Con questa domenica inizia il nostro esame. Il percorso che abbiamo compiuto durante la quaresima, ci sarà servito? A vederci oggi sembrerebbe si. Stiamo osannando Gesù Cristo. In processione dietro una croce adornata di rami d’ ulivo ed un Vangelo del quale è stato proclamato un passo inerente alla giornata, cantiamo e proclamiamo “benedetto colui che viene nel nome del Signore!” Bello! Bravi che siamo!
Quei “segni” raccontati nel Vangelo di queste ultime domeniche, ci hanno fatto bene. Abbiamo capito che solo tenendoci lontano dalle seduzioni del mondo, la nostra vita sarà vera, così come solo lui ci dà una vista che non ci fa mirare a cose effimere. Abbiamo ambito a trasfigurarci con lui sul monte ripulendoci delle nostre sozzure pronti a scendere tra gli uomini come veri testimoni e infine, abbiamo capito che chiunque vive e crede in lui non morirà in eterno!
Oggi allora osanniamolo questo Gesù che ci ha fatto persone nuove! Però…c’è domani e martedì, poi via via c’è il Venerdì..si, quello della passione! Quell’idolo bello, che abbiamo proclamato nostro Dio e Signore, sta appeso ad una croce e noi che l’ abbiamo osannato stiamo lì a guardare come se nulla fosse. Allora, forse, non siamo cambiati per niente.
- Pubblicità -
E’ la storia quotidiana che si ripete. Tutta la nostra vita è così. Non siamo costanti perché quello che apprendiamo ascoltando la buona novella, lo viviamo a momenti alterni. Quando viviamo come il Vangelo, osanniamo Gesù e quando non lo facciamo, lo appendiamo alla croce. Lo trattiamo come quel servo sofferente che ci ha mostrato Isaia nella prima lettura di oggi. Presenta a noi il dorso per essere flagellato dai nostri sbagli.
Lo scherniamo col nostro modo di fare superficiale egocentrico ed egoistico. Ma lui non demorde perché il Padre lo assiste e..sa di non restare confuso! Mentre lo trattiamo male, dovremmo pensare che quel servo è anche quello del quale ci parla Paolo nella seconda lettura odierna: “pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini.”
Si è fatto come noi per aiutarci a diventare come lui! La nostra innata ingordigia di vivere nel fantomatico apparente benessere materiale, rompe quell’equilibrio divino che Gesù col suo esempio e la sua parola ha cercato e cerca di innestare nel nostro cuore. Il risultato è, per riagganciarmi a tutto il discorso, che la nostra vita è sempre, purtroppo, una settimana santa!
Dio è grande quando affiora quella spiritualità innestataci da lui, ma Dio è crocifisso quando quella spiritualità e sradicata dal nostra aridità materiale. Allora Gesù, perdonaci! Oggi ti inneggiamo con questi rami di ulivo in mano, ma già lo sappiamo…venerdì ti crocefiggeremo un’ altra volta.
Chi è Fabrizio Giannini-Diacono
Fabrizio (Assisitente diocesano dell’ Apostolato del Mare) è diacono permanente dal 2015, faceva il comandante sulle navi ed ora lo è sulla piattaforma petrolifera a Civitavecchia. Cerca di coniugare vita familiare (Moglie una Figlia di 28 anni ed un Angelo in cielo che aveva 7 anni) e di ministero nel migliore dei modi e crede che questo sia uno di quelli per portare la parola di Dio a tutti i fratelli.
SEGUI CERCO IL TUO VOLTO SU GOOGLE NEWS