VENDI QUELLO CHE HAI
Donare la salvezza a tutti
L’incomparabile bellezza e ricchezza della sapienza implorata a Dio, e da Lui abbondantemente elargita, come presenta la prima lettura, e la forza della sua Parola che tutto scruta e rivela, ricordata dalla lettera agli Ebrei, ricevono entrambe dal brano del vangelo un’esemplificazione concreta indimenticabile. Con il racconto del dialogo dolcissimo e ricco di speranza con l’uomo che cerca Gesù, e poi con la sua conclusione improvvisa e amara, vengono in piena luce sia il valore e il fascino attraenti della vita con Dio, sia la resistenza esercitata dalle ricchezze che uno possiede. Invincibile, se esse sono umanamente grandi o considerate tali da chi le possiede. Questo è il grande tema che si pone oggi davanti all’intera comunità ecclesiale e a ciascuno di noi: l’urgenza divina di portare l’annuncio della salvezza ad ogni cuore e ad ogni popolo, magari a partire dalla nostra stessa situazione viva che si è incarnata nella persona del Signore Gesù che, risorto dai morti, è il Vivente. La Parola inoltre è efficace anche perché dall’ascolto e dalla meditazione della Parola ci viene suggerito cosa dire e come agire nelle varie circostanze della vita: Lo Spirito vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire (Lc 12,12).
Più l’essere che il fare
La Parola è tagliente perché compie un’opera di potatura in chi l’ascolta, non per la sua condanna, ma in vista della sua consolazione e della sua salvezza. Infine la Parola scruta. A questo giudizio di misericordia siamo chiamati ad abbandonarci insieme al salmista: «Scrutami Dio… e conosci i miei pensieri» (Sal 139,23). Il Signore Gesù, all’uomo che gli chiede «cose da fare» per «guadagnare» la vita eterna, inizialmente gli risponde con l’osservanza della legge, ma poi, in uno sguardo fatto d’amore, chiamata, proposta di stare con Lui, gli chiede un salto di qualità nella sua vita. Il fare si trasforma in modo di essere. La richiesta del Signore non è una proposta di impoverimento, «vendi tutto… dallo ai poveri», ma piuttosto un invito a fare la scelta che Lui ha fatto, che venendo in questo mondo ha assunto la condizione di servo, di chi non ha niente, di chi non conta.
La sapienza sta in Dio
È nella dimensione di non possedere che si può vivere grati e si riconosce quel centuplo fatto di piccole cose quotidiane che il Signore dona a chi si lascia guardare e amare da Lui. L’impossibilità della legge appare doppiamente consolante: da un lato si scopre che si può sempre fare di più di quanto già si fa, e dall’altro essa manifesta che dal solo amore di Dio procede la nostra salvezza.
La vera sapienza sta solo in Dio. È importante ricevere la sapienza e l’intelligenza perché in esse si trova la vita vera. Non c’è altro modo di ricevere questi doni che la preghiera. Anche il «tale » che si è avvicinato a Gesù chiede questa sapienza e lo fa nella preghiera: «in ginocchio».
Dio può tutto
La vita eterna non si può chiedere a qualsiasi maestro, ma all’unico buono, a Dio. Il Signore discerne in quest’uomo non solo un’insoddisfazione di fondo, ma una ricerca che poggia sulla convinzione che il potere di ereditare la vita eterna non si trova nell’uomo, ma solo in Dio. Non a caso a Pietro che chiede: «Chi allora si può salvare?», Gesù ribadirà con una risposta che non poteva essere più chiara: «Presso gli uomini è impossibile, non presso Dio» (vv. 26-27). Il dialogo poi continua con un certo progresso di consapevolezza dei discepoli circa la realtà e lo sviluppo della loro vocazione. Gesù annuncia le consolazioni che i discepoli riceveranno in cambio di quanto loro hanno dato: «il centuplo, già al presente, insieme a persecuzioni e, nel futuro, la vita eterna». Quel che era promesso diventa grazia, ma solo nell’assimilazione alla sorte di colui che si segue. La vita si trasforma in vita eterna perché si accetta di abbandonarla a Dio.
PER IL CONFRONTO NEL GRUPPO
- Che cosa siamo disposti a lasciare di quanto abita la nostra vita?
- Quando vediamo le cose troppo difficili che reazioni abbiamo?
IN FAMIGLIA
Non mancano gli slanci di generosità, non sono un problema i desideri veri e il bisogno di realizzare progetti alti.
C’è però anche bisogno di smettere i sogni per fare spazio alla concretezza.
Prendiamo in esame l’ultimo progetto o desiderio che si è fatto strada in famiglia, e verifichiamo come si è realizzato.
Che cosa abbiamo lasciato e che cosa non ci è piaciuto?
Tratto da: Stare nella domenica alla mensa della Parola, Anno B – ElleDiCi | Fonte
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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno B
Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 14 Ottobre 2018 anche qui.
- Colore liturgico: Verde
- Sap 7, 7-11; Sal. 89; Eb 4, 12-13; Mc 10, 17-30
Vendi quello che hai e seguimi.
Mc 10, 17-30
Dal Vangelo secondo Marco
17Mentre andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». 18Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. 19Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre». 20Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». 21Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». 22Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
23Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». 24I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! 25È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». 26Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». 27Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».
28Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». 29Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, 30che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 14 – 20 Ottobre 2018
- Tempo Ordinario XXVIII
- Colore Verde
- Lezionario: Ciclo B
- Anno: II
- Salterio: sett. 4
Fonte: LaSacraBibbia.net
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