Una semplice evangelica veritร
Cinque anni di pontificato del papa chiamato dai suoi โfratelli cardinaliโ dalle periferie urbane del mondo e dalle peripezie delle migrazioni, ma ancor piรน dal grembo profondo della chiesa. Qualche mese in piรน del pontificato di un altro papa proveniente da quella stessa matrice pulsante e radicato nel cuore contadino della campagna bergamasca, Giovanni XXIII. Sรฌ, perchรฉ la chiesa รจ realtร molto piรน viva e diversificata di quanto si sia soliti pensare, una realtร nella quale arde sempre il vangelo, anche quando sembra ridotto a poche braci, pronte perรฒ a divampare nuovamente non appena qualcuno ha lโaudacia di smuovere le ceneri con il soffio della profezia.
Lโetร avanzata alla quale รจ stato eletto papa Francesco fa sรฌ che cinque anni siano molti paragonati alle aspettative โ come lui stesso aveva confidato: โHo la sensazione che il mio pontificato sarร breve: quattro, cinque anniโ โ e tuttavia consente di misurare la continuitร nel cammino di un pastore di consumata esperienza e di ponderata valutazione della corrispondenza tra scelte operate ed esigenze evangeliche. Cosรฌ ciรฒ che apparve come una novitร inattesa, un nuovo stile, un nuovo soffio nella istituzione del successore di Pietro, prosegue senza contraddizioni o cambiamenti, troppo spesso ipotizzati soprattutto dagli osservatori eloquenti nei mass media.
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ร forse questa la domanda piรน adeguata per rileggere cinque anni di pontificato: quale continuitร , quale coerenza emerge dalle parole, dai gesti e dallo stile di papa Francesco nellโaffrontare lโampio spettro di speranze e preoccupazioni che abitano il cuore della chiesa e del mondo nel terzo millennio? ร vero infatti che Francesco riesce costantemente a sorprendere per le iniziative che intraprende dettando e ribadendo prioritร alla chiesa, รจ vero che in questi pochi anni i mutamenti da lui voluti, indicati e in parte anche attuati sono molti, come emerge dai contributi raccolti nelle pagine che seguono, ma credo siano tutti accomunati da alcune opzioni maggiori e traversali che possono essere evidenziate come caratteristiche del suo ministero petrino.
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Innanzitutto una volontร di riforma della chiesa, che va ben al di lร di una rimodulazione del funzionamento della curia. Sulle labbra di Francesco abbiamo ascoltato le parole โEcclesia semper reformandaโ, parole inusuali nel magistero papale recente: la chiesa รจ sempre in stato di riforma. La chiesa โ realtร che nella storia รจ corpo di Cristo perchรฉ costantemente purificata dal Signore, ma che รจ anche realtร umana annoverante peccatori nel suo grembo โ abbisogna di ritrovare la โformaโ che Gesรน Cristo, il suo Sposo, attende da lei, una forma che deve essere coerente con il vangelo, la buona notizia che Gesรน sempre annuncia attraverso di essa a tutta lโumanitร .
Riforma, per Francesco, รจ conversione, mutamento e ritorno al Signore, cammino che non puรฒ esaurirsi in una riorganizzazione degli assetti ecclesiastici. Purtroppo la ricezione di questa volontร del papa tende a far coincidere riforma della chiesa con riforma della curia romana e anche del modo di esercitare il ministero papale ma, senza un processo di conversione personale, la riforma finirebbe per essere non solo un fallimento, una menzogna. Non a caso il papa evoca sovente la โriforma pastoraleโ, la riforma missionaria, cioรจ una riforma che coinvolge lโintero popolo di Dio: in questo processo di ritorno al vangelo anche la curia romana dovrร operare mutamenti, perchรฉ il papa stesso lโha indicata come soggetta a tentazioni e a malattie che lo Spirito puรฒ guarire.
Una riforma dunque, in capite et in membris, che eviti il rischio โ paventato da p. Yves Congar settantโanni fa โ di una โfalsa riformaโ, una riforma solo di facciata, e conduca invece a una chiesa non mondana, una chiesa che sappia opporre resistenza alle tentazioni del potere, della ricerca del successo, una chiesa che sappia non solo servire i poveri, gli ultimi, ma sia anche capace di imparare alla loro cattedra, una chiesa che sia pellegrina nella carovana dellโumanitร verso il regno di Dio.
