Il Priore di Bose ha parlato del sacramento della confessione in occasione dell’incontro avuto il 18 febbraio nella Cattedrale di Piacenza.
[ads2]“Riscoprire e rendere feconda la misericordia di Dio con la quale siamo chiamati a dare consolazione ad ogni uomo e donna del nostro tempo”: è questo il senso dell’Anno Santo della Misericordia secondo Papa Francesco ribadito in una recente intervista a Radio Vaticana da parte di Enzo Bianchi.
Il monaco Bianchi rilancia le parole di Giovanni XXIII pronunciate all’inizio del Concilio: “Bisogna usare la medicina della misericordia, piuttosto che imbracciare le armi del rigore”. “Papa Francesco – prosegue Bianchi – ha ripreso questa eredità. Conosce bene la situazione del mondo: l’umanità è molto ferita, l’umanità non ha grandi orizzonti di speranza, l’umanità ha bisogno che qualcuno si pieghi come il samaritano sulle sue piaghe e soprattutto usi misericordia, pur sempre, certo, dicendo che il male c’è, sempre indicandolo come male, come peccato, ma facendo sempre la distinzione tra il male che c’è e chi lo commette, che può sempre avere un cammino di redenzione”.“Fare il ministro della confessione è una cosa ardua, perché si tratta davvero di collocarsi in ginocchio accanto al peccatore per invocare da Dio l’assoluzione. Bisogna condividere le sofferenze del peccatore, la sua nostalgia di Dio, capire il suo desiderio di cambiare vita, quindi guardare più con gli occhi di Dio il peccatore, non guardarlo con i nostri occhi che lo farebbero soltanto condannare”.