (Assisitente diocesano dell’ Apostolato del Mare) è diacono permanente dal 2015, faceva il comandante sulle navi ed ora lo è sulla piattaforma petrolifera a Civitavecchia. Cerca di coniugare vita familiare (Moglie una Figlia di 28 anni ed un Angelo in cielo che aveva 7 anni) e di ministero nel migliore dei modi e crede che questo sia uno di quelli per portare la parola di Dio a tutti i fratelli.
Foto di Mirosław i Joanna Bucholc da Pixabay