Chissร come commenterebbe la nostra societร โpoliticamente correttaโ lโestratto evangelico proposto questโoggi dalla sacra liturgia: la Chiesa che propaga la prepotenza dellโuomo sulla donna; il prete che predica la sottomissione della donna dinanzi allโegoismo dellโuomo; il Vangelo che descrive la donna come una detestabile divoratrice dโuomini; i Testi Sacri che rappresentano la donna come lโunica colpevole della mancata discendenza dellโuomo.
Peccato che coloro i quali blaterano queste cose, non solo non partecipano alla celebrazione Eucaristica; non solo non contestualizzano quanto viene letto; ma non sanno per nulla che nella Sacra Scrittura, sia vetero che neo testamentaria, la donna ha un ruolo tuttโaltro che marginale; e non sanno neanche che il termine greco usato nel Vangelo per โdonna/sposa/moglieโ รจ โgunรจโ, dalla cui radice viene lo spagnolo โganaโ (desiderio), il tedesco โkinderโ (bambini), ed anche lโinglese โqueenโ che non ha bisogno di traduzione.
Ma se un โpoliticamente correttoโ ben preparato affermasse, giustamente peraltro, che โgunรจโ in traduzione puรฒ valere anche โconcubinaโ e โancellaโ, si potrร benissimo replicare che fradicia non รจ la radice, ma lโopera dโinnesto.
Che โla Ruahโ (Spirito Santo), possa donare luce alle nostre buie menti.
Se nelle ultime due settimane i protagonisti sono stati โfariseiโ e โpubblicaniโ (cfr. PUBBLICรNO; cfr. SICOMORO), il Vangelo di oggi ci mette dinanzi ad unโaltra classe sociale ebraica: i โsadduceiโ, dei quali abbiamo giร fatto menzione (cfr. TORNร INDIETRO), e in questa occasione siamo a ribadire quanto giร detto (I Sadducei [sacerdoti e anziani], assieme ai Farisei [per la maggior parte scribi], costituivano il Sinedrio), lasciando un eventuale approfondimento nel merito per altri incontri, qualora Dio voglia.
Eppure vorremmo, a tal proposito, offrire alcune note utili per oggi:
โ i Farisei credevano alla resurrezione dei morti, mentre i Sadducei no;
โ nonostante i Vangeli rechino spesso episodi in cui Gesรน arriva a contrasto con i Farisei, questi ultimi (ovvero il loro approccio religioso) erano molto vicini alla predicazione di nostro Signore, al contrario dei Sadducei;
โ Saulo di Tarso era fariseo (cfr. Fil 3, 5; cfr. At 23, 6; cfr. At 26, 5), e nel capitolo 23 degli Atti degli Apostoli si narra che dinanzi al Sinedrio, a Gerusalemme, alcuni scribi del partito dei Farisei, dopo che era sorto un grande clamore a seguito della proclamazione da parte di Paolo di invitare a fondare la speranza sulla risurrezione dei morti, non trovarono nulla di male nellโannuncio dellโโapostolo.
Al di lร di questa breve ed insufficiente introduzione, il tema dominante della pericope che abbiamo dinanzi in questa occasione, riprende, questa volta con vocaboli palesi, la relazione โvita-morteโ, ovvero โmorte-risurrezioneโ, sulla scia delle alternanze direzionali โbasso-alto; avanti-indietroโ giร notata le scorse settimane (cfr. SICOMORO; cfr. PUBBLICรNO; cfr. TORNร INDIETRO; cfr. GELSO), le quali alludevano implicitamente a quanto questโoggi viene reso con termini aperti.
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La questione della Risurrezione entra con vigore nel dialogo odierno tra i Sadducei e Gesรน, ed รจ da qui che vorremmo partire per sviluppare il nostro commento, e quindi estrapolare la nostra consueta parola di riferimento, la quale questโoggi sarร duplice.
Ebbene: il termine โrisurrezioneโ, o meglio questo concetto, del quale ne abbiamo espresso ripetute volte nei nostri incontri la radice semantica (โan_รฌstemiโ ovvero โsu/alto_stareโ: cfr. ad esempio GUSTIFICARSI), sembrerebbe appartenere non solo alla sfera divina, ma anche a quella umana.
Cerchiamo di argomentare.
Al di lร del fatto che molti protagonisti nei Vangeli spesso adoperano lโazione di โanรฌstemiโ (si ricordi proprio il dottore della legge che โsi alzรฒโ [Lc 10, 25]; ma anche i piรน recenti personaggi del fariseo che pregava โstando in piediโ [Lc 18, 11] e di Zaccheo โalzatosiโ [Lc 19, 8]), รจ possibile ricondurre il concetto e il termine โrisurrezioneโ anche allโidea di โnascitaโ, di โfigliolanzaโ, o, nello specifico del Vangelo odierno, di โdiscendenzaโ. E questo legame non รจ frutto dellโimmaginazione dello scrivente, ma ci viene direttamente dalla lettura evangelica che abbiamo sotto gli occhi.
