Non di rado ci capita di trovarci in una situazione come quella dei discepoli di Gesù nel Vangelo di oggi, cioè di concentrarci sulla mancanza di qualcosa piuttosto che su ciò che abbiamo. In quelle situazioni, assolutizziamo quella mancanza fino a dimenticarci di ciò da cui si può ripartire.
È molto di più che guardare alla parte piena del bicchiere. È rendersi conto di ciò che conta e soprattutto che il nostro poco, messo nelle mani del Signore, può trasformarsi in abbondanza. Questo ci ha insegnato l’episodio della moltiplicazione dei pani e dei pesci ed è ad esso che Gesù ci riconduce. La verità è che spesso crediamo di più alla disperazione, forse perché è più comodo, forse perché in quel momento appare più attraente.
Ma noi non siamo figli della disperazione, amici. Siamo figli della luce, come dice San Paolo nella prima lettera ai Tessalonicesi. E un figlio della luce non può farsi inghiottire dalla disperazione. Mi rendo conto che non sia facile, anzi. Però in quei momenti basterebbe dire al Signore:”Signore, mostrami l’abbondanza, perché io non la vedo. Fammi vedere ciò che conta, ciò da cui ripartire, ricostruire”.
Sia questo, oggi, il nostro proposito.
Commento a cura di Fabrizio Francesco Campus
Il 5 Aprile 2015 ho ricevuto il Battesimo, diventando a tutti gli effetti cristiano cattolico, ma soprattutto figlio di un Dio che non ha mai smesso di cercarmi. La mia vita non è cambiata, ma è cambiato il mio sguardo su di essa. Non sono migliore, ma ora so di essere infinitamente amato e sono in cammino per imparare ad amarmi e ad amare così.
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Guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode.