Esegesi e commento al Vangelo di Domenica 20 gennaio 2019 – p. Rinaldo Paganelli

RIEMPITE LE ANFORE

p. Rinaldo Paganelli

Dio gioirà per te

I testi domenicali segnalano la rilevanza del tema nuziale. L’immagine delle nozze è la più adatta per dire chi è Dio, cosa fa per noi e che cosa da noi si aspetta, qual è il cuore, la fonte e il fine di tale relazione tra Lui e noi. Il profeta ricorda che Sion, resa nuova dal Signore, riceve segni di regalità, che però non la fanno grande, ma sempre è sotto l’attenzione del Signore: «Come gioisce lo sposo per la sposa, così il tuo Dio gioirà per te» (Is 62,5). Questo sentimento di gioia ci fa sentire Dio vicino. Sembra quasi che egli abbia «bisogno» della sua creatura per cancellarne l’infedeltà e condividere con essa un nuovo patto nuziale. Nel Vangelo ciò che Gesù fa nelle nozze a Cana, è un rimando anticipato alla sua risurrezione nella quale Dio irrompe definitivamente nella storia umana. Questa «ora» non è ancora venuta, ma Gesù l’anticipa con un segno. «Il terzo giorno» (v. 1), è nota di tempo che ci protende verso il giorno della risurrezione di Gesù. L’acqua cambiata in vino esprime il passaggio dal segno dell’acqua, presente in tutto l’Antico Testamento, al nuovo segno del vino nuovo in Cristo, il quale dice di essere la vera vite. In lui è giunto il tempo in cui i popoli possono vedere la giustizia di Dio.

Nel dono della gratuità

A Cana Gesù inizia a manifestare i segni del Regno, e compie un miracolo che potremmo dire quasi «inutile». Non guarisce un paralitico, non ridona la vista ad un cieco, non libera un indemoniato, né cammina sul mare in tempesta e lo placa. Semplicemente regala, ad un banchetto di nozze, più vino e vino migliore! Il Signore della storia è l’Onnipotente, ma anche l’umile; è Colui che sconfigge i potenti, ma anche Colui che in mezzo a tanti, partecipa al banchetto. Le sei giare sono i sei giorni dell’uomo, i giorni della purificazione in un cammino di attesa e di lavoro, nel settimo giorno giunge Gesù e porta a compimento i giorni dell’attesa. I giorni dell’attesa divengono vino sovrabbondante per il banchetto dell’ultimo giorno. La sorpresa di fronte al vino ultimo migliore del primo, sembra voler alludere allo stupore dell’uomo di fronte alla novità del Regno.

Per una trasformazione piena

Credere è inserirsi in questo cammino di cambiamento: dall’acqua al vino, dal vino buono al vino migliore, dalla morte alla risurrezione, dalla carne allo Spirito, dalle tenebre alla luce. Credere nella manifestazione di Gesù vuol dire sedersi a mensa con Lui al banchetto della vita. Ogni cristiano d’ora in poi non dovrà più registrare le piccole disavventure del momento, ma solo scorgere il mistero che lo Spirito propone dietro i segni del momento. Maria è al banchetto con Gesù e gli apostoli, sembra che la famiglia non sia completa senza di lei. Interviene con una mediazione tanto discreta quanto efficace. È una delle nobili proprietà delle madri quella di essere in mezzo, ma con discrezione. La mediazione di Maria porta al Cristo le urgenze dell’uomo (non hanno più vino) e ricorda all’uomo l’attenzione alla Parola del Figlio (fate quello che vi dirà).

Capace di vivere la libertà

Il Signore allora, che ci chiede di essere come Lui, domanda un cuore libero per scoprire questi semplici segni del Regno ed accogliere l’invito di Maria, maestra della quotidianità, a fare ciò che ci dirà. E se ci dirà di compiere un miracolo, ci insegnerà a farlo, se ci dirà di portare a tavola una brocca apparentemente colma d’acqua, trasformata da Lui nel migliore dei vini, noi lo faremo con lo stesso entusiasmo e lo stesso stupore, perché in ogni gesto si manifesti la sua tenerezza per i figli. I doni che lo Spirito fa sono diversi, ma lo Spirito rimane uno; i ministeri che Gesù Cristo ha affidato a ciascuno sono diversi, ma rimane Lui il solo Signore; le opere che Dio Padre compie in ciascuno sono le più varie, ma Egli rimane l’unico Dio. Lo Spirito concede a ciascuno una manifestazione particolare di sé, preferendo la diversità all’uniformità e dando così il segno di un amore che cede al fascino di ogni persona.

PER IL CONFRONTO NEL GRUPPO

  • Dio gioisce, e tu per cosa gioisci?
  • In che cosa riesci ad essere gratuito?

IN FAMIGLIA

Il matrimonio è motivo di gioia.
I genitori elencano tutte le gioie che sentono di aver avuto e ricevuto.
Dall’elenco ricavano una realtà che più di altre hanno percepito pienamente gratuita, frutto di un regalo pieno e totale.

p. Rinaldo Paganelli

Tratto da: Stare nella domenica alla mensa della Parola, Anno B – ElleDiCi | Fonte

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ALTRO COMMENTO

“Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino»”.

Tutti ci cercano per quello che abbiamo, ma chi ti vuole davvero bene non tiene da conto di ciò che hai, ma di ciò che ti manca. L’amore vero è prendere a cuore la mancanza dell’altro, perchè in quella mancanza si gioca il meglio e il peggio della vita. Sono infatti le nostre mancanze la causa prima dei nostri peccati, ma sono altresì proprio le mancanze i punti di svolta dei grandi santi. Ritrovare il vino che manca non serve a riempire un vuoto, ma a cambiarne la sostanza.

Gesù non crea il vino dal nulla, ma cambia l’acqua in vino, cioè prende ciò che c’è e a partire da questo opera un cambiamento radicale. Quello che fino a ieri ti faceva peccare può cominciare ad essere il punto di forza della tua santità. Assurdo! Ma questo è il miracolo: il Signore è l’unico che può prendere sul serio la mia mancanza e trasformarla in santificazione.

Da cosa ce ne accorgiamo? Dal fatto che cominciamo a sentire un’inspiegabile letizia che non trova altra ragione se non nella Grazia di Dio.

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