Enzo Bianchi – Ogni cosa alla sua stagione

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Dala trasmissione del 4 dicembre 2010 di Uomini e Profeti (radio Rai 3)

Quella di oggi sarà una sorta di meditazione sul tempo. Con Enzo Bianchi, nostro ospite, un percorso all’indietro nella memoria, per cercare di rispondere alla domanda: che cosa rende un uomo quello che è? Attraverso la narrazione del suo ultimo libro, Ogni cosa alla sua stagione, ripercorriamo con lui il senso dei paesaggi contadini, la vita dura e semplice di un tempo, le tenaci amicizie dell’infanzia, gli uomini e donne che gli hanno permesso di “imparare a vivere”, una religiosità scarna ma risoluta. Sottesa alla narrazione autobiografica, un’altra linea, più nascosta, ma fermamente presente, che ci fa capire che cosa significa vivere per un monaco, e in definitiva, che cosa significa vivere per un cristiano. Forse, alla fine, nient’altro che rispondere con pienezza alle prove che incontriamo, rispondere al compito di umanità a cui siamo chiamati. Enzo Bianchi ci propone  un viaggio che si apre e si chiude dentro la sua cella di monaco, ma che sa spaziare per il mondo e attraversare gli angoli della vita.

Il libro

“Ora che avverto quotidianamente l’incedere della vecchiaia, la memoria mi riporta sovente ai luoghi in cui ho vissuto…” dice Enzo Bianchi che parte con cuore, testa e memoria, alla ricerca di tutti i luoghi che hanno suscitato in lui affetti e sentimenti, dove ha trascorso l’infanzia o che ha raggiunto viaggiando. E noi partiamo con lui. Quelli che visitiamo sono angoli di mondo ma anche luoghi della vita e dell’anima. Sono il Monferrato con le sue colline, i “bric”, il paese con la sua comunità, le usanze, i proverbi, l’esistenza grama, la fatica e i momenti di forte e gratuita solidarietà. Sono la cella del monaco, un luogo da dove osservare il mondo, dove diventare consapevoli delle gioie e delle sofferenze e dove prendono forma le parole con cui narrare qualcosa della vita. Un luogo in cui si ripropone sovente la domanda: che ne è di noi? Perché questo viaggio, naturalmente, è anche un viaggio nel tempo, un viaggio nella vita che scorre, nei giorni di un uomo e in quelli delle stagioni. Sono i giorni del focolare, passati a tavola conversando insieme ai famigliari e all’ospite, gustando il cibo preparato con cura e bevendo il vino che celebra e festeggia. Ma sono anche le vacanze di Natale, quando i bambini aspettavano la festa preparando il presepe e la sera della vigilia il grande ceppo, elsùc ‘d Nadàl, ardeva nel camino. Sono tutti giorni che attraversano il tempo e fanno parte del nostro vivere: alcuni ci fanno soffrire, altri ci rallegrano e ancora ci stupiscono.

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