Etica ed economia. Un nuovo modello di crescita economica

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II binomio etica ed economia è stato finora molto discusso, ma poco applicato. Oggi si sta finalmente iniziando a capire che i due concetti sono inscindibili e che la loro collaborazione è di vitale importanza.

L’economia è universalmente considerata una disciplina prioritariamente legata al perseguimento della ricchezza, ma tale ricchezza non può essere considerata fine a se stessa, bensì un mezzo per raggiungere altri fini. Non è possibile, quindi, dissociare la declinazione di una visione economica da quello dell’etica e della filosofia politica. A qualsiasi scuola appartengano, gli economisti non possono non riconoscere che l’uomo sia mosso nelle sue azioni da finalità non solo strettamente utilitaristiche, ma anche morali.

Lo stesso Adam Smith, nella “Teoria dei sentimenti morali”, dimostra di avere una concezione ben più allargata ed è ben lontano dal considerare il comportamento auto interessato come l’unico vero motore razionale. Un intelligente perseguimento dei propri interessi non può prescindere da valori quali l’equità, la giustizia e lo spirito pubblico che sono le qualità più utili alla convivenza sociale.
La concezione di un’etica interessata alle norme ma non ai risultati concreti e di un’economia viceversa esclusivamente attenta alle conseguenze, è tramontata.

Le conseguenze delle azioni pubbliche e private vanno inevitabilmente valutate non più in termini strettamente utilitaristici, ma perseguendo quell’ideale più ampio della “fioritura umana” che fu di Aristotele.

Fare bene, insomma, conviene.

Da Radio Radicale