Fabio Quadrini – Commento al Vangelo di domenica 10 Novembre 2019

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Chissร  come commenterebbe la nostra societร  โ€œpoliticamente correttaโ€ lโ€™estratto evangelico proposto questโ€™oggi dalla sacra liturgia: la Chiesa che propaga la prepotenza dellโ€™uomo sulla donna; il prete che predica la sottomissione della donna dinanzi allโ€™egoismo dellโ€™uomo; il Vangelo che descrive la donna come una detestabile divoratrice dโ€™uomini; i Testi Sacri che rappresentano la donna come lโ€™unica colpevole della mancata discendenza dellโ€™uomo.

Peccato che coloro i quali blaterano queste cose, non solo non partecipano alla celebrazione Eucaristica; non solo non contestualizzano quanto viene letto; ma non sanno per nulla che nella Sacra Scrittura, sia vetero che neo testamentaria, la donna ha un ruolo tuttโ€™altro che marginale; e non sanno neanche che il termine greco usato nel Vangelo per โ€œdonna/sposa/moglieโ€ รจ โ€œgunรจโ€, dalla cui radice viene lo spagnolo โ€œganaโ€ (desiderio), il tedesco โ€œkinderโ€ (bambini), ed anche lโ€™inglese โ€œqueenโ€ che non ha bisogno di traduzione.
Ma se un โ€œpoliticamente correttoโ€ ben preparato affermasse, giustamente peraltro, che โ€œgunรจโ€ in traduzione puรฒ valere anche โ€œconcubinaโ€ e โ€œancellaโ€, si potrร  benissimo replicare che fradicia non รจ la radice, ma lโ€™opera dโ€™innesto.

Che โ€œla Ruahโ€ (Spirito Santo), possa donare luce alle nostre buie menti.

Se nelle ultime due settimane i protagonisti sono stati โ€œfariseiโ€ e โ€œpubblicaniโ€ (cfr. PUBBLICร€NO; cfr. SICOMORO), il Vangelo di oggi ci mette dinanzi ad unโ€™altra classe sociale ebraica: i โ€œsadduceiโ€, dei quali abbiamo giร  fatto menzione (cfr. TORNร’ INDIETRO), e in questa occasione siamo a ribadire quanto giร  detto (I Sadducei [sacerdoti e anziani], assieme ai Farisei [per la maggior parte scribi], costituivano il Sinedrio), lasciando un eventuale approfondimento nel merito per altri incontri, qualora Dio voglia.
Eppure vorremmo, a tal proposito, offrire alcune note utili per oggi:
โ€“ i Farisei credevano alla resurrezione dei morti, mentre i Sadducei no;
โ€“ nonostante i Vangeli rechino spesso episodi in cui Gesรน arriva a contrasto con i Farisei, questi ultimi (ovvero il loro approccio religioso) erano molto vicini alla predicazione di nostro Signore, al contrario dei Sadducei;
โ€“ Saulo di Tarso era fariseo (cfr. Fil 3, 5; cfr. At 23, 6; cfr. At 26, 5), e nel capitolo 23 degli Atti degli Apostoli si narra che dinanzi al Sinedrio, a Gerusalemme, alcuni scribi del partito dei Farisei, dopo che era sorto un grande clamore a seguito della proclamazione da parte di Paolo di invitare a fondare la speranza sulla risurrezione dei morti, non trovarono nulla di male nellโ€™annuncio dellโ€™โ€™apostolo.

Al di lร  di questa breve ed insufficiente introduzione, il tema dominante della pericope che abbiamo dinanzi in questa occasione, riprende, questa volta con vocaboli palesi, la relazione โ€œvita-morteโ€, ovvero โ€œmorte-risurrezioneโ€, sulla scia delle alternanze direzionali โ€œbasso-alto; avanti-indietroโ€ giร  notata le scorse settimane (cfr. SICOMORO; cfr. PUBBLICร€NO; cfr. TORNร’ INDIETRO; cfr. GELSO), le quali alludevano implicitamente a quanto questโ€™oggi viene reso con termini aperti.