Quando nel versetto 28 si ascolta: โSe muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma รจ senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratelloโ, il verbo โdiaโ nel testo originale greco รจ โexanastรจseโ, che viene proprio da โanรฌstemiโ, e lo si potrebbe tranquillamente tradurre con โfaccia_(ri)sorgereโ.
Proviamo a scendere ancora piรน in profonditร nel testo.
Analizziamo per prima la โrisurrezione in ambito umanoโ: โfar (ri)sorgere una discendenzaโ altro non significa che โlasciare figliโ (v. 31), e a noi interessa proprio il verbo LASCIARE, che nel greco originale รจ espresso con โkatรจliponโ. Questo verbo significa certamente cosรฌ comโรจ tradotto in italiano, ma la sua accezione รจ quella di โabbandonare/tralasciareโ, che troviamo anche nel verbo equivalente latino โlinquoโ. A corroborare tutto ciรฒ sovviene proprio il termine usato nel Vangelo odierno per indicare โdiscendenzaโ, ovvero โspรจrmaโ, il quale per traslato vale certamente โdiscendenzaโ, ma propriamente รจ โsemeโ; e la nota che a noi interessa รจ il fatto che dalla stessa radice di โspรจrmaโ viene il verbo latino โspargoโ e lโaggettivo latino โsparsusโ, che significano (anche in italiano la radice รจ la stessa e ben manifesta) โspargere/sparsoโ, ma anche โdisperdere/dispersoโ (chiara รจ lโimmagine della semina che avveniva a mano, e questo รจ stato anche da noi fino a poche decine di anni fa: รจ naturale che seminando con questa operazione manuale, molto โsemeโ rischiava di esse โsparso maleโ, ovvero โdispersoโ).
Ecco, allora, la qualitร della โrisurrezione umanaโ: certamente รจ un โnascereโ e, se vogliamo, certamente รจ un โri-nascereโ, dato che il generante rivive distintamente, nelle fattezze e nei geni, ed anche nel nome, nel generato. Ma questa โanรฌstemi umanaโ รจ un โdisperdereโ, un โabbandonareโ: il generante, per dirla alla buona, rivive nel โsemeโ, ma non รจ presente in carne ed ossa.
Qual รจ, invece, la โRisurrezioneโ che appartiene a nostro Signore Gesรน Cristo?
Anche in questo caso, come sempre, lasciamo che a parlare sia il testo evangelico.
Il versetto 35 recita: โma quelli che SONO GIUDICATI DEGNI della vita futura e della risurrezione dai mortiโ. A fronte dellโumano โkatรจlipรฒnโ (lasciare/abbandonare), la Risurrezione del Signore รจ โkataxiothรจntesโ. Questโultimo verbo esprime assolutamente il concetto espresso cosรฌ come nella traduzione italiana (โsono giudicati degniโ), ma nella sua radice il lemma in questione ha in sรฉ il significato di โcontrabbilanciareโ e di โprezzo.โ
Connettere questi due sensi sembra, come lo รจ stato in altre occasioni in cui ci siamo trovati in passato, apparentemente fuori luogo, eppure, come nelle altre volte, il legame รจ assai stretto: il โprezzoโ (axรฌa) non รจ forse lโesplicitazione di una โequivalenza di valoreโ, ovvero lโespressione di una โdegna valutazioneโ, ergo un โcontrabbilanciareโ (ร xios)?
Ma non basta: il โprezzo (contrabbilanciare)โ รจ tutto il contrario di โlasciare/abbandonareโ. Pensiamoci bene: il prezzo altro non รจ che voler โmantenere o accrescereโ (contrabbilanciare), la quota_valore del proprio patrimonio. Tuttโaltro che โdisperdereโ. Tanto รจ vero che la logica del vendere a un dato prezzo non รจ quella del rimetterci, e la logica del comprare a un dato prezzo non รจ quella dello scialacquare.
Ma non basta ancora, poichรฉ โprezzo (contrabbilanciare)โ ci porta anche ad un altro concetto, ovvero quello di โsacrificioโ: il prezzo altro non รจ che il frutto (contrabbilanciare) del proprio sacrificio. Il sacrificio del venditore ha un prezzo, e il prezzo chiama al sacrificio il compratore.
Ecco, allora, che โkataxiothรจntesโ puรฒ essere tradotto letteralmente con โstabilire_il_prezzoโ, e la frase evangelica in questione puรฒ essere trasposta cosรฌ: โma quelli per i quali รจ_stato_stabilito_il_prezzo della vita futura e della risurrezione dai mortiโ.
