Esegesi e commento al Vangelo di Domenica 25 Novembre 2018 – p. Rinaldo Paganelli

IO SONO RE

p. Rinaldo Paganelli

Un Regno che supera ogni diversità

Nella Scrittura la notte è a volte il luogo terribile del buio, della lontananza da Dio, della morte: egli [Giuda] preso il boccone, subito uscì, era notte (Gv 13,30), altre volte la notte è il luogo in cui accadono eventi centrali della salvezza: il sangue dell’agnello che salva i primogeniti degli ebrei (Es 12), celebra la pasqua del popolo d’Israele. Nella prima lettura è evidente l’opposizione simbolica tra le due visioni riportate in successione: le bestie della prima visione salgono dal mare, che rappresenta il regno del male, mentre le nubi ed il cielo, che compaiono nella successiva visione, nella Bibbia spesso accompagnano le teofanie, come segno sicuro della presenza di Dio. Questo modo di venire del «figlio dell’uomo», «sulle nubi», ne sottolinea la trascendenza e tuttavia anche tutto il popolo dei santi dell’Altissimo è partecipe della sua regalità. Il profeta ricorda che l’universalità del nuovo Regno supera ogni diversità di razza e di cultura e chiama all’unità tutti i popoli attraverso il comune servizio reso al Signore. Altra caratteristica fondamentale del nuovo Regno è la sua eternità. Esso non soggiace ai processi distruttivi e degenerativi tipici delle realtà terrene (v. 14). Nel testo di Daniele è di grande rilievo l’affermazione che il Regno non può essere oggetto e frutto di una conquista, ma può solo essere ricevuto. La sua prima caratteristica è l’universalità: non riguarda una parte del mondo, è per tutti, e non può essere l’«impero» di una parte sulle altre. Tale Regno non può essere gestito, ma deve essere «servito».

Cristo è re prigioniero

Nella fedeltà del Cristo, che si riconosce re, sono state mantenute le grandi promesse fatte da Dio ad Abramo: Farò di te una grande nazione (Gn 12,2), …guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle,…tale sarà la tua discendenza (Gn 15,5); a Davide: …la tua casa e il tuo regno saranno saldi per sempre davanti a te, il tuo trono sarà reso stabile per sempre (2Sam 7,16); e ancora con il profeta Isaia: …io stabilirò per voi un’alleanza eterna, i favori assicurati
a Davide. Ecco, l’ho costituito testimone fra i popoli, principe e sovrano sulle nazioni (Is 55,3-4). Il Regno presentato da Gesù è comunque paradossale. Innanzitutto Colui che si dice re è prigioniero di Pilato. Il Regno di Dio si presenta sotto la forma di un re, prigioniero di un proprio suddito. Quando Cristo Gesù afferma che il suo Regno «non è di quaggiù», mostra un secondo paradosso. Vuol dire che la sua obiezione ai regni della terra è assolutamente radicale, al punto di affermare che un presunto «regno cristiano» rischierebbe di essere demoniaco nella sua pretesa di «attuare» il vangelo.

Cristo non è re di potere ma di testimonianza

Dunque Gesù Cristo dal mondo della verità viene nel mondo dell’inganno che vince e domina il suo Signore. Infine possiamo rilevare che mentre il regno di Cesare si esprime in termini di potere, il Regno di Dio in termini di testimonianza. Gesù però non vuole dire che quest’ultimo non ha contatti e non c’entra con le cose della terra, ma mette in chiaro che l’autorità dei potenti si impone dall’esterno, quella di Dio è un attirare dall’interno. Nella riflessione conciliare la migliore proposta di interpretazione circa la testimonianza che la Chiesa può dare del Regno del Signore è il suo riconoscersi e porsi come «Chiesa dei poveri», e non solo come Chiesa che ama i poveri e li difende, che già è molto bello, ma come Chiesa «di poveri», comunità che accoglie e comprende in sé tutti coloro che non solo non conquistano e non possiedono, ma che hanno assoluto bisogno di essere aiutati e addirittura salvati. La Chiesa è portatrice di questa speranza. Accompagna la storia umana fino alla fine della storia.

Cristo apre i tempi di una nuova creazione

Significato e scopo del Regno è la «testimonianza», citata sia dal testo dell’Apocalisse, sia dalla memoria del dialogo tra Gesù e Pilato. Questo implica la negazione di ogni autoreferenzialità. Altra nota forte del testo dell’Apocalisse è l’affermazione che la potenza di questo Regno è la sua potenza d’amore e che la sua azione privilegiata è la liberazione da ogni male attraverso l’offerta della vita. Una terra creata buona da Dio è diventata creazione votata al nulla dall’uomo. Ma da quando Gesù è stato crocifisso, c’è di nuovo speranza per la terra, e si aprono i giorni di una creazione nuova.

PER IL CONFRONTO NEL GRUPPO

  • Che cosa sappiamo testimoniare di Cristo?
  • Come vediamo realizzata la regalità di Cristo Gesù nel nostro tempo?

IN FAMIGLIA

Un po’ tutti sentiamo il bisogno di essere riconosciuti.
Non siamo orientati a raggiungere il livello della regalità, ma sempre c’è la tensione verso qualche riconoscenza che ci faccia sentire importanti e da considerare.
La famiglia ha il dono di attutire queste tensioni.
In un momento di vera e profonda condivisione proviamo a orientare la nostra attenzione verso quello che è importante per tutti e che rispetta anche chi è più debole.

p. Rinaldo Paganelli

Tratto da: Stare nella domenica alla mensa della Parola, Anno B – ElleDiCi | Fonte

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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO B
NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO RE DELL’UNIVERSO – Solennità

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 25 Novembre 2018 anche qui.

Tu lo dici: io sono re.

Gv 18, 33-37
Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?».
Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».
Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 25 Novembre – 01 Dicembre 2018
  • Tempo Ordinario XXXIV
  • Colore Bianco
  • Lezionario: Ciclo B
  • Anno: II
  • Salterio: sett. 2

Fonte: LaSacraBibbia.net

LEGGI ALTRI COMMENTI AL VANGELO

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