Dono, perdono, compassione: tre parole che possono apparire svuotare, se non addirittura false, prive di spessore e di incidenza sulla vita reale delle persone se non vengono rianimate, ricontestualizzandole nel solco delle tradizioni in cui nascono, e ponendole in tensione con il contesto del mondo contemporaneo. Questo il lavoro compiuto da Enzo Bianchi, in un suo lavoro recente, e che ripropone oggi a Uomini e Profeti, partendo dalle “perversioni” che ciascuna di queste parole può contribuire a mascherare, e cercando invece di riscoprirne l’autentico vigore. Si scoprirà allora che il “dono” implica una dinamica di libertà e di desiderio che può innescare comportamenti positivi anche nel tessuto sociale. Che il “perdono” non significa dimenticare il male subito, ma avviarlo a guarigione. Che la “compassione” non è un sentimento pietoso, ma un modo di condividere la comune debolezza degli esseri umani. Da strumenti della relazione individuale possono così diventare vie percorribili anche nel tessuto malato della nostra società.
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Suggerimenti di lettura
- Enzo Bianchi, Dono e perdono, Einaudi 2014
- Antonio Prete, Compassione. Storia di un sentimento, Bollati Boringhieri 2013