Come puรฒ il sangue rendere candidi (cf. Ap 7, 14)?
Proprio dellโacqua, infatti, รจ il pulire.
Come puรฒ il vino rendere puri?
Proprio dellโacqua, infatti, รจ il depurare.
Il Vangelo di oggi ci invita, tra le molteplici accezioni esegetiche che se ne possono trarre, a riflettere anche sullโargomento proposto dalle domande di cui sopra.
Giร sappiamo, dalla scorsa settimana (cf. BUON), come per la concezione ebraica sangue e vino siano equiparabili, in quanto il vino era propriamente considerato il sangue della vite.
Ed oggi ci troviamo dinanzi esattamente a Gesรน ยซvite veraยป (Gv 15, 1).
Dalla lettura, o dallโascolto dellโestratto evangelico odierno, non riusciamo a notare una sottigliezza che solo lโanalisi del greco originario ci consente di osservare: il verbo ยซpotareยป (ยซ[โฆ] ogni tralcio che porta frutto, lo pota (kathaรญrei) perchรฉ porti piรน fruttoยป โ Gv 15, 3) e lโaggettivo ยซpuroยป (ยซVoi siete giร puri (katharoรญ), a causa della parola che vi ho annunciatoยป โ Gv 15, 3) sono la stessa cosa, ovvero la stessa parola.
Lโaggettivo ยซpuroยป, infatti, รจ espresso col termine greco katharรณs, il quale termine deriva direttamente dal verbo greco kathaรญro, che nel Vangelo odierno viene tradotto con ยซpotareยป, ma che intende esattamente ยซpurificareยป.
Da ciรฒ, provando a fare un โgioco esegeticoโ, possiamo infatti notare come il senso dei due versetti citati rimanga lo stesso:
ยซ[โฆ] ogni tralcio che porta frutto, lo purifica perchรฉ porti piรน frutto. [โฆ] Voi siete giร potati, a causa della parola che vi ho annunciatoยป.
Invero โpurezzaโ e โpotaturaโ, effettivamente, non sono concetti cosรฌ distanti, a ben pensarci.
Non รจ forse vero, infatti, che lโatto del potare (e chi vive in campagna puรฒ ben affermarlo) รจ in buona sostanza un processo di purificazione della pianta, affinchรฉ questโultima, a cui vengono tagliate le fronde sterili o tarlate, si rafforzi e si consolidi nei suoi rami sani e fecondi, al fine di crescere, fiorire e fruttificare?
La scorsa settimana, nel nostro commento, abbiamo fatto riferimento allโepisodio di Cana di Galilea.
Ebbene, anche questโoggi vorremmo tornarci:
ยซVi erano lร sei anfore di pietra per la purificazione (katharismรฒn) rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litriยป (Gv 2, 6).
Lโepisodio che avvenne a Cana รจ noto a tutti: Gesรน dice di riempire dโacqua queste anfore, ma poi questa stessa acqua diventa vino.
Ecco, allora, come non piรน lโacqua, ma il vino sia a riempire quella particolari anfore destinate a contenere lโacqua per la purificazione; ed ecco, allora, come la purificazione piena e compiuta avvenga non piรน con lโacqua, ma col vino (ovvero col sangue), scaturito dallโintervento di Gesรน, dallโinvito di Gesรน ad intervenire.
Ma Cana, a sua volta, ci rimanda fortemente ad un altro momento del Vangelo secondo Giovanni:
ยซma uno dei soldati con una lancia gli colpรฌ il fianco, e subito ne uscรฌ sangue e acquaยป (Gv 19, 34).
Notiamo, innanzitutto come a Cana le anfore fossero 6, ma รจ da sapere come il numero 6, per la concezione ebraica, indicasse lโimperfezione (cf. Ap 13, 18; ยซQui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia: รจ infatti un numero di uomo, e il suo numero รจ seicentosessantaseiยป), ovvero lโuomo, creato proprio il sesto giorno (cf. Gn 1, 26-31).
Ecco che Gesรน, sul Golgota, inchiodato sulla croce, diviene la โsettima anforaโ (il 7 era il numero della pienezza โ cf. Gn 2, 2-3), lโanfora che dร compimento, da cui sgorga non solo lโacqua, ma anche e primariamente il sangue (ovvero il vino) definitivi; ecco come il Golgota diventi proprio il compimento di quello che iniziรฒ a Cana.
