Se Gesù avesse rivolto a me la domanda fatta ai sacerdoti e agli anziani, cosa avrei risposto? Beh, credo che d’ impulso mi sarei espresso come loro e di conseguenza avrei ricevuto lo stesso durissimo rimprovero di Gesù. Poi, mi sarei pure offeso chiedendomi: “ma come, proprio a me? possibile che mi passeranno avanti ogni genere di peccatori nel cammino verso il Regno? eppure sono ligio al dovere, non sono uno che si tira indietro quando c’è da prestare la propria opera in chiesa.
Se capita di dover aiutare qualcuno io ci sono, sto in prima fila, e allora perché questo trattamento? Semplice, perché la mia, come quella dei saccenti dottori della legge, è solo apparenza, e il mio cuore non è convertito. Sono uno di quelli che fa solo se capita. Ma la chiamata è continua, impegna ventiquattro ore al giorno.
Il Profeta Ezechiele nella prima lettura, lo spiega bene. L’ impegno ad essere giusto deve essere permanente, non deve mai cessare. Invece di offendermi dopo il richiamo di Gesù, devo chiedermi: com’è il mio cuore? Quello di un convertito o di un abitudinario? Perché questo è il problema. Convertirsi significa anche “cambiare”. In questo caso, cambiare strada stabilmente, non ad ore. Gesù vuole che si cammini con lui verso il Regno col cuore convinto e lo chiede soprattutto a coloro che dicono, o credono, di essere già convertiti e perfetti. Ma la perfezione è altro.
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Paolo nella lettera ai Filippesi, “canta” il bellissimo inno a Gesù Cristo il quale, “pur essendo di natura divina non ritenne un tesoro geloso la sia uguaglianza con Dio”…ecco il punto. Dio mi vuole come lui ma per esserlo, quanta strada devo fare! Durante il cammino devo spogliarmi di me stesso e assumere le vesti di Gesù Cristo che si fece servo per costruirmi un futuro di eternità. E mi ha aperto la strada, perché anch’io diventi un “costruttore di futuro”.
Ma devo essere convinto e felice di farlo e devo stargli dietro con le gambe e col cuore. Mi è concesso essere ultimo solo per fatica. Un ultimo così fatto, costruisce comunque il futuro e lo fa con convinzione. È un ultimo il quale rimane dietro a tutti ma che dal fondo fa sentire la sua presenza. Un ultimo che non si vanta, non manca di rispetto, non tiene conto del male ricevuto, che è pronto a morire a sé stesso per fare spazio al fratello che gli cammina vicino, forse alla fine della fila, come lui.
Un ultimo che si mette in cammino e che si fida, nell’ intimo del suo cuore, di quella voce che lo invita a resistere e camminare, e lo fa chiamandolo per nome con un timbro diverso da tutte le altre voci, perché lo fa con e per amore. Si cari amici, quella voce chiama in continuazione e si fa sentire anche e soprattutto da chi sta in fondo. È impossibile non sentirla. Rispondendole, come dice una canzone, ricorderemo dove porta quella strada: all’ incontro con Lui!
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Mt 21, 28-32 | Fabrizio Giannini 44 kb 2 downloads
Ventiseiesima domenica del tempo ordinario – 1 ottobre 2023 …Chi è Fabrizio Giannini-Diacono
Fabrizio (Assisitente diocesano dell’ Apostolato del Mare) è diacono permanente dal 2015, faceva il comandante sulle navi ed ora lo è sulla piattaforma petrolifera a Civitavecchia. Cerca di coniugare vita familiare (Moglie una Figlia di 28 anni ed un Angelo in cielo che aveva 7 anni) e di ministero nel migliore dei modi e crede che questo sia uno di quelli per portare la parola di Dio a tutti i fratelli.
Foto di Mirosław i Joanna Bucholc da Pixabay