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La questione della Risurrezione entra con vigore nel dialogo odierno tra i Sadducei e Gesรน, ed รจ da qui che vorremmo partire per sviluppare il nostro commento, e quindi estrapolare la nostra consueta parola di riferimento, la quale questโ€™oggi sarร  duplice.
Ebbene: il termine โ€œrisurrezioneโ€, o meglio questo concetto, del quale ne abbiamo espresso ripetute volte nei nostri incontri la radice semantica (โ€œan_รฌstemiโ€ ovvero โ€œsu/alto_stareโ€: cfr. ad esempio GUSTIFICARSI), sembrerebbe appartenere non solo alla sfera divina, ma anche a quella umana.
Cerchiamo di argomentare.

Al di lร  del fatto che molti protagonisti nei Vangeli spesso adoperano lโ€™azione di โ€œanรฌstemiโ€ (si ricordi proprio il dottore della legge che โ€œsi alzรฒโ€ [Lc 10, 25]; ma anche i piรน recenti personaggi del fariseo che pregava โ€œstando in piediโ€ [Lc 18, 11] e di Zaccheo โ€œalzatosiโ€ [Lc 19, 8]), รจ possibile ricondurre il concetto e il termine โ€œrisurrezioneโ€ anche allโ€™idea di โ€œnascitaโ€, di โ€œfigliolanzaโ€, o, nello specifico del Vangelo odierno, di โ€œdiscendenzaโ€. E questo legame non รจ frutto dellโ€™immaginazione dello scrivente, ma ci viene direttamente dalla lettura evangelica che abbiamo sotto gli occhi.
Quando nel versetto 28 si ascolta: โ€œSe muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma รจ senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratelloโ€, il verbo โ€œdiaโ€ nel testo originale greco รจ โ€œexanastรจseโ€, che viene proprio da โ€œanรฌstemiโ€, e lo si potrebbe tranquillamente tradurre con โ€œfaccia_(ri)sorgereโ€.
Proviamo a scendere ancora piรน in profonditร  nel testo.

Analizziamo per prima la โ€œrisurrezione in ambito umanoโ€: โ€œfar (ri)sorgere una discendenzaโ€ altro non significa che โ€œlasciare figliโ€ (v. 31), e a noi interessa proprio il verbo LASCIARE, che nel greco originale รจ espresso con โ€œkatรจliponโ€. Questo verbo significa certamente cosรฌ comโ€™รจ tradotto in italiano, ma la sua accezione รจ quella di โ€œabbandonare/tralasciareโ€, che troviamo anche nel verbo equivalente latino โ€œlinquoโ€. A corroborare tutto ciรฒ sovviene proprio il termine usato nel Vangelo odierno per indicare โ€œdiscendenzaโ€, ovvero โ€œspรจrmaโ€, il quale per traslato vale certamente โ€œdiscendenzaโ€, ma propriamente รจ โ€œsemeโ€; e la nota che a noi interessa รจ il fatto che dalla stessa radice di โ€œspรจrmaโ€ viene il verbo latino โ€œspargoโ€ e lโ€™aggettivo latino โ€œsparsusโ€, che significano (anche in italiano la radice รจ la stessa e ben manifesta) โ€œspargere/sparsoโ€, ma anche โ€œdisperdere/dispersoโ€ (chiara รจ lโ€™immagine della semina che avveniva a mano, e questo รจ stato anche da noi fino a poche decine di anni fa: รจ naturale che seminando con questa operazione manuale, molto โ€œsemeโ€ rischiava di esse โ€œsparso maleโ€, ovvero โ€œdispersoโ€).

Ecco, allora, la qualitร  della โ€œrisurrezione umanaโ€: certamente รจ un โ€œnascereโ€ e, se vogliamo, certamente รจ un โ€œri-nascereโ€, dato che il generante rivive distintamente, nelle fattezze e nei geni, ed anche nel nome, nel generato. Ma questa โ€œanรฌstemi umanaโ€ รจ un โ€œdisperdereโ€, un โ€œabbandonareโ€: il generante, per dirla alla buona, rivive nel โ€œsemeโ€, ma non รจ presente in carne ed ossa.

Qual รจ, invece, la โ€œRisurrezioneโ€ che appartiene a nostro Signore Gesรน Cristo?
Anche in questo caso, come sempre, lasciamo che a parlare sia il testo evangelico.

