Gesù inizia la Sua missione trasferendosi in Galilea, terra considerata lontana e addirittura impura dai fedeli di Gerusalemme, i quali oggi probabilmente verrebbero definiti bigotti. Il passo di Isaia riportato dal Vangelo di oggi, riferendosi chiaramente a Gesù, ci parla di una luce che è sorta proprio per questo popolo emarginato e abbandonato.
E come potrebbe essere altrimenti per un popolo che viene accolto senza pregiudizi e a cui viene annunciato un messaggio nuovo, di salvezza, di speranza, di un Dio che chiama e ama tutti? Gesù, poi, non si limita alle parole ma le traduce in fatti, guarendo ogni malato che gli venisse presentato.
Anche noi siamo chiamati a essere luce per chi incontriamo, come dirà lo stesso Gesù nel Discorso della Montagna (Mt 5,13-14). Capiamo allora che questa pagina, così come tutto il Vangelo, deve diventare nostra. Certo, l’annuncio del Vangelo non è affatto una passeggiata e la Croce ce lo ricorda, ma non dimentichiamoci che la nostra forza è in Dio e che è Sua la luce di cui ci facciamo tramiti.
AUTORE: Fabrizio Francesco CampusSITO WEB TELEGRAM