Quanto mi ritrovo in questo scriba… Egli è capace di individuare la parte più importante della fede, cioè amare, ma la risposta di Gesù ci fa capire che gli manca ancora qualcosa, perché non è lontano dal Regno di Dio ma non gli è neppure vicino.
Capire che amare è ciò che conta di più del fare, dei primi posti in chiesa e nelle varie attività ecclesiali, è già un grande passo, ma non basta. Serve che tutto questo si concretizzi nella vita di tutti i giorni. Mi permetto di dire che forse non ci rendiamo conto del potenziale della nostra fede.
Noi possiamo essere anelli di congiunzione tra Dio e le persone, portatori di quella Parola più forte di tutto, libera da tutto e che è salvifica. Amando Dio, mettendolo al primo posto, non solo possiamo fare esperienza noi dell’essere figli amati, ma possiamo trasmettere questa consapevolezza anche a chi incontriamo.
Qualcuno potrebbe sottolineare che non c’è bisogno dell’uomo per avvicinarlo al Signore. È vero, però Lui ha scelto innanzitutto le relazioni umane come strumento del Suo Amore. Ecco perché non può non esserci amore in ciò che facciamo per Lui. Ecco il motivo per il quale questi due comandamenti – amare Dio e il prossimo – sono così strettamente connessi.
Tutta la Parola di oggi (vi suggerisco di leggere anche le altre letture perché sono bellissime) ci accompagni in questa giornata e ci guidi nell’essere canali veri di questo Amore che spezza le catene, libera dalla morte e ci dona tutta la dignità di figli di Dio.
AUTORE: Fabrizio Francesco Campus
FONTE: Sito web
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