Da ciรฒ ecco, quindi, come lโacqua e, prima di essa, il sangue scaturiti dal costato di Gesรน, possano assumere a livello teologico, pure il significato, e la funzione, di purificazione: ยซ[โฆ] hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dellโAgnelloยป (Ap 7, 14). -Oggi ci capita molto spesso di fare riferimento ad Apocalisse, ma รจ pur vero che la Tradizione riconosce come lโautore del quarto Vangelo e dellโApocalisse siano proprio la stessa persona (o stessa scuola)
Come diciamo ripetutamente, nelle Sacre Scritture storia e kรฉrygma (teologia) sono sempre da considerare assieme.
E detto ciรฒ, tutte le accezioni teologiche, ad esempio sul sangue e acqua scaturiti dal costato di Cristo sono acquisibili (rappresentano lโEucaristia e il Battesimo ecc.), ma รจ bene ricordare come veramente, concretamente, storicamente, nellโepisodio specifico, il corpo di Gesรน fu forato da una lancia, e ciรฒ รจ supportato (e a noi รจ gradito dire senza timore โtestimoniatoโ e โdocumentatoโ) dalla Sindone, sulla quale รจ manifesto come il corpo di quel Crocifisso fosse esattamente perforato tra il quinto e il sesto spazio intercostale destro, da cui ne uscirono propriamente sangue (parte solida-corpuscolata del sangue) e acqua (siero-parte liquida del sangue).
Ma riguardo al tema odierno, ovvero al Vangelo odierno, รจ possibile richiamare la Sindone anche per altri due aspetti.
Primo.
Nel Vangelo secondo Matteo (cf. Mt 27, 59: ยซGiuseppe prese il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito [sindรณni katharรฃ]ยป) troviamo un aggettivo specifico proprio riferito alla sindone che involse la salma di Gesรน: essa era esattamente katharรฃ che sappiamo intendere non tanto ยซpulita (tersa)ยป quanto propriamente ยซ(ritualmente) puraยป. -Ovvero fatta solo di lino, quindi โpurificata/potataโ dal miscuglio con la lana (shaโatnetz)
Ma su di essa rimase, ed รจ ancora rimasto, il sangue di Gesรน, ovvero il frutto della sua โpotaturaโ, poichรฉ il Signore, sulla croce, da vite che รจ, si รจ fatto tralcio, offrendo al Padre il calice contenente il vino della sua Passione per ciascuno di noi, facendosi โpotareโ per fare puri tutti noi, per far si che la nostra vita ยซporti piรน fruttoยป (il vino del banchetto di nozze della vita eterna), rendendola potata dalla morte. -ร inoltre curioso come la Sindone possa non solo esegeticamente ma anche tecnicamente definirsi โpotataโ, in quanto dalle analisi scientifiche su di questa effettuate, risulta come essa fu propriamente tagliata da un rotolo โ cf. LA SINDONE-VIDEOLEZIONE 2)
Secondo.
Dalla Sacro Telo risulta chiaro come lโUomo della Sindone fosse stato caricato del cosiddetto patibulum, ovvero la trave orizzontale della croce.
Ebbene, dobbiamo sapere come il patibulum, per i Romani, prima di indicare questa specifica trave, con questa specifica funzione, indicava espressamente quel palo che doveva sorreggere la vite (cf. SI PENTร).
Ma non รจ forse vero che proprio nel Vangelo di oggi Gesรน si definisce: ยซIo sono la vite veraยป? Quindi il suo sangue รจ vera bevanda (cf. Gv 6, 55), il suo sangue รจ vino, il Vino?
Ecco come anche la Sindone, che รจ un vero e proprio lenzuolo di lino (storia) รจ da analizzare anche esegeticamente, in quanto รจ valida ed attendibile pure alla luce dei significati teologici che ritroviamo proprio in bocca a Gesรน, ribadendo ancora una volta come la nostra fede esprima certamente valori kerigmatici, ma sia pure concreta, tangibile, certamente storia: sia sangue e vino insieme.
Per gentile concessione di Fabio Quadrini che cura, insieme a sua moglie, anche la rubrica ALLA SCOPERTA DELLA SINDONE: https://unaminoranzacreativa.