LA LIBERAZIONE È VICINA
La positività della storia
Al cristiano è affidato il grande compito di celebrare la positività della storia e l’allegrezza del tempo. E la sfida non ha limiti; per questo gli annunci positivi sugli esiti finali della vicenda umana non sono dati in ambiti facili, ma in mezzo ad apocalissi di guerre e a tragedie ecologiche. Le promesse di Dio sono «promesse di bene», e Dio non si smentisce. È quello che ci dice oggi il profeta Geremia, che peraltro annuncia il gran fiorire in bellezza della vicenda di Israele, proprio mentre le cose vanno malissimo; e sulla stessa lunghezza d’onda Gesù nel Vangelo di Luca ci dice che la nostra liberazione è vicina data la drammaticità dei segni e la paura mortale che invade il cuore della gente. A una lettura superficiale dei brani di questa domenica sembra non ci sia via d’uscita. Vediamo la rivelazione di tempi bui, in cui la luna e le stelle si spengono; tempi di angoscia e di incertezza, ma poi il forte annuncio che il Figlio dell’uomo verrà. Il Regno si realizzerà su queste incertezze e insicurezze, e ogni volta che una calamità viene guardata in faccia, nasce proprio da questo guardare la soluzione (Lc 21,28). Si scopre che Dio non viene mai meno alle sue promesse!
La cura per il germoglio
Nel buio e nella difficoltà ci viene rivolto l’invito a non scappare, a rimanere vegliando con cuore leggero, svuotato da tantecose, sentimenti, pensieri che possano appesantirlo e non farci sentire che il Signore è vicino. In ogni cumulo di maceria, in ogni sorta di rovina, ci è chiesto di vedere un germoglio di vita, un fuscello verde, tenero, inerme che spunta proprio lì. Se avremo cura, questo germoglio crescerà e Cristo Gesù abiterà la nostra storia e sarà nostra giustizia. Il Signore rimetterà in piedi l’umanità umiliata che riprenderà il cammino e ritornerà a sperare. L’umanità alzerà il capo e riconoscerà nel Signore che viene il Redentore. Qualcosa sta per succedere, ancora oggi lo sentiamo dentro di noi come una tensione, come un aspettare profondamente inquietante, come se i tempi stessero rapidamente maturando. Il nostro è un tempo di tensione tra due estremi: una possibile catastrofe, una possibile liberazione. Perché la natura umana è tale che uno stesso avvenimento può essere fonte di speranza o di timore, e spesso di speranza e di timore insieme, o anche quello che è speranza per alcuni può essere timore per altri. Perché ognuno di noi dentro se stesso è contemporaneamente Israele in esilio e Gerusalemme ignara di quanto l’aspetta. La gioiosa speranza nella salvezza va intesa soprattutto come liberazione dal male.
L’attesa riempita da Dio
All’attesa dell’uomo corrisponde l’avvento di Dio. Egli colma il nostro desiderio con il dono della sua realtà. La storia umana è un tendere inquieto a Lui. Ma come e quando Egli viene a noi? Il suo avvento non è da restringere al suo avvento finale, dà invece ad ogni tempo il suo valore definitivo associandolo al mistero del figlio dell’uomo. La sua morte e risurrezione, cuore del presente e del futuro, ci dà la chiave di lettura della storia. La sua venuta passata determina la nostra fede, quella futura la nostra speranza, quella presente la nostra carità. Ogni fine è per un nuovo luminoso inizio. Una certa «austerità» del costume cristiano è tutto il contrario che lutto e pessimismo, ma è avvertenza di liberazione da forme di ubriacatura che celebrano mestamente la disperazione della vita.
Giocare d’anticipo con la preghiera
Chi è pieno di speranze non dorme sopra alle cose, ma vive «attento», nella vigilanza assidua per cogliere tutti i segni che svelino e offrano il nuovo volto della storia. In questo senso, non c’è azione più forte e più utile che pregare con la Parola di Dio, che è seme di vita e di fede incorruttibile. Nella Parola è contenuto il grande segreto della vittoria sul male e sulla morte, e per questo essa è inesauribile fonte di misericordia e di pace. Pregare vuol dire quindi «giocare d’anticipo», per portare in questa nostra vecchia storia tutta la luce e il profumo della storia nuova. La «luce maggiore» di questa storia nuova, il suo sole, è, come scrive Paolo ai tessalonicesi, «l’amore vicendevole e verso tutti».
PER IL CONFRONTO NEL GRUPPO
- Cosa vedi di bello e positivo nella storia di oggi?
- Indica i segni di liberazione che incontri.
IN FAMIGLIA
Nelle vicende di una famiglia non mancano i tempi di affanno e preoccupazione.
Proviamo a dare un nome alle preoccupazioni che impegnano il nostro tempo.
Quando abbiamo fatto l’elenco proviamo a verificare qual è la fatica più grande che si deve affrontare.
Ognuno dice cosa è disposto ad offrire per riuscire ad andare oltre questa fatica, per far nascere qualcosa di nuovo.
Tratto da: Stare nella domenica alla mensa della Parola, Anno B – ElleDiCi | Fonte
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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
I DOMENICA DI AVVENTO – ANNO C
Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 2 dicembre 2018 anche qui.
- Colore liturgico: Viola
- Ger 33, 14-16; Sal.24; 1 Tes 3, 12-4,2; Lc 21, 25-38.34-36
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 21,25-28.34-36
«Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria.
Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.
State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 02 – 08 Dicembre 2018
- Tempo di Avvento I,
- Colore Viola
- Lezionario: Ciclo C
- Anno: III
- Salterio: sett. 1
Fonte: LaSacraBibbia.net
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