Esegesi e commento al Vangelo di Lunedì 6 Gennaio 2020 – p. Rinaldo Paganelli

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Il Signore si manifesta a chi lo cerca

Dio, nella persona di Gesù di Nazaret, suo Figlio unigenito, unico Signore dell’universo e unico Salvatore, si manifesta a tutti i popoli senza discriminazione alcuna, per fare di ogni uomo un cittadino del suo Regno di giustizia, di pace e di amore. Questo è il messaggio che ci viene dall’antichissima festa dell’Epifania. Un drappello di personaggi inconsueti, dal numero imprecisato, designati con il nome abbastanza vago di «magi», lasciano i loro Paesi a oriente del Giordano e si mettono in cammino alla ricerca di Dio. Sono motivati dalla persuasione che il Re del cielo e della terra con una eccezionale iniziativa salvifica è entrato nella vicenda umana. Verosimilmente anche altri avranno avuto la stessa notizia e la stessa ispirazione; ma costoro non si sono mossi dalla quiete delle loro case, forse timorosi delle fatiche e dei disagi del viaggio, forse incapaci di affrontare l’ostilità e la prevedibile ironia della gente.

La luce guida tutti

Gesù è anche colui che realizza la promessa fatta ad Abramo, nella cui discendenza sarebbero state benedette tutte le genti della terra, tutta l’umanità (cf Gen 12,1-3): fin dalla nascita Gesù è cercato e riconosciuto dai pagani, dalle genti. Dio, si sa, si propone ma non si impone all’anelito delle sue creature. Anzi usa avvicinarsi a noi e chiamarci, più che altro, attraverso «segni». Segni che in parte lo svelano e in parte lo celano al nostro sguardo. Così, un cuore arido e prevenuto può sempre accampare qualche pretesto per eluderlo o addirittura respingerlo; mentre un cuore sincero e umile arriva agevolmente a scorgere le ragioni convincenti per accettarlo.
La luce, come simbolo di un Dio che si rivela e si fa presente, risplende nella stella che guida non solo il piccolo popolo dell’antica promessa, ma tutte le nazioni. Gerusalemme però ha disatteso la storia e il suo posto è stato preso dalla piccola e oscura Betlemme. La cittadina di Giuda si oppone alla grande Gerusalemme, la quale si turba insieme con il suo re alla domanda dei magi «dov’è colui che è nato?», e diventa la sede del faraone che sterminerà i figli degli ebrei. Nel cammino esodico di Gesù è riassunta tutta la storia di Israele, con tutte le sue glorie e le sue povertà.
Gesù è il nuovo Israele ricercato come fonte della luce. Anche se i modi di questa ricerca sono diversi.

Il coraggio di cercarlo

Ci sono di quelli che non lo cercano affatto, perché si sono fatti un cuore piccolo e rattrappito, che «vive di solo pane» (cf Mt 4,4). Molti invece non cercano Dio perché, abbagliati dal progresso, lo considerano ormai superfluo. C’è poi chi nella sua ricerca è impedito dalla volontà e dall’orgoglio di credersi e di sentirsi del tutto autonomo e autosufficiente. Una parola di simpatia va spesa per coloro che cercano Dio, anche con impegno e sofferto desiderio, ma hanno l’impressione di non riuscire ad arrivare a lui.
Talvolta c’è, in questi inquieti ricercatori, nascosta, la paura di approdare alla mèta. Ci vuole molto coraggio per arrivare a Betlemme, per prostrarsi davanti al Re dell’universo e dei cuori, per fargli dono di quanto abbiamo e di tutto ciò che siamo (cf Mt 2,11).
E il Signore questo coraggio presto o tardi lo dà. Se uno si mette davvero in cerca di Dio, è segno che almeno inizialmente, in maniera aurorale, Dio da lui si è già lasciato trovare. Alla fine, l’avventura travagliata dell’uomo approda alla gioia di possedere una luce dall’alto che ci illumina e orienta con tranquillità nei sentieri della vita: «Al vedere la stella, [i Magi] provarono una gioia grandissima» (Mt 2,10). È una interiore letizia che ripaga con sovrabbondanza di tutte le pene, le trepidazioni, gli affanni sostenuti nella ricerca.

PER IL CONFRONTO NEL GRUPPO

– Che azioni metti in atto per avvicinarti maggiormente al Signore?
– C’è qualcosa che ti appassiona dell’universalità della Chiesa?

IN FAMIGLIA

In una sera di cielo sereno prima o dopo la festa dell’Epifania usciamo ben vestiti e ci fermiamo a osservare le stelle: che cosa ci comunicano? Che cosa hanno visto i Magi? che cosa possiamo vedere noi? Che cosa illumina le notti di ogni persona? La ricerca della luce ci mette in cammino, la luce ci guida e così possiamo ancora incontrare chi è piccolo e solo!

p. Rinaldo Paganelli

Tratto da: Stare nella domenica alla mensa della Parola, Anno C – ElleDiCi


Letture della
EPIFANIA DEL SIGNORE – ANNO A
Colore liturgico: BIANCO

Prima Lettura

La gloria del Signore brilla sopra di te.

Dal libro del profeta Isaìa
Is 60,1-6

Àlzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te. Poiché, ecco, la tenebra ricopre la terra, nebbia fitta avvolge i popoli; ma su di te risplende il Signore, la sua gloria appare su di te. Cammineranno le genti alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere. Alza gli occhi intorno e guarda: tutti costoro si sono radunati, vengono a te. I tuoi figli vengono da lontano, le tue figlie sono portate in braccio. Allora guarderai e sarai raggiante, palpiterà e si dilaterà il tuo cuore, perché l’abbondanza del mare si riverserà su di te, verrà a te la ricchezza delle genti. Uno stuolo di cammelli ti invaderà, dromedari di Màdian e di Efa, tutti verranno da Saba, portando oro e incenso e proclamando le glorie del Signore.

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Sal 71 (72)
R. Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra.

O Dio, affida al re il tuo diritto,
al figlio di re la tua giustizia;
egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
e i tuoi poveri secondo il diritto. R.

Nei suoi giorni fiorisca il giusto
e abbondi la pace,
finché non si spenga la luna.
E dòmini da mare a mare,
dal fiume sino ai confini della terra. R.

I re di Tarsis e delle isole portino tributi,
i re di Saba e di Seba offrano doni.
Tutti i re si prostrino a lui,
lo servano tutte le genti. R.

Perché egli libererà il misero che invoca
e il povero che non trova aiuto.
Abbia pietà del debole e del misero
e salvi la vita dei miseri. R.

Seconda Lettura

Ora è stato rivelato che tutte le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni
Ef 3,2-5.5-6

Fratelli, penso che abbiate sentito parlare del ministero della grazia di Dio, a me affidato a vostro favore: per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero. Esso non è stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come ora è stato rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito: che le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo.

Parola di Dio

Vangelo

Siamo venuti dall’oriente per adorare il re.

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 2,1-12

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

Parola del Signore