È un Vangelo di continuo movimento e di continua guarigione quello di oggi. Già l’inizio è subito significativo: “In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni.”.
Gesù non perde tempo e dalla sinagoga passa immediatamente alla quotidianità, entrando in casa di Simone e Andrea. Come a volerci dire che la quotidianità non puoi mai essere separata dalla fede e viceversa. Tutta la nostra vita ha senso se diventa il prolungamento degli altari delle nostre chiese, dell’Eucarestia che celebriamo ogni domenica.
Ma anche l’Eucarestia trova veramente dimora in noi se si concretizza nella nostra vita. Questo significa anche far sì che il Vangelo non rimanga qualcosa di circoscritto a determinate persone o a determinati gruppi di persone.
Ma ad essere così concreti non ci si arriva per meriti propri, bensì coltivando il rapporto con Dio, facendoLo entrare nella nostra vita, rendendoLo protagonista e smettendo di farLo essere semplice comparsa.
Commento a cura di Fabrizio Francesco Campus
Il 5 Aprile 2015 ho ricevuto il Battesimo, diventando a tutti gli effetti cristiano cattolico, ma soprattutto figlio di un Dio che non ha mai smesso di cercarmi. La mia vita non è cambiata, ma è cambiato il mio sguardo su di essa. Non sono migliore, ma ora so di essere infinitamente amato e sono in cammino per imparare ad amarmi e ad amare così.
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Gesù guarì molti che erano afflitti da varie malattie.