Il priore della Comunità di Bose torna a Palazzo Ducale per parlare dell’attualissima enciclica Laudato si’ di papa Francesco.
Dopo aver portato a compimento il lavoro lungamente meditato ed elaborato da Benedetto XVI pubblicando l’enciclica Lumen fidei e dopo essersi rivolto con l’Esortazione apostolica Evangelii gaudium “ai membri della Chiesa per mobilitare un processo di riforma missionaria ancora da compiere”, ecco che papa Francesco, per la prima Enciclica interamente ascrivibile alla sua paternità, sceglie come tematica l’ecologia o, meglio, come recita il sottotitolo, la “cura della casa comune” e su questo aspetto così cogente oggi intende “entrare in dialogo con tutti”.
Non è casuale né semplice debito da assolvere nei confronti dei suoi predecessori che, volendo esplicitare l’avvio di questa sua sollecitudine, Francesco citi “il santo Papa Giovanni XXIII” e la sua Enciclica Pacem in terris, rivolta esplicitamente non solo al “mondo cattolico” ma anche “a tutti gli uomini di buona volontà”.
[ads2]Si viene così a delineare un parallelo tra la tragica minaccia della guerra all’inizio degli anni sessanta, “mentre il mondo vacillava sull’orlo di una crisi nucleare”, e il “deterioramento globale dell’ambiente” cui stiamo assistendo, “degradazione” già denunciata come “drammatica” e foriera di una possibile “catastrofe ecologica” dal beato papa Paolo VI nella sua Lettera apostolica Octogesima adveniens del 1971.
Ci troviamo cioè di fronte – ci suggerisce papa Francesco – a una minaccia per l’umanità paragonabile alla catastrofe nucleare: per questo il suo monito risuona particolarmente accorato e urgente.