Il Vangelo ci mette nuovamente davanti al “problema del sabato”, alla scelta tra la Misericordia e la Legge, tra il guardare all’uomo e al suo bisogno di carità o essere come i farisei, ligi alle regole e agli schemi ma con il cuore indurito.
Il caso di oggi vede un uomo con la mano paralizzata e i farisei che stanno lì, totalmente indifferenti nei confronti di quest’uomo ma pronti ad attaccare Gesù qualora lo guarisse, cosa che ovviamente accade.
Non è difficile identificarci in quest’uomo, in quella sofferenza che si porta addosso e dentro e che, molto probabilmente, è la causa per la quale non pronuncia neanche una parola. Tutti facciamo i conti con dei dolori che a volte ci paralizzano e ci tolgono la parola. Ma anche i farisei ci rappresentano in parte. Penso a tutte quelle volte che siamo indifferenti ai problemi degli altri e persino ai nostri, quando li sottovalutiamo pensando di farcela da soli.
Sia nel caso dell’uomo con la mano paralizzata che in quello dei farisei, la soluzione è una: tendere la mano per incontrare la mano tesa di Dio, riconoscere la propria povertà e il suo bisogno di Misericordia. Solo così ci si salva. Solo così si guarisce dal dolore e dall’indifferenza, che paralizzano il cuore fino a renderlo di pietra.
Commento a cura di Fabrizio Francesco Campus
Il 5 Aprile 2015 ho ricevuto il Battesimo, diventando a tutti gli effetti cristiano cattolico, ma soprattutto figlio di un Dio che non ha mai smesso di cercarmi. La mia vita non è cambiata, ma è cambiato il mio sguardo su di essa. Non sono migliore, ma ora so di essere infinitamente amato e sono in cammino per imparare ad amarmi e ad amare così.
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E’ lecito in giorno di sabato salvare una vita o rovinarla?