SUL MONTE PER ILLUMINARE
Il monte della fede
Abramo ha una fede incondizionata, si affida totalmente a Dio senza sapere e senza chiedere il perché della chiamata. La fede di Abramo rifiuta il caso come agente della storia, essa ha un disegno e a noi è chiesto di scoprirlo. Abramo non considera il figlio Isacco come sua proprietà ma, com’è veramente, dono di Dio e, se richiesto, il dono va restituito. L’obbedienza a Dio è più importante di tutto. Dio, per l’«obbedienza alla sua voce», riconferma e rinnova la sua benedizione alla discendenza di Abramo e questa benedizione si estende a tutte le nazioni della terra (Gn 22,18). Se la prima volta Abramo aveva generato Isacco alla storia del suo clan, ora lo genera alla storia di tutta l’umanità secondo i disegni di Dio. Egli non è un Dio che chiede, ma un Dio che dà. A noi è richiesto di credere al suo dare, e di scoprire nella storia i modi misteriosi del suo dare.
Il cammino verso la luce
Il Dio di Gesù Cristo ha sempre voglia di mostrare qualcosa di nuovo nel cammino della storia. La trasfigurazione, come la vita di ciascuno, è la festa della luce ed il cammino della luce. La prima parola che Dio dice nella Bibbia è: «Sia la luce» (Gn 1,3), l’ultima immagine di Cristo che l’Apocalisse ci presenta è: «Io sono la stella del mattino» (Ap 22,16). Tra la prima parola e l’ultima immagine della rivelazione c’è tutto il cammino di trasfigurazione delcreato in luce, attraverso l’illuminazione di Cristo, Parola di Dio e stella del mattino. Come Abramo, Gesù mostra la sua unione profonda con il Padre, unione che trasfigura, riempie di luce. La manifestazione è così straordinaria che i discepoli comprendono che quella è l’eternità e lì desiderano dimorare. Vivono la pienezza di vita in cui tutto viene ricapitolato, consegnato, trasfigurato. Non l’uomo, ma Dio stesso si offre nel Figlio per la salvezza dell’umanità. In questo senso allora la Trasfigurazione assume il significato di una «manifestazione» di Gesù, Figlio di Dio, offerto per la salvezza universale. In questo modo cambia radicalmente ogni discorso sulla «religione». La voce dalla nube proclama ancora una volta che Gesù è il Figlio amato in cui ognuno riscopre la bellezza e la forza di essere «l’amato di Dio».
[better-ads type=”banner” banner=”84722″ campaign=”none” count=”2″ columns=”1″ orderby=”rand” order=”ASC” align=”right” show-caption=”1″][/better-ads]
La scoperta di essere figli prediletti
L’uomo non ha niente da ottenere con i suoi sacrifici, ma deve tutto accogliere dal dono d’amore di Dio. Cambia tutta la «ritualità»: non si offrono sacrifici a Dio, ma si fa memoria e si celebra il suo sacrificio per noi. Quella voce dalla nube annulla tutte le voci che dentro di noi continuamente vogliono sminuire lo stupore di essere figli prediletti, quelle voci che mortificando la nostra umanità (tu non vali, non sei brillante, non meriti…) e ci impediscono di alzare lo sguardo verso il cielo e sentire che Dio è nostro Padre. La vita morale allora non ha più un carattere meritorio: se fai questo, se fai bene, se fai…, ma di fruizione del dono divino e di partecipazione alla vita divina: perdonare, accogliere, pregare… sono tutte vie di partecipazione alla vita divina.
La possibilità di ricevere e dare la vita
L’avvenimento del Tabor ci dice che Cristo è il compimento della legge e dei profeti perché è Colui al quale il Padre ha doto «potere, gloria e regno» (Dn 7,14). La gloria del Figlio di Dio si nasconde dietro le vesti del Servo sofferente. Così è anche per la comunità, essa porta il suo tesoro prezioso dentro la sua povertà e le sue prove. Sul Tabor le tre colonne della Chiesa vengono portate a introdurre nel mistero totale di Cristo. Per ciascuno degli apostoli l’essenziale della trasfigurazione non fu l’aver visto Cristo nella gloria, quanto l’aver avuto dalla stessa bocca del Padre la consegna «Ascoltatelo» ed essi alzando gli occhi non videro che Gesù. Anche la nostra esperienza è non veder nulla e non ascoltare altri che Lui. Con la trasfigurazione ognuno «riceve la vita», e ognuno può «dare la vita». Il breve «canto» di Romani 8 si abbandona ad un grido quasi spensierato di ammirazione per questo accadimento divino, per questa conversione divina dal Dio che domina con la paura e il potere della morte, al Dio nuovo che guida con il potere della vita. Anche l’umana avventura, così piena di ombre di violenza e di morte, viene assunta e trasformata da questo evento nuovo.
PER IL CONFRONTO NEL GRUPPO
- Dove ti sta portando la tua fede?
- Se ti senti figlio prediletto a che cosa attribuisci questa percezione?
IN FAMIGLIA
Viviamo qualche momento al buio nel salotto e lasciamoci prendere da tutto quello che suggerisce quel buio: emozioni, sensazioni, fantasie. Accendiamo le luci e prendiamo possesso prima di tutto di noi stessi, di chi ci sta attorno e delle cose che sono nel salotto. Mettiamo in evidenza l’aspetto più bello che riusciamo a scoprire in questo guardare con la luce e nella luce.
Tratto da: Stare nella domenica alla mensa della Parola, Anno B – ElleDiCi | Fonte
[amazon_link asins=’8810613015,B00G33C812,8801054459,8801056818,8810621204,8810621409′ template=’ProductCarousel’ store=’ceriltuovol04-21′ marketplace=’IT’ link_id=’f7477e54-bf3c-11e7-a460-f1aec9ea1733′]
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
della II Domenica del Tempo di Quaresima – Anno B
Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 25 Febbario 2018 anche qui.
- Colore liturgico: Viola
- Gn 22, 1-2. 9. 10-13. 15-18;
- Sal. 115;
- Rm 8, 31-34;
- Mc 9, 2-10
Mc 9, 2-10
Dal Vangelo secondo Marco
2Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro 3e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. 4E apparve loro Elia con Mosé e conversavano con Gesù. 5Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosé e una per Elia». 6Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. 7Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». 8E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.
9Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti.10Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 25 Febbraio – 03 Marzo 2018
- Tempo di Quaresima II
- Colore Viola
- Lezionario: Ciclo B
- Anno: II
- Salterio: sett. 2
Fonte: LaSacraBibbia.net
LEGGI ALTRI COMMENTI AL VANGELO