Gesรน, tentato come noi
Il peccato degli altri ci scandalizza, ci turba, ci invita alla denuncia e anche questo ci impedisce di avere uno sguardo autentico e reale su noi stessi. Ciรฒ che vediamo negli altri come โtraveโ, lo sentiamo in noi come pagliuzza; ciรฒ che condanniamo negli altri, lo scusiamo in noi stessi. Allora meritiamo il giudizio di Gesรน: โIpocrita!โ.Gesรน ha subito queste tentazioni in quanto uomo come noi; ha veramente vissuto questi abissi, imparando cosรฌ ad aderire alla realtร . Dopo questa prova del deserto, Gesรน ormai sa come svolgere la missione e come portare a termine la sua vocazione, con la forza dello Spirito santo. Questa perรฒ non รจ per Gesรน una vittoria definitiva: il diavolo tornerร a tentarlo, fino alla fine. Ma egli sarร sempre vincitore, uguale in tutto a noi eccetto che nel peccato: per questo trionferร sulla morte e, quale Risorto, vivrร per sempre quale Signore del mondo.
ร la prima domenica del tempo di Quaresima, tempo severo ma โfavorevoleโ (2Cor 6,2) per il cristiano: soprattutto, tempo di lotta contro le tentazioni. Per questo la chiesa allโinizio di questo tempo ci offre sempre il racconto delle tentazioni di Gesรน nel deserto, tentazioni che secondo Luca saranno sempre presenti nella sua vita, fino alla fine (cf. Lc 23,35-39). Anche Gesรน sapeva che sta scritto: โFiglio, se vuoi servire il Signore, preparati alla tentazioneโ (Sir 2,1).
Gesรน era stato immerso nel Giordano dal suo maestro Giovanni il Battista, e durante quellโimmersione lo Spirito santo era sceso su di lui dal cielo aperto, mentre la voce del Padre gli diceva: โTu sei il mio Figlio, lโamato: in te ho posto il mio compiacimentoโ (Lc 3,22). ร stato lโevento che ha cambiato la vita di Gesรน, le ha dato una nuova forma, perchรฉ da quel momento egli non รจ piรน solo il discepolo del Battista, ma รจ unto come profeta, ripieno dello Spirito. Per questo lascia Giovanni e gli altri membri della comunitร e si allontana dal Giordano, inoltrandosi nel deserto di Giuda. Proprio lo Spirito che รจ sceso su di lui lo spinge a questo ritiro, alla solitudine, per pensare innanzitutto alla missione che lo attende. Lo Spirito lo ha abilitato, lo ha spinto con forza verso questa nuova forma di vita, che vedrร Gesรน quale predicatore e profeta, ma egli deve fare opera di discernimento: come attuerร la sua missione? Con quale stile realizzerร la sua vocazione? Come continuerร a essere in ascolto di Dio, il Padre che lo ha generato (cf. Sal 2,7, che secondo alcuni codici costituisce il contenuto della voce del Padre al battesimo)? Come si opporrร a tutto ciรฒ che contraddice la volontร divina?
- Pubblicitร -
Il ritiro nel deserto รจ dunque necessario: un ritiro di quaranta giorni, lungo, ma con un limite temporale perchรฉ in vista di qualcosโaltro. Gesรน sa che andare nel deserto significa in primo luogo spogliazione di tutto ciรฒ che uno ha; sa che la solitudine รจ dimenticare ciรฒ che uno รจ per gli altri; sa che la penuria di cibo รจ verifica dei propri limiti umani, della propria condizione di fragilitร , dunque di mortalitร . Ma solo nella radicale nuditร lโuomo conosce la veritร profonda di se stesso e del mondo in cui รจ venuto: e in questa spogliazione la prova, la tentazione รจ necessaria, da essa non si puรฒ essere esenti. Giร questo passo di Gesรน indica come egli avesse alla base della sua scelta lโadesione alla realtร , alla condizione umana. Quel tempo di quaranta giorni โ giร vissuto da Mosรจ (cf. Es 24,18; 34,28; Dt 9,9-11.18.25) e da Elia (cf. 1Re 19,8), giร sperimentato nei quarantโanni di Israele nel deserto (cf. Nm 14,33-34; 32,13; Dt 2,7; 8,2-4; 29,4), dopo lโuscita in libertร dallโimmersione nel mar Rosso โ รจ un tempo di prova che implica fatica, rinuncia, scelta.
