“e lo supplicavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello; e quanti lo toccavano venivano salvati”.
Quello che mi colpisce del Vangelo di oggi è il verbo “toccare”. La gente che accorre a Gesù ha bisogno di toccarLo per essere sanata, così come noi abbiamo bisogno di fare esperienza di Lui per guarire soprattutto nello spirito.
Questo esprime il bisogno di concretezza che abbiamo in quanto esseri umani ed è un discorso che prescinde dalla fede. La vita si nutre di fatti. E se è vero che noi ne abbiamo bisogno, è altrettanto vero che siamo chiamati a essere concreti, perché solo così si possono condurre le persone a Gesù. Le parole possono essere belle e confortanti, ma è l’esserci che fa la differenza, anche nel silenzio.
Quel lembo di mantello che le persone hanno bisogno di toccare – spesso senza saperlo – non è nostro, ma possiamo accompagnarle a toccarlo. E cosa dà credibilità alle nostre parole? I fatti. Chiediamo allora al Signore il dono della concretezza.
AUTORE: Fabrizio Francesco CampusSITO WEB TELEGRAM