EGLI È VICINO
La strada che il Signore ci fa compiere
La realtà apocalittica non si presenta come una descrizione dello scenario della fine dei tempi, intende incitare alla vigilanza e alla perseveranza. Il messaggio dell’apocalittica è quindi: resistete, perché viene, anzi è alle porte, il tempo della vostra salvezza. Il nostro ritorno ogni anno a queste domeniche «ultime», ci consente di riconoscere con gratitudine la strada che il Signore ci fa compiere lungo le vie della conoscenza e della sapienza. Questo, ci ricorda la prima lettura, porta come frutto la consapevolezza crescente che queste parole non stanno preannunciando eventi e condizioni future, ma ci aiutano a cogliere la «sostanza» e il «segreto» della vicenda umana secondo la nostra fede. Sollecitano una partecipazione a tutte le ferite, le sventure, le violenze e le ingiustizie della vita. Il vangelo si presenta come un’esortazione a vegliare, a badare a se stessi nel tempo che ci è dato, perché sarà un tempo di tribolazioni e di persecuzioni, ma il credente non è lasciato a se stesso, è consegnato allo Spirito. Per badare a se stesso gli è data anche la parola di Cristo che non passa. Parola e Spirito, ecco ciò che permette ai discepoli di aspettare con perseveranza la venuta gloriosa del Figlio dell’uomo.
Tutto è pronto per quel che riguarda Gesù
Si è alla fine dell’attività pubblica di Gesù, alla fine della sua vita libera, ora inizia la passione dove Gesù non sarà più che un prigioniero, la passione di Gesù evocherà i segni annunciati nel discorso escatologico. La croce di Cristo e la sua risurrezione che è anche ritorno al Padre, è il grande segno per cui noi dobbiamo dire che il giorno è ormai alle porte. Tutto è pronto per quanto concerne Gesù, ma non per quanto concerne la terra, perciò Dio aspetta. Il Padre attende che sia colma la misura della tribolazione, ma più ancora che sia venuto per la Chiesa l’oggi della sua conversione, del suo ritorno a Dio, che avviene quando si lascia guidare dallo Spirito e obbedisce alla Parola del Signore. L’attesa della Chiesa non può essere passiva, la passività non fa che rimandare la venuta del Figlio dell’uomo. Si tratta, anche per lei, di un’attesa attiva, fatta di conversione, di adesione piena alle parole di Cristo che non passano, di un ritorno al Padre, ritorno che è opera dello Spirito.
Tra eventi difficili Gesù e presente
Si avvereranno stragi e terremoti, il sole si offuscherà e le stelle cadranno. Tutto il Creato, opera delle dita di Dio, finirà. Il fico, mettendo le foglie, prelude all’estate e ai frutti. Il segreto della fecondi tà della storia (pur fra queste ultime tribolazioni) è costituito dal fatto che Gesù è sempre presente: possiamo essere spaventati dagli eventi più difficili e straordinari o possiamo essere affaticati dalla pesantezza della vita quotidiana, ma Gesù è vicino. Rimarranno solo le parole del Dio fatto uomo. Parole di tenerezza, di compassione, rimarranno le parole dette ai Dodici nel segreto perché il mondo creda. Parole sussurrate e parole proclamate dal monte delle Beatitudini. Resteranno le sue parole che permetteranno a chi ha creduto in Lui di riconoscerlo sul trono della gloria e di rispondere «eccomi» alla sua chiamata.
Ora possiamo riporre in Cristo la nostra vita
E allora perché anche noi possiamo riconoscerlo in quel giorno» tremendo e glorioso», possiamo ora, ora che il creato risplende, ora che le stelle brillano, che i cieli sono chiari, ora che pur in mezzo a terremoti e sofferenze, siamo vivi, ora noi possiamo credere che le sue parole sono l’unica verità che ci rende vivi, l’unica salvezza in cui riporre la nostra forza, l’unica certezza che ci porterà alla vita senza fine. Però, nemmeno Gesù nella sua totale obbedienza al Padre conosce il momento del suo ritorno. Per questo, il Signore invita alla vigilanza, che non è solo un atteggiamento di semplice attesa del ritorno del Signore, ma è preparazione sapiente a questo evento. La lettera agli Ebrei sottolinea che il sacrificio della croce ha chiarito che solo la morte di Dio poteva togliere per sempre il peso del peccato dalle spalle dell’umanità, inaugurando così il tempo del perdono gratuito. Quando l’uomo è in Cristo è perfetto e non può peccare. Teniamo in ogni modo ben fermo che l’Apocalisse non è la fine di tutto, ma è se mai il principio della pienezza ultima. Ci è sicuramente chiesto di non smarrire e anzi di custodire e far fiorire il dono della tradizione cristiana che più profondamente definisce l’interpretazione del tempo: la speranza.
PER IL CONFRONTO NEL GRUPPO
- Gli eventi difficili li addebitiamo anche all’azione di Cristo Gesù?
- Come prepariamo «i giorni della fine»?
IN FAMIGLIA
La quotidianità prende molto del nostro tempo, le vicende famigliari ci distolgono dalla riflessione sulle cose ultime.
È più naturale progettare quello che sa di terra e si concretizza nel presente.
Quando proviamo a pensare a qualcosa che sa di oltre, ci sentiamo espropriati dalla nostra autonomia?
Resistiamo al pensiero che Dio sia artefice del nostro futuro?
Tratto da: Stare nella domenica alla mensa della Parola, Anno B – ElleDiCi | Fonte
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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno B
Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 18 novembre 2018 anche qui.
- Colore liturgico: Verde
- Dn 12, 1-3; Sal.15; Eb 10, 11-14. 18; Mc 13, 24-32
Mc 13, 24-32
Dal Vangelo secondo Marco
24In quei giorni, dopo quella tribolazione,
il sole si oscurerà,
la luna non darà più la sua luce,
25le stelle cadranno dal cielo
e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.
26Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. 27Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo.
28Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. 29Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte.
30In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. 31Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
32Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 18 – 24 Novembre 2018
- Tempo Ordinario XXXIII
- Colore Verde
- Lezionario: Ciclo B
- Anno: II
- Salterio: sett. 1
Fonte: LaSacraBibbia.net
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