Appare quindi manifesta, in tutto il suo valore, la portata della โRisurrezione Divinaโ: nostro Signore Gesรน Cristo non รจ abbandono, non ci lascia dispersi. Egli che รจ il Risorto e il Vivente, Egli che ci ha dato la vita, vuole radunarci risorti e viventi, affinchรฉ possiamo trionfare nella Salvezza stando in seno a Lui in eterno.
Ma accanto a ciรฒ, esplode poderoso lโevento piรน scandaloso ed incomprensibile: il Signore non solo ha stabilito il prezzo per la nostra Risurrezione di Salvezza, ma รจ stato Egli stesso a pagare questo prezzo; il Dio che ci โvendeโ la Risurrezione di Salvezza, che gli รจ costata il sacrificio della sua vita, รจ lo stesso che ce lโha โcomprataโ pagando al posto nostro, col sacrificio della sua vita. In parole semplici, nostro Signore Gesรน Cristo donando la sua vita, ci ha donato la Risurrezione di Salvezza.
La logica raziocinante, a questo punto, se ne uscirebbe fuori con la seguente cogitazione: โMa se Gesรน Cristo รจ Dio Eterno, il dono della sua vita altro non รจ che una farsa: il concetto di โeternitร โ, infatti, esclude propriamente quelli di โvitaโ e โmorteโ. Ergo, o ammettiamo che Gesรน Cristo non รจ Dio, quindi ha potuto vivere e morire, oppure se fosse Dio Eterno, tutto quello che ci raccontano i Vangeli รจ una burlaโ.
Dinanzi a ciรฒ, nessuna argomentazione terrena potrebbe mai essere soddisfacente come risposta, ma se la fede fosse prepotentemente sfidata e costretta ad una replica, altro non potrebbe fare se non come farebbe una bambina smarrita al cospetto di una situazione di sconcerto: chiamare in soccorso il proprio Padre. Ebbene, il nome di questo Padre รจ: โIo Sono Colui che Sonoโ. A fronte del mondo che venera la congrua logica dellโ โavereโ, nostro Signore Gesรน Cristo รจ lโincongrua sconfinatezza dellโ โessereโ.
Ma cโรจ una nota curiosa che questo Padre chiamato fa notare: il suo nome รจ proclamato in Esodo 3, 14: non si accende qualche spia alla logica raziocinante? Non si definisce con โ3,14โ, ovvero โฯ (Pi greco)โ, il rapporto tra circonferenza (infinito) e diametro (segmento)? Ed รจ curioso anche come il โฯ (Pi greco)โ sia una costante matematica (numero โrealeโ) e allo stesso tempo un numero โirrazionaleโ e โtrascendenteโ.
Ci basti per non naufragare.
Giunti al termine, vogliamo concludere tornando al testo evangelico odierno per offrire, superficialmente, la chiusura del cerchio dei contenuti sopra sviluppati.
Il termine โRisurrezioneโ, nei Vangeli in generale, e in particolare proprio nella pericope odierna, viene espresso sia con lโoramai arcinoto โanรฌstemiโ, sia con un altro verbo: โegรจiroโ: โChe poi i morti risorgano (egรจirontai), lo ha indicato anche Mosรจโฆโ (v. 37).
Se โanistemiโ (stare_su/in_piedi) veicola, nel suo concetto di fondo, propriamente una condizione di posa, una posizione, โegรจiroโ, invece, denota maggiormente la dinamicitร di una azione, in quanto significa primariamente โsvegliare/destareโ (cfr. lat. โexpergiscorโ).
Da qui possiamo giungere ad una ancor piรน precisa conclusione: la โrisurrezione umanaโ รจ certamente un โanรฌstemiโ (restare_in_piedi), ma questo carattere appartiene al โsemeโ (spรจrma) di una persona (ovvero per traslato ai geni trasmessi e anche al nome che perdura), ma non alla persona stessa.
La โRisurrezione Divinaโ, invece, รจ lo โstare_in_piediโ (anรฌstemi) della persona โsveglia e destaโ (egรจiro). Nostro Signore Gesรน Cristo non รจ risorto per traslato: Egli รจ vivo, adesso, ora, in questo istante, e cosรฌ saremo noi quando verrร il tempo.
Se poi, da risorti, staremo con Lui, o in assenza di Lui, questo, perรฒ, spetta a noi e alla decisione libera della nostra volontร . Oggi!
Quello che ci viene offerto รจ stato tutto giร pagato e acquistato per noi: lโunico โprezzoโ che ci รจ chiesto รจ scegliere liberamente di volerla questa Risurrezione di Salvezza, ovvero scegliere di โconsacrareโ (sacro-facio) la propria vita al Signore nostro Gesรน Cristo.
Vuoi?
Per gentile concessione di Fabio Quadrini che cura, insieme a sua moglie, anche la rubrica ALLA SCOPERTA DELLA SINDONE: https://unaminoranzacreativa.