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Il Santo Sepolcro (Basilica del Santo Sepolcro, Gerusalemme)

Il versetto 35 recita: โ€œma quelli che SONO GIUDICATI DEGNI della vita futura e della risurrezione dai mortiโ€. A fronte dellโ€™umano โ€œkatรจlipรฒnโ€ (lasciare/abbandonare), la Risurrezione del Signore รจ โ€œkataxiothรจntesโ€. Questโ€™ultimo verbo esprime assolutamente il concetto espresso cosรฌ come nella traduzione italiana (โ€œsono giudicati degniโ€), ma nella sua radice il lemma in questione ha in sรฉ il significato di โ€œcontrabbilanciareโ€ e di โ€œprezzo.โ€
Connettere questi due sensi sembra, come lo รจ stato in altre occasioni in cui ci siamo trovati in passato, apparentemente fuori luogo, eppure, come nelle altre volte, il legame รจ assai stretto: il โ€œprezzoโ€ (axรฌa) non รจ forse lโ€™esplicitazione di una โ€œequivalenza di valoreโ€, ovvero lโ€™espressione di una โ€œdegna valutazioneโ€, ergo un โ€œcontrabbilanciareโ€ (ร xios)?
Ma non basta: il โ€œprezzo (contrabbilanciare)โ€ รจ tutto il contrario di โ€œlasciare/abbandonareโ€. Pensiamoci bene: il prezzo altro non รจ che voler โ€œmantenere o accrescereโ€ (contrabbilanciare), la quota_valore del proprio patrimonio. Tuttโ€™altro che โ€œdisperdereโ€. Tanto รจ vero che la logica del vendere a un dato prezzo non รจ quella del rimetterci, e la logica del comprare a un dato prezzo non รจ quella dello scialacquare.

Ma non basta ancora, poichรฉ โ€œprezzo (contrabbilanciare)โ€ ci porta anche ad un altro concetto, ovvero quello di โ€œsacrificioโ€: il prezzo altro non รจ che il frutto (contrabbilanciare) del proprio sacrificio. Il sacrificio del venditore ha un prezzo, e il prezzo chiama al sacrificio il compratore.

Ecco, allora, che โ€œkataxiothรจntesโ€ puรฒ essere tradotto letteralmente con โ€œstabilire_il_prezzoโ€, e la frase evangelica in questione puรฒ essere trasposta cosรฌ: โ€œma quelli per i quali รจ_stato_stabilito_il_prezzo della vita futura e della risurrezione dai mortiโ€.

Appare quindi manifesta, in tutto il suo valore, la portata della โ€œRisurrezione Divinaโ€: nostro Signore Gesรน Cristo non รจ abbandono, non ci lascia dispersi. Egli che รจ il Risorto e il Vivente, Egli che ci ha dato la vita, vuole radunarci risorti e viventi, affinchรฉ possiamo trionfare nella Salvezza stando in seno a Lui in eterno.
Ma accanto a ciรฒ, esplode poderoso lโ€™evento piรน scandaloso ed incomprensibile: il Signore non solo ha stabilito il prezzo per la nostra Risurrezione di Salvezza, ma รจ stato Egli stesso a pagare questo prezzo; il Dio che ci โ€œvendeโ€ la Risurrezione di Salvezza, che gli รจ costata il sacrificio della sua vita, รจ lo stesso che ce lโ€™ha โ€œcomprataโ€ pagando al posto nostro, col sacrificio della sua vita. In parole semplici, nostro Signore Gesรน Cristo donando la sua vita, ci ha donato la Risurrezione di Salvezza.

La logica raziocinante, a questo punto, se ne uscirebbe fuori con la seguente cogitazione: โ€œMa se Gesรน Cristo รจ Dio Eterno, il dono della sua vita altro non รจ che una farsa: il concetto di โ€˜eternitร โ€™, infatti, esclude propriamente quelli di โ€˜vitaโ€™ e โ€˜morteโ€™. Ergo, o ammettiamo che Gesรน Cristo non รจ Dio, quindi ha potuto vivere e morire, oppure se fosse Dio Eterno, tutto quello che ci raccontano i Vangeli รจ una burlaโ€.

