“…come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori”.
Ogni volta che prego il Padre Nostro, quando arrivo a questo punto mi sento un po’ stuzzicato nella coscienza e ora ancora di più visto il rafforzativo “anche”, introdotto con la nuova versione. Questo perché so di mancare tante volte quanto a misericordia e quando cerco di applicarmi, non mi risulta facile.
Ma credo che non lo sia mai, soprattutto quando dall’altra parte non c’è apertura, collaborazione. Eppure è proprio in quei casi che siamo chiamati ad amare di più, ad essere a maggior ragione riflesso del Padre, come Gesù. Certo, non siamo senza peccato come Lui e non possiamo compiere i Suoi stessi miracoli (a meno che non rientri nella Sua Volontà), ma possiamo amare come ha fatto Lui. Anzi, dobbiamo se ci diciamo cristiani, perché la Sua venuta e la Sua Croce ci tolgono ogni scusa. Non solo sappiamo che è possibile, ma anche come fare. Su questa bellissima preghiera ci sarebbe un’infinità di cose da dire, ma credo che la misericordia e il desiderio di essere misericordiosi siano alla base di ogni preghiera autentica.
Amare non è solo una questione di coerenza e – ancora meno – di buonismo, ma è ciò che di più vero ci sia in noi. Quando ami ti senti figlio e quando sperimenti questa figliolanza, ami ancora di più. Non eviti le fatiche ma trovi una forza che niente e nessuno ti può dare. Chiediamo allora al Padre di saper rimettere veramente i debiti ai nostri debitori, perché anche le mancanze subite passano ma l’amore resta.
AUTORE: Fabrizio Francesco CampusSITO WEB TELEGRAM