Puรฒ una cosa piccola essere male?
Lo straordinario passo evangelico odierno ci proietta allโinterno del confronto avvenuto tra Gesรน e Nicodemo, confronto, questo, di una profondissima portata esegetica ed escatologica.
Il nostro breve commento vuol prendere in considerazione un termine tratto dal versetto di Gv 3, 20:
ยซChiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perchรฉ le sue opere non vengano riprovateยป.
Se qualcuno ci interrogasse, chiedendoci di argomentare a parole nostre il significato della parola ยซmaleยป, ciascuno di noi risponderebbe in svariati modi e con numerosi sinonimi, ma probabilmente a nessuno verrebbe in mente di rispondere: ยซIl male รจ ciรฒ che รจ piccoloยป.
Anzi, verosimilmente a tutti verrebbe facile il parallelismo con il contrario: il male รจ ciรฒ che รจ borioso, ciรฒ che รจ gonfio; รจ tutto ciรฒ che รจ vanagloria, che altro non รจ se non super-bia.
Eppure, il versetto evangelico che abbiamo sopra riportato letteralmente varrebbe cosรฌ:
ยซChiunque infatti fa cose piccole, odia la luce, e non viene alla luce perchรฉ le sue opere non vengano riprovateยป.
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Il termine adoperato nel greco originario รจ un aggettivo, ovvero faลฉlos.
Con tale termine si indica tecnicamente una ยซcosa da nulla/piccola/semplice/di poco contoยป.
Il tutto sembra una contraddizione in termini, anche per il fatto che lโinsegnamento di Gesรน รจ pienamente rivolto ai โsempliciโ, agli โumiliโ (faลฉlos, tra lโaltro, in merito a persone, intende esattamente ยซpersona umile/modestaยป).
Proviamo a riflettere su queste apparenti discordanze, tenendo ferme dinanzi a noi due immagini: il seme e la serpe.
Entrambi sono โpiccoliโ, sono โumiliโ (dal latino humilis, ovvero ยซbasso/vicino alla terraยป), eppure dellโuno se ne decanta la bontร , mentre dellโaltra รจ risaputa lโestrema pericolositร fino al punto da farla divenire figurazione propria del male.
Ebbene, che differenza cโรจ tra il piccolo ed umile seme -ยซse il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto fruttoยป (Gv 12, 24) e la piccola ed umile serpe -che, in salvo dal leone e dallโorso, al riparo entro le sicure e certe mura domestiche, morde letalmente la mano appoggiata al muro (cf. Am 5, 19)?
Il seme muore, mentre la serpe รจ morte;
il seme dร la vita, mentre la serpe si avvinghia alla propria vita;
il seme riconosce la sua piccolezza e la sua umiltร fino a terra, fin sotto terra, e si abbandona e rimette allโintervento che il Signore porrร sopra di lui e in lui (cf. Gv 3, 21b), mentre la serpe, in astio alla sua misera condizione, la adopera per insinuarsi nelle minuzie per farsi grande da sรฉ con la sola sua opera.
Ma la grandezza del seme sarร un germoglio che cresce e che va ยซverso la luceยป (cf. Gv 3, 21a), mentre la sola grandezza a cui potrร aspirare la serpe potremmo definirla โresidualeโ, poichรฉ essa non diverrร mai grande per crescita, bensรฌ potrร essere grande solo quando avrร eliminato ogni altro essere.
Lโumiltร del Seme, invero, รจ tapeinรณo (ยซabbassamento/obbedienzaยป alla volontร del Padre โ cf. Mt 11, 29. 23, 12; Lc 1, 52. 14, 11. 18, 14; Fil 2, 8), mentre solo quella della Serpe รจ propriamente faลฉlos (umiltร intesa, nella sua sfumatura semantica, come ยซsciocchezza/insulsitร ยป) -Accesi dibattiti esistono tra gli studiosi circa il motivo che spinse Saulo di Tarso a cambiar nome, assumendo quello di Paolo. ร da notare, tuttavia, come possiamo certamente far derivare dallโaggettivo faลฉlos il latino paulus (ยซpoco/insufficiente/piccoloยป), da cui il nome proprio ยซPaoloยป. Chissร se lโ โApostoloโ decise appositamente di scegliere il suo nuovo nome proprio per tenere a monito per sempre, con immenso atto di umiltร , il tempo buio che precedette la sua famosa caduta, caduta (tecnicamente un atto motorio di โabbassamentoโ) che gli permise di passare dalla cecitร (in ogni senso) alla contemplazione della Luce (cf. Gv 3, 19-21). In merito alla serpe e alla sua โpiccolezzaโ, poi, รจ rilevante come proprio nel nostro momento storico riusciamo a cogliere, a ben comprendere e a sperimentare come un qualcosa di piccolo, un ยซnonnullaยป invisibile e intangibile (se lo dovessimo dire in greco sarebbe esattamente faลฉlos) possa essere effettivamente e concretamente apportatore di ยซmaleยป: e questa cosa da nulla รจ chiamata virus, che tecnicamente significa, dal latino, ยซveleno/secrezione velenosa di serpentiยป
Invero, la pericope evangelica odierna sembra giocarsi tutta sulla sottigliezza fonetica tra รณfis (ยซserpenteยป โ cf. Gv 3, 14) e fรตs (ยซluceยป โ cf. Gv 3, 19-21), cosรฌ come sulle sottigliezze si gioca tutta la nostra fede, sottigliezze in cui si insinuano lโastuzia e gli scimmiottamenti del Serpente, egli che รจ dia-bolos (ยซcolui che si mette di traverso/che divideยป) mentre il Signore รจ sym-bolon (ยซmettere insieme/unireยป โ cf. Gv 17, 21-23); egli che ci spinge a scegliere Bar-abba (letteralmente ยซfiglio del padreยป. In alcuni codici si riferisce come questi si chiamasse esattamente Gesรน Barabba) al posto di Gesรน il Figlio del Padre (cf. Mt 16, 16. 26, 63-64) -Sulla scia di tutto quanto abbiamo riferito, รจ interessante come in ebraico il termine ยซpeccatoยป si dica hattร , la cui radice โhtโ tecnicamente vale ยซmancare il bersaglioยป, mentre, invece, Torร h provenga dalla radice โyrh che intende precisamente ยซlanciare/tirare (con lโarco)/colpire/andare a segnoยป
Per gentile concessione di Fabio Quadrini che cura, insieme a sua moglie, anche la rubrica ALLA SCOPERTA DELLA SINDONE: https://unaminoranzacreativa.