“Ma egli taceva e non rispondeva nulla.”
Quant’è difficile tacere mentre subisci un’ingiustizia. Fossi stato al posto di Gesù, avrei finito la voce a furia di discutere per difendere la mia innocenza. Lui, invece, ha scelto di non parlare, forse per farlo in un altro modo, perché il silenzio a volte sa dire molto di più e saperlo ascoltare è cosa per pochi.
Io probabilmente non avrei avuto uno sguardo amorevole nei confronti dei miei accusatori, Lui invece chissà quanto ha scrutato nei loro cuori, alla ricerca del bene e dell’umanità seppelliti sotto l’ipocrisia di chi difende un Dio che nemmeno conosce e che non vuole conoscere. Agli occhi della società di oggi un atteggiamento così verrebbe visto come segno di profonda debolezza, eppure chi agisce così tiene in piedi il mondo. Non è l’atteggiamento dei perdenti, ma di chi crede in Colui che ha vinto persino la morte.
Non è un invito a tacere e a subire passivamente gli eventi della vita, ma a scegliere con cura i momenti in cui parlare e agire, a non sprecare le forze ma ad impiegarle per amare. È faticoso ma è l’unica via che conduce alla gioia piena di chi risorge sempre.
AUTORE: Fabrizio Francesco CampusSITO WEB TELEGRAM