“Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo». Questa battuta fatta dai concittadini alla Samaritana dopo aver visto Gesù, mi fa chiedere: perché, e come facciamo a credere? In fin dei conti Dio non l’abbiamo mai visto! infatti nel prologo di Giovanni sta scritto proprio così ”Dio nessuno l’ha mai visto”, però se continuiamo a leggere capiamo di averlo veduto in qualche modo: “proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato.”
Quindi se credo, anche io ho ricevuto una rivelazione. Gesù Cristo si è fatto conoscere anche e proprio da me! La rivelazione personale è la cosa più grande che può capitarci, eccome se ci capita! Io non credo a quelli che dicono di non aver mai conosciuto il Signore. E non ci credo, perché Lui stesso ha tessuto perfettamente i fili che regolano il nostro mondo, che è impossibile non averlo incontrato, e la storia che Matteo ci racconta nel Vangelo di oggi, credo ne sia la prova.
Il pozzo, luogo attorno al quale a quei tempi ci si incontrava anche per le relazioni sociali oltre che per attingere acqua,..la donna considerata una nullità e per di più samaritana,.. mezzogiorno ora di punta che fa sentire maggiormente l’arsura ed il bisogno di bere. Ma…questa scena del Vangelo non è come una nostra qualsiasi giornata? La viviamo nell’ anonimato pensando più che altro ai fatti nostri e come arrivare alla sera, pensando al giorno dopo. Nel suo anonimato, la Samaritana non inseguiva incontri, ma Gesù si, e cercava proprio lei! “attacca bottone” chiedendole l’acqua e lei deve procurargli persino un recipiente perché lui ne è sprovvisto.
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La donna è diffidente ma accetta la richiesta quando il Signore le fa capire di conoscerla bene, di sapere tutto di lei. Gesù ci viene a cercare perché sa tutto di noi. Sà che continuamente abbiamo bisogno di aiuto, qualsiasi esso sia. Sapendo poi che siamo presuntuosi e restii a farci aiutare, fa il primo passo. Vuole riempire il nostro “recipiente” di se stesso. Dobbiamo però metterci anche un po’ del nostro.
Quando ci si presenta un’occasione del genere, non dobbiamo farcela scappare, perché ci rivela la vicinanza del Signore, e questo ci cambierà la giornata, la vita. Se abbiamo un problema e soprattutto quando non riusciamo a risolverlo da soli, ecco che ci rivolgiamo a Dio e se l’ aiuto non arriva, ci comportiamo come gli Israeliti della prima lettura che spinti dalla sete imprecavano contro Mosè dicendo “il Signore è in mezzo a noi si o no?” e come loro, lo mettiamo alla prova. Il Signore può tutto e fa tutto (fece sgorgare acqua dalla roccia), anche quando sta in silenzio.
E’ sempre vicino a noi, basta solo accorgersene. Se la smettessimo di cercarlo solo nel bisogno, sentiremo che è uno di noi, vive con noi, soffre e gioisce con noi e ci chiede di volergli bene…nient’ altro. Dovremmo accontentarlo no? Nella casualità della nostra giornata qualcuno ci chiederà senz’altro qualcosa…pensiamoci, potrebbe essere Gesù!
Fabrizio Giannini, diacono.
Fabrizio (Assisitente diocesano dell’ Apostolato del Mare) è diacono permanente dal 2015, faceva il comandante sulle navi ed ora lo è sulla piattaforma petrolifera a Civitavecchia.
Cerca di coniugare vita familiare (Moglie una Figlia di 28 anni ed un Angelo in cielo che aveva 7 anni) e di ministero nel migliore dei modi e crede che questo sia uno di quelli per portare la parola di Dio a tutti i fratelli.
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