Letture della
XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO โ ANNO C
Prima Lettura
Il re dellโuniverso ci risusciterร a vita nuova ed eterna.
Dal secondo libro dei Maccabรจi
2 Mac 7,1-2.9-14
ย
In quei giorni, ci fu il caso di sette fratelli che, presi insieme alla loro madre, furono costretti dal re, a forza di flagelli e nerbate, a cibarsi di carni suine proibite.
ย
Uno di loro, facendosi interprete di tutti, disse: ยซChe cosa cerchi o vuoi sapere da noi? Siamo pronti a morire piuttosto che trasgredire le leggi dei padriยป.
ย
[E il secondo,] giunto allโultimo respiro, disse: ยซTu, o scellerato, ci elimini dalla vita presente, ma il re dellโuniverso, dopo che saremo morti per le sue leggi, ci risusciterร a vita nuova ed eternaยป.
ย
Dopo costui fu torturato il terzo, che alla loro richiesta mise fuori prontamente la lingua e stese con coraggio le mani, dicendo dignitosamente: ยซDal Cielo ho queste membra e per le sue leggi le disprezzo, perchรฉ da lui spero di riaverle di nuovoยป. Lo stesso re e i suoi dignitari rimasero colpiti dalla fierezza di questo giovane, che non teneva in nessun conto le torture.
ย
Fatto morire anche questo, si misero a straziare il quarto con gli stessi tormenti. Ridotto in fin di vita, egli diceva: ยซร preferibile morire per mano degli uomini, quando da Dio si ha la speranza di essere da lui di nuovo risuscitati; ma per te non ci sarร davvero risurrezione per la vitaยป.
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Sal 16 (17)
R. Ci sazieremo, Signore, contemplando il tuo volto.
Ascolta, Signore, la mia giusta causa,
sii attento al mio grido.
Porgi lโorecchio alla mia preghiera:
sulle mie labbra non cโรจ inganno. R.
ย
Tieni saldi i miei passi sulle tue vie
e i miei piedi non vacilleranno.
Io tโinvoco poichรฉ tu mi rispondi, o Dio;
tendi a me lโorecchio, ascolta le mie parole, R.
ย
Custodiscimi come pupilla degli occhi,
allโombra delle tue ali nascondimi,
io nella giustizia contemplerรฒ il tuo volto,
al risveglio mi sazierรฒ della tua immagine. R.
Seconda Lettura
Il Signore vi confermi in ogni opera e parola di bene.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicรฉsi
2 Ts 2,16 – 3,5
ย
Fratelli, lo stesso Signore nostro Gesรน Cristo e Dio, Padre nostro, che ci ha amati e ci ha dato, per sua grazia, una consolazione eterna e una buona speranza, conforti i vostri cuori e li confermi in ogni opera e parola di bene.
ย
Per il resto, fratelli, pregate per noi, perchรฉ la parola del Signore corra e sia glorificata, come lo รจ anche tra voi, e veniamo liberati dagli uomini corrotti e malvagi. La fede infatti non รจ di tutti. Ma il Signore รจ fedele: egli vi confermerร e vi custodirร dal Maligno.
ย
Riguardo a voi, abbiamo questa fiducia nel Signore: che quanto noi vi ordiniamo giร lo facciate e continuerete a farlo. Il Signore guidi i vostri cuori allโamore di Dio e alla pazienza di Cristo.
Parola di Dio
Vangelo
Dio non รจ dei morti, ma dei viventi.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 20, 27-38
ย
In quel tempo, si avvicinarono a Gesรน alcuni sadducรจi โ i quali dicono che non cโรจ risurrezione โ e gli posero questa domanda: ยซMaestro, Mosรจ ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma รจ senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. Cโerano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morรฌ senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e cosรฌ tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morรฌ anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarร moglie? Poichรฉ tutti e sette lโhanno avuta in moglieยป.
ย
Gesรน rispose loro: ยซI figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono nรฉ moglie nรฉ marito: infatti non possono piรน morire, perchรฉ sono uguali agli angeli e, poichรฉ sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosรจ a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore รจ il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non รจ dei morti, ma dei viventi; perchรฉ tutti vivono per luiยป.
Parola del Signore
Oppure forma breve Lc 20,27.34-38
Dio non รจ dei morti, ma dei viventi.
Dal Vangelo secondo Luca
ย
In quel tempo, disse Gesรน ad alcuni sadducรจi, i quali dicono che non cโรจ risurrezione:
ย
ยซI figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono nรฉ moglie nรฉ marito: infatti non possono piรน morire, perchรฉ sono uguali agli angeli e, poichรฉ sono figli della risurrezione, sono figli di Dio.
ย
Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosรจ a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore รจ il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non รจ dei morti, ma dei viventi; perchรฉ tutti vivono per luiยป.
Parola del Signore