Cosa vogliamo in cambio per lavorare nella vigna del Signore? Sembra stia parlando del mercato dei cambi. Pare che proponga a chi offre di più quel che invece dovrei largire gratuitamente. Oggi, il Vangelo di Matteo riporta quanto ebbe a dire Gesù inviando gli Apostoli:“gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”. Qui cominciano i nostri problemi. Questa battuta di Gesù è il termine del discorso più ampio che fece a Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì, indicando loro come dovevano operare tra quella moltitudine di gente che aveva risposto alla chiamata e aveva bisogno di essere guidata.
L’Evangelista li nomina uno ad uno anche Giuda il traditore. Sono dodici e come faranno a svolgere un lavoro immenso essendo in numero così ridotto? Eppure oggi siamo qui proprio grazie a quei dodici. Ci siamo perchè loro capirono bene il messaggio di Gesù. Fate tutto sena pretendere nulla in cambio. E oggi? Cos’è rimasto del grande lavoro degli Apostoli? Certamente un grande popolo che crede e che dovrebbe professare. C’è stato qualcuno tra gli Apostoli che ha creduto ma non ha professato ed ha tradito.
C’è qualcuno tra noi che crede ma non professa e di conseguenza tradisce. Tradisce quando mette sul banco del mercato la propria esistenza cristiana barattando i doni ricevuti gratuitamente da Dio, con speculazioni e personali vantaggi. Il mandato affidato da Gesù agli Apostoli oggi tramandato nella loro successione ma rivolto a tutti, è chiaro: “«…rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino”.
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Un’ attenzione particolare dovremmo averla a chi cammina con noi.Tanti si allontanano perché credono ma non professano e noi abbiamo il compito di professare per far credere gli altri. Professare però, significa ricordare sempre che gratuitamente abbiamo ricevuto e altrettanto dobbiamo fare. Non ci mancano esempi in tal senso ce lo ricorda S.Paolo nella lettera ai Romani proclamata quest’oggi…
“Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.” Ecco spiegato tutto. Cristo è morto per noi senza pretendere nulla in cambio se non il nostro “cambio” di mentalità. La nostra saccenza o la presunzione di insegnare per porci come esempi, non dimostrano altro che ci stiamo vendendo, che stiamo barattando il nostro credo mascherandolo come professione di fede.
Se professiamo gratuitamente annunciamo veramente che il Regno di Dio è vicino! Se invece cerchiamo di vendere al miglior offerente la nostra fede e testimonianza, quel Regno non lo vedremo mai…rimarrà fuori dal nostro misero negozio.
Chi è Fabrizio Giannini-Diacono
Fabrizio (Assisitente diocesano dell’ Apostolato del Mare) è diacono permanente dal 2015, faceva il comandante sulle navi ed ora lo è sulla piattaforma petrolifera a Civitavecchia. Cerca di coniugare vita familiare (Moglie una Figlia di 28 anni ed un Angelo in cielo che aveva 7 anni) e di ministero nel migliore dei modi e crede che questo sia uno di quelli per portare la parola di Dio a tutti i fratelli.