Chissà quante volte abbiamo sperimentato questa frase di Gesù, che nel tempo è diventata un modo di dire (e del quale ci si è dimenticato l’autore). Beh questa esclusione è quella che pratichiamo nei confronti del Signore ogni volta che restiamo sui nostri passi pur di non ammettere che abbiamo bisogno di Lui, che forse ci sta parlando in un modo che non comprendiamo, che ci sono segni della Sua Presenza che non riusciamo a cogliere.
Ma è anche l’esclusione, a volte poco evidente, che operiamo verso chi ci parla di Dio e ci provoca – consapevolmente o meno – ma non riteniamo direi degno o capace di parlarci di Lui. Non pensiamo, per quanto possa dispiacerci, che non abbiamo nulla a che fare con i compaesani di Gesù, che non lo porteremmo mai sul ciglio del nostro cuore e della nostra quotidianità per buttarlo giù. Purtroppo accade, altrimenti non esisterebbe il peccato.
Ma è a questo punto che si fa strada una luce, anzi, la Luce da Luce: Cristo che, passando in mezzo a noi, si mette nuovamente in cammino per richiamarci a sé, per ritrovare noi, Suoi amici, fratelli, figli dispersi. Dio non si arrende neanche quando tocchiamo il punto più basso della nostra umanità, ma prova fino all’ultimo secondo della nostra esistenza a salvarci. A noi l’impegno di accorgercene.
AUTORE: Fabrizio Francesco CampusSITO WEB TELEGRAM