In questa prospettiva si coglie meglio anche unโaltra tematica โtrasversaleโ che Francesco indica alla chiesa tutta: la sinodalitร . Nella Evangelii gaudium il papa aveva manifestato lโurgenza di una chiesa piรน fraterna, senza tuttavia che emergesse il termine โsinodalitร โ. Perรฒ nella celebrazione del sinodo dei vescovi sulla famiglia, scandito in due tappe proprio per permettere un cammino maggiormente comunionale, la sinodalitร รจ apparsa come โil cammino che Dio attende dalla chiesa nel terzo millennioโ. ร venuta lโora per la chiesa cattolica di intraprendere un cammino sinodale, cioรจ un cammino percorso insieme da tutto il popolo di Dio: fedeli, pastori e papa impegnati insieme a essere nella storia la chiesa del Signore nella compagnia degli uomini, pellegrina verso il Regno.
Secondo papa Francesco la sinodalitร deve essere promossa a tutti i livelli, fino a diventare uno stile quotidiano e ad attuare nella vita ecclesiale il principio formulato nel medioevo cristiano: โciรฒ che riguarda tutti, da tutti deve essere trattato e deliberatoโ. Francesco ha persino dato unโimmagine della chiesa che si รจ impressa nella mente e nel cuore dei semplici fedeli: una piramide capovolta, con in cima il popolo di Dio e sotto, al suo servizio, i pastori e il papa. Lโimpegno per una chiesa sinodale costituisce unโautentica novitร per la chiesa cattolica, anche se non di facile attuazione: non ci sono solo resistenze aperte, ma anche pigrizie, lentezze, paure per le responsabilitร che anche il popolo di Dio deve assumere. Sinodalitร significa infatti un mutamento della forma della chiesa cui oggi non siamo preparati: occorrerร educare alla sinodalitร , serviranno maturitร cristiana, una fede pensata e lโesercizio di una comunione plurale non uniforme, una sinfonia delle differenze.
Infine, unโulteriore opzione di papa Francesco che percorre le diverse sottolineature approfondite nelle pagine di questo dossier รจ il desiderio di โuna chiesa povera per i poveriโ, desiderio che, per sua stessa ammissione, ha determinato anche il nome scelto come vescovo di Roma. Questa connotazione di povertร si declina in due aspetti complementari, entrambi riconducibili al rispetto e alla difesa della dignitร di ogni essere umano: da un lato il riconoscimento del diritto universale ad avere โterra, tetto e lavoroโ e, dallโaltro, la sollecitudine verso i migranti, qualunque sia il motivo del loro esodo dalla propria terra. Una porzione di terra, una casa e unโattivitร lavorativa non sono solo le condizioni minime per garantire una sussistenza a sรฉ e alla propria famiglia, ma anche il presupposto della dignitร cui ogni essere umano ha diritto per potersi sentire collaboratore del Creatore nella custodia del creato affidatogli: poter vivere del lavoro delle proprie mani โ e far vivere con esso anche le persone piรน care โ รจ un nutrimento indispensabile per il cuore e la mente umana, tanto quanto gli alimenti lo sono per il corpo. Per questo papa Francesco vede nei migranti forzati โ dalla guerra o dalla fame poco cambia โ le persone piรน vulnerabili e piรน bisognose non solo e non tanto di unโassistenza nellโemergenza, ma ancor piรน di una solidarietร umana che sappia riconoscere nellโaltro in difficoltร il proprio fratello, la propria sorella in umanitร .
Alla luce di questi orientamenti di fondo, ripercorrere le analisi proposte nelle pagine che seguono permette di cogliere a tutto tondo non tanto lโimmagine di questo papa giunto โdallโaltra parte del mondoโ, quanto piuttosto il volto di una chiesa che, come affermรฒ papa Giovanni XXIII nel discorso di apertura del concilio, โpreferisce usare la medicina della misericordia invece di imbracciare le armi del rigore; pensa che si debba andare incontro alle necessitร odierne, esponendo piรน chiaramente il valore del suo insegnamento piuttosto che condannandoโ. Forse, a oltre cinquantacinque anni dal Vaticano II e a cinque dallโelezione di papa Francesco, non ci siamo ancora assuefatti a questa semplice, evangelica veritร .
Pubblicato su: Jesus โ Via