“Non vogliamo, fratelli, lasciarvi nell’ignoranza a proposito di quelli che sono morti, perché non siate tristi come gli altri che non hanno speranza”. Voglio iniziare anche questa domenica la mia riflessione con le parole che Paolo scrive ai tessalonicesi. Raccomanda loro di non essere tristi come chi vive senza speranza.
E’ una raccomandazione che vale anche per noi. Il pensiero di morire ci rattrista perché non riusciamo a vedere oltre la morte non pensando invece che attraverso di lei potremo incontrare il Signore. Mi chiedo allora: siamo convinti della risurrezione di Gesù Cristo? S. Paolo nella prima lettera ai Corinzi scrive “Ma se Cristo non è risorto, vuota allora è la nostra predicazione, vuota anche la vostra fede” Non avere speranza nella vita eterna, significa non credere nella risurrezione di Cristo.
Il dubbio sul dopo ci fa esorcizzare la morte e nel frattempo viviamo la vita con leggerezza sapendo che si, prima o poi moriremo, ma che affronteremo il problema quando sarà il fatidico momento. Sento alcuni che dicono “cosa mi costa aver fede? Quando morirò se ci sarà qualcosa..bene, altrimenti cosa cambierà per me? nulla!”
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Discorso di chi vive senza speranza e, permettetemi, anche con finta fede. Invece credere, ci rende felici perché sappiamo che prima o poi incontreremo colui nel quale abbiamo sperato. Aver fede significa essere sempre adeguatamente pronti all’ incontro con Dio senza abbassare mai la guardia perchè potrebbe avvenire in qualsiasi momento. Vorrei riflettere con voi anche su un altro aspetto. Dio ci chiama sempre! possiamo incontrarlo tutti i giorni, è solo questione di saperlo riconoscere nelle persone che vivono con noi l’esperienza terrena.
Il modo più semplice è quello di essere acuti e vigilanti nell’ osservare e capire la sua presenza. Dobbiamo sentirci sempre sotto esame perchè se non lo siamo, perdiamo di vista il fine ultimo di tutta la nostra vita che è, come dicevo prima, l’incontro finale con lui. Se cerchiamo di vederlo nel nostro prossimo, non ci troverà impreparati quando ci chiamerà.
Vivere nell’ isolamento non guardando più in là del nostro naso, è indice di mancanza di quella sapienza della quale si parla nella prima lettura odierna “La sapienza è splendida e non sfiorisce, facilmente si lascia vedere da coloro che la amano e si lascia trovare da quelli che la cercano”.
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Questo dono dello Spirito Santo ci aiuta con forza a cercare quel che siamo chiamati a trovare e così saremo pronti all’ incontro in qualsiasi momento, senza ansia, ma felici di rincontrare Colui che per primo ci ha cercati e continua farlo anche quando ci allontaniamo.
Non lasciamoci sfuggire questo nostro Dio che ci ama infinitamente! Mi piace proporvi questa frase che ho letto “Ci credi o non ci credi, Gesù ti ama uguale. Solo che non te lo godi”. Teniamocelo stretto fratelli, insieme a Lui gioiremo per sempre!.
Mt 25, 1-13 | Fabrizio Giannini 35 kb 0 downloads
Trentaduesima domenica del tempo ordinario – 12 novembre 2023 …Chi è Fabrizio Giannini-Diacono
Fabrizio (Assisitente diocesano dell’ Apostolato del Mare) è diacono permanente dal 2015, faceva il comandante sulle navi ed ora lo è sulla piattaforma petrolifera a Civitavecchia. Cerca di coniugare vita familiare (Moglie una Figlia di 28 anni ed un Angelo in cielo che aveva 7 anni) e di ministero nel migliore dei modi e crede che questo sia uno di quelli per portare la parola di Dio a tutti i fratelli.
Foto di Mirosław i Joanna Bucholc da Pixabay