Fabrizio Francesco Campus – Commento al Vangelo del giorno – 6 Novembre 2019

Per ogni decisione importante della mia vita, ho bisogno di sedermi a tavolino e valutare ogni aspetto. È fondamentale per non andare alla cieca e vedere crollare quel mio progetto.

Ancora di più, per vivere pienamente (che non significa solo fare molte cose), ho bisogno di seguire Qualcuno, di riconoscere quest’appartenenza, che mi chiede di liberarmi da ciò che inchioda e mi impedisce di camminare, di essere felice.

A volte, sono proprio le cose e le persone a cui tengo a diventare un impedimento per me. Ciò non significa necessariamente abbandonare tutto, ma consegnarle a quel Qualcuno, cioè a Dio, per dare alla mia vita e alle mie relazioni un gusto nuovo, imparando ad amarle non più solo alla mia maniera ma a quella di Dio.

Vivere senza questa relazione con il Signore, sarebbe come pretendere di costruire una torre o partire in guerra con la metà degli uomini a disposizione rispetto al nemico, senza sedersi prima a valutare le spese e i mezzi a disposizione.

In poche parole: sarebbe come vivere alla cieca e sprecare la propria vita. E a me cosa tiene inchiodato nel punto in cui mi trovo?

Fabrizio Francesco CampusCommento a cura di Fabrizio Francesco Campus

Il 5 Aprile 2015 ho ricevuto il Battesimo, diventando a tutti gli effetti cristiano cattolico, ma soprattutto figlio di un Dio che non ha mai smesso di cercarmi. La mia vita non è cambiata, ma è cambiato il mio sguardo su di essa. Non sono migliore, ma ora so di essere infinitamente amato e sono in cammino per imparare ad amarmi e ad amare così.

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Chi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 14, 25-33


In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro:

«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo.
Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.
Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”.
Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.
Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».

Parola del Signore

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