Dinanzi a ciรฒ, nessuna argomentazione terrena potrebbe mai essere soddisfacente come risposta, ma se la fede fosse prepotentemente sfidata e costretta ad una replica, altro non potrebbe fare se non come farebbe una bambina smarrita al cospetto di una situazione di sconcerto: chiamare in soccorso il proprio Padre. Ebbene, il nome di questo Padre รจ: โ€œIo Sono Colui che Sonoโ€. A fronte del mondo che venera la congrua logica dellโ€™ โ€œavereโ€, nostro Signore Gesรน Cristo รจ lโ€™incongrua sconfinatezza dellโ€™ โ€œessereโ€.

Ma cโ€™รจ una nota curiosa che questo Padre chiamato fa notare: il suo nome รจ proclamato in Esodo 3, 14: non si accende qualche spia alla logica raziocinante? Non si definisce con โ€œ3,14โ€, ovvero โ€œฯ€ (Pi greco)โ€, il rapporto tra circonferenza (infinito) e diametro (segmento)? Ed รจ curioso anche come il โ€œฯ€ (Pi greco)โ€ sia una costante matematica (numero โ€œrealeโ€) e allo stesso tempo un numero โ€œirrazionaleโ€ e โ€œtrascendenteโ€.
Ci basti per non naufragare.

Giunti al termine, vogliamo concludere tornando al testo evangelico odierno per offrire, superficialmente, la chiusura del cerchio dei contenuti sopra sviluppati.
Il termine โ€œRisurrezioneโ€, nei Vangeli in generale, e in particolare proprio nella pericope odierna, viene espresso sia con lโ€™oramai arcinoto โ€œanรฌstemiโ€, sia con un altro verbo: โ€œegรจiroโ€: โ€œChe poi i morti risorgano (egรจirontai), lo ha indicato anche Mosรจโ€ฆโ€ (v. 37).
Se โ€œanistemiโ€ (stare_su/in_piedi) veicola, nel suo concetto di fondo, propriamente una condizione di posa, una posizione, โ€œegรจiroโ€, invece, denota maggiormente la dinamicitร  di una azione, in quanto significa primariamente โ€œsvegliare/destareโ€ (cfr. lat. โ€œexpergiscorโ€).
Da qui possiamo giungere ad una ancor piรน precisa conclusione: la โ€œrisurrezione umanaโ€ รจ certamente un โ€œanรฌstemiโ€ (restare_in_piedi), ma questo carattere appartiene al โ€œsemeโ€ (spรจrma) di una persona (ovvero per traslato ai geni trasmessi e anche al nome che perdura), ma non alla persona stessa.

La โ€œRisurrezione Divinaโ€, invece, รจ lo โ€œstare_in_piediโ€ (anรฌstemi) della persona โ€œsveglia e destaโ€ (egรจiro). Nostro Signore Gesรน Cristo non รจ risorto per traslato: Egli รจ vivo, adesso, ora, in questo istante, e cosรฌ saremo noi quando verrร  il tempo.
Se poi, da risorti, staremo con Lui, o in assenza di Lui, questo, perรฒ, spetta a noi e alla decisione libera della nostra volontร . Oggi!

Quello che ci viene offerto รจ stato tutto giร  pagato e acquistato per noi: lโ€™unico โ€œprezzoโ€ che ci รจ chiesto รจ scegliere liberamente di volerla questa Risurrezione di Salvezza, ovvero scegliere di โ€œconsacrareโ€ (sacro-facio) la propria vita al Signore nostro Gesรน Cristo.
Vuoi?

Fonte

Per gentile concessione di Fabio Quadrini che cura, insieme a sua moglie, anche la rubrica ALLA SCOPERTA DELLA SINDONE: https://unaminoranzacreativa.wordpress.com/category/sindone/

Letture della
XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO โ€“ ANNO C

Prima Lettura

Il re dellโ€™universo ci risusciterร  a vita nuova ed eterna.

