Esegesi e commento al Vangelo di Domenica 2 Settembre 2018 – p. Rinaldo Paganelli

LIBERATI DALL’ESTERIORITÀ

p. Rinaldo Paganelli

Superare l’assolutizzazione della legge

La prima lettura di oggi ci mostra la consegna della legge di Dio da parte di Mosè al popolo che stava per entrare nella terra promessa. La legge è dono della rivelazione, dono della Parola di un Dio che entra nella vita dei figli e cammina con loro. In questo dono della legge, che se assunta diventa salvezza per tutti i popoli, si intravedono due pericoli: l’assolutizzazione della legge che da dono diventa schiavitù e l’orgoglio religioso per cui il popolo che la riceve la vive con un atteggiamento di superiorità verso gli altri. A questi pericoli rispondono il vangelo e la seconda lettura. Nel vangelo, Gesù ci fa capire che non c’è nessun luogo del mondo che sia bene o male, ma che il bene e il male stanno nel cuore dell’uomo e la salvezza sta nella capacità di rientrare in se stessi e con umiltà chiedere al Signore che ogni cupidigia, arrivismo, ogni impurità sia purificata, trasformata, liberata. È certamente più facile avere un confronto sulla falsariga di una legge scritta, che sulla coscienza libera dell’uomo. È più facile insegnare con l’obbligatorietà che con la convinzione. Non a caso il popolo ebraico aveva costruito attorno al sabato la propria esistenza. Il riposo del sabato era giustissimo, ma le norme e gli usi avevano schiacciato l’uomo.

L’istituzione non è assoluta

Gesù venne in mezzo a queste leggi per rompere ogni legame che rendeva la vita assurda. Guariva quando non era permesso guarire, faceva cose quando non era permesso farle, rompe tutto ciò che non è Parola di Dio. Gesù è stato ucciso perché contravveniva la legge, ed è stato condannato giustamente: «Noi abbiamo una legge e secondo questa legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio» (Gv 19,7). Ma Gesù vuole renderci coscienti che ogni istituzione fatta dall’uomo non può diventare assoluta e pretendere che ad essa le persone si sacrifichino come a un Dio. Il giudizio profetico ricorda come ogni osservanza deve basarsi sulla Parola e coinvolgere l’intimo della persona del credente (Is 29,13). Questo riferimento è prezioso perché chiarisce senza esitazione che la «tradizione» che deve essere custodita è la tradizione della Parola stessa, cioè l’obbedienza alla Parola, nella diversità dei tempi.

Gesti semplici per una religione vera

Nessuno può comandare in nome di Dio, dobbiamo invece aiutarci gli uni gli altri, a riscoprire la Parola che Dio ha messo nel fondo di ognuno. Dio non si compromette mai in progetti umani contingenti in modo da rifiutarne altri, dobbiamo essere convinti che Dio non darà mai tanta ragione a noi per dare torto ad altri, né viceversa. Dio non copre mai con la sua autorità i nostri egoismi umani. La tradizione deve quindi essere incessantemente  attualizzata, pena il rischio di diventare un’osservanza senza significato. Qui non si tratta solo di «buon senso», ma veramente di non contraddire la Parola del Signore. Purtroppo c’è sempre il rischio che si generi una «religiosità» contraria e nemica della Parola. Nella seconda lettura s. Giacomo ci presenta la religione vera, quella fatta di gesti semplici, ma essenziali che fanno della Parola e della legge la possibilità di vita per chi più è nel bisogno e nella prova… dedicatevi solo a questo… vivere così fa cedere ogni orgoglio e assolutizzazione. La tradizione vera è quella che è capace di evidenziare il valore immutabile e assolutamente attuale di tale Parola. La tradizione vera è quella che nulla aggiunge e nulla toglie alla Parola del Signore. Non si tratta di una valorizzazione dell’interiorità rispetto all’esteriorità. L’interiorità è se mai osservata come il centro problematico del mistero umano. Il cuore malato dell’uomo è il vero grande problema della storia dell’umanità e del cosmo.

Senza leggi per proteggere i deboli

Le leggi umane spesso proteggono i forti e i potenti, Dio invece protegge i deboli e i poveri. Chi dichiara guerra ha sempre la legge dalla sua parte, come anche chi opprime. Gli altri, però, dalla loro parte hanno sempre Dio. Cristo Gesù ha l’intenzione di riportare tutta la vita del credente alla Parola di Dio, mettendo in rilievo che solo la Parola esprime compiutamente la volontà del Signore e il suo disegno universale di salvezza. Ogni generazione credente deve operare questa purificazione, non solo per togliere ciò che non è stabilito da Dio, ma anche per poter accogliere senza fraintendimenti e deviazioni la sua volontà.

PER IL CONFRONTO NEL GRUPPO

  • Quanto ci condiziona l’esteriorità? A che cosa ci serve valorizzare quello che è esteriore?
  • Da che cosa è abitato il nostro cuore?

IN FAMIGLIA

Dal di dentro vengono: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Passiamo in rassegna queste negatività, vediamo quella che ci abita maggiormente. Al centro della famiglia mettiamo un vassoio con acqua e ognuno traccia un segno di croce sulla fronte dell’altro come segno di purificazione e liberazione.

p. Rinaldo Paganelli

Tratto da: Stare nella domenica alla mensa della Parola, Anno B – ElleDiCi | Fonte

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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno B

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 2 Settembre 2018 anche qui.

Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini.

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 7,1-8.14-15.21-23
 
In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme.
 
Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?».
 
Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto:
“Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il suo cuore è lontano da me.
Invano mi rendono culto,
insegnando dottrine che sono precetti di uomini”.
Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate
la tradizione degli uomini».
 
Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». E diceva [ai suoi discepoli]: «Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».

 

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 02 – 08 Settembre 2018
  • Tempo Ordinario XXII
  • Colore Verde
  • Lezionario: Ciclo B
  • Anno: II
  • Salterio: sett. 2

Fonte: LaSacraBibbia.net

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