Dal secondo libro dei Maccabรจi
2 Mac 7,1-2.9-14

ย 
In quei giorni, ci fu il caso di sette fratelli che, presi insieme alla loro madre, furono costretti dal re, a forza di flagelli e nerbate, a cibarsi di carni suine proibite.
ย 
Uno di loro, facendosi interprete di tutti, disse: ยซChe cosa cerchi o vuoi sapere da noi? Siamo pronti a morire piuttosto che trasgredire le leggi dei padriยป.
ย 
[E il secondo,] giunto allโ€™ultimo respiro, disse: ยซTu, o scellerato, ci elimini dalla vita presente, ma il re dellโ€™universo, dopo che saremo morti per le sue leggi, ci risusciterร  a vita nuova ed eternaยป.
ย 
Dopo costui fu torturato il terzo, che alla loro richiesta mise fuori prontamente la lingua e stese con coraggio le mani, dicendo dignitosamente: ยซDal Cielo ho queste membra e per le sue leggi le disprezzo, perchรฉ da lui spero di riaverle di nuovoยป. Lo stesso re e i suoi dignitari rimasero colpiti dalla fierezza di questo giovane, che non teneva in nessun conto le torture.
ย 
Fatto morire anche questo, si misero a straziare il quarto con gli stessi tormenti. Ridotto in fin di vita, egli diceva: ยซรˆ preferibile morire per mano degli uomini, quando da Dio si ha la speranza di essere da lui di nuovo risuscitati; ma per te non ci sarร  davvero risurrezione per la vitaยป.

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Sal 16 (17)
R. Ci sazieremo, Signore, contemplando il tuo volto.

Ascolta, Signore, la mia giusta causa,
sii attento al mio grido.
Porgi lโ€™orecchio alla mia preghiera:
sulle mie labbra non cโ€™รจ inganno. R.
ย 
Tieni saldi i miei passi sulle tue vie
e i miei piedi non vacilleranno.
Io tโ€™invoco poichรฉ tu mi rispondi, o Dio;
tendi a me lโ€™orecchio, ascolta le mie parole, R.
ย 
Custodiscimi come pupilla degli occhi,
allโ€™ombra delle tue ali nascondimi,
io nella giustizia contemplerรฒ il tuo volto,
al risveglio mi sazierรฒ della tua immagine. R.

Seconda Lettura

Il Signore vi confermi in ogni opera e parola di bene.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicรฉsi
2 Ts 2,16 – 3,5

ย 
Fratelli, lo stesso Signore nostro Gesรน Cristo e Dio, Padre nostro, che ci ha amati e ci ha dato, per sua grazia, una consolazione eterna e una buona speranza, conforti i vostri cuori e li confermi in ogni opera e parola di bene.
ย 
Per il resto, fratelli, pregate per noi, perchรฉ la parola del Signore corra e sia glorificata, come lo รจ anche tra voi, e veniamo liberati dagli uomini corrotti e malvagi. La fede infatti non รจ di tutti. Ma il Signore รจ fedele: egli vi confermerร  e vi custodirร  dal Maligno.
ย 
Riguardo a voi, abbiamo questa fiducia nel Signore: che quanto noi vi ordiniamo giร  lo facciate e continuerete a farlo. Il Signore guidi i vostri cuori allโ€™amore di Dio e alla pazienza di Cristo.

Parola di Dio

Vangelo

Dio non รจ dei morti, ma dei viventi.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 20, 27-38

ย 
In quel tempo, si avvicinarono a Gesรน alcuni sadducรจi โ€“ i quali dicono che non cโ€™รจ risurrezione โ€“ e gli posero questa domanda: ยซMaestro, Mosรจ ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma รจ senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. Cโ€™erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morรฌ senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e cosรฌ tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morรฌ anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarร  moglie? Poichรฉ tutti e sette lโ€™hanno avuta in moglieยป.
ย 
Gesรน rispose loro: ยซI figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono nรฉ moglie nรฉ marito: infatti non possono piรน morire, perchรฉ sono uguali agli angeli e, poichรฉ sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosรจ a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore รจ il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non รจ dei morti, ma dei viventi; perchรฉ tutti vivono per luiยป.

Parola del Signore

Oppure forma breve Lc 20,27.34-38
Dio non รจ dei morti, ma dei viventi.
Dal Vangelo secondo Luca
ย 
In quel tempo, disse Gesรน ad alcuni sadducรจi, i quali dicono che non cโ€™รจ risurrezione:
ย 
ยซI figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono nรฉ moglie nรฉ marito: infatti non possono piรน morire, perchรฉ sono uguali agli angeli e, poichรฉ sono figli della risurrezione, sono figli di Dio.
ย 
Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosรจ a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore รจ il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non รจ dei morti, ma dei viventi; perchรฉ tutti vivono per luiยป.

Parola del Signore