Luca esemplifica in numero di tre le tentazioni che in realtร per Gesรน devono essere state molte, e con sapienza antropologica le riassume in quelle del mangiare, del possedere, del dominare. Ma mettiamoci in ascolto puntuale del testo. โGesรน non mangiรฒ nulla per quaranta giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: โSe tu sei Figlio di Dio, diโ a questa pietra che diventi paneโโ. Gesรน ha fame, e nel bisogno ecco sorgere la tentazione: sottrarsi alla condizione umana e ricorrere al miracolo, misconoscendo la propria realtร di essere umano. Se sperimento un bisogno impellente, una pulsione forte, quella della fame che morde lo stomaco e provoca le vertigini, come uscirne? Facendo qualsiasi cosa pur di sfuggire al bisogno, si sarebbe tentati di rispondere: una tentazione tanto piรน forte, quanto piรน imperioso รจ il bisogno. Ma Gesรน ha digiunato liberamente, non costretto, volendo imparare a dire dei no, a fare una rinuncia. Certamente la tentazione del cibo รจ unica per Gesรน, uomo come noi ma in una vocazione e missione uniche ricevute da Dio, che lo ha appena proclamato suo Figlio amato. Se Gesรน puรฒ partecipare alla potenza di Dio, perchรฉ non ricorrere al miracolo, mutando un sasso del deserto in pane, e cosรฌ potersi saziare? Con quel miracolo, perรฒ, rinuncerebbe a ciรฒ che ha scelto divenendo uomo: spogliarsi degli attributi della sua divinitร , condizione che condivideva quale Figlio di Dio, per essere radicalmente in tutto un uomo, un terrestre come ciascuno di noi (cf. Fil 2,6-8). La tentazione รจ dunque quella di dimenticare lโumanizzazione scelta, di rinunciarvi, e di usare la potenza di Dio per saziare la fame e riempire lโestrema spogliazione. Ma Gesรน resiste, perchรฉ conosce la parola: โNon di solo pane vivrร lโuomoโ (Dt 8,3a). Sรฌ lโuomo non รจ solo fame di pane, ma anche โ come evidenzia il parallelo matteano che cita per intero il passo del Deuteronomio โ โdi ogni parola che esce dalla bocca di Dioโ (Dt 8,3b; Mt 4,4). E non si dimentichi: Gesรน moltiplicherร il pane per le folle affamate, per gli altri, mai per sรฉ (cf. Lc 9,12-17)!
Nella seconda tentazione Gesรน vede dallโalto tutti i regni della terra, la loro gloria (dรณxa), la loro ricchezza, la loro arroganza, la loro scena mondana.
Tutta questa ricchezza puรฒ essere a sua disposizione, tutto questo potere (exousรญa) che รจ dominio sugli umani e sulla terra puรฒ essere da lui esercitato, a una sola condizione: che Gesรน adori la ricchezza e il potere, personificati dal diavolo. Se Gesรน si sottometterร agli idoli della ricchezza e del potere, questi in cambio saranno nelle sue mani, come strumenti per la sua missione, come garanzia di efficacia: egli riuscirร , riuscirร , in โunโinarrestabile ascesaโ (Sal 49,19)โฆ Ma anche di fronte a questa pulsione che abita tutti gli umani Gesรน sa dire no. ร venuto per servire non per dominare (cf. Mc 10,45; Mt 20,28), รจ venuto nella povertร , non nella ricchezza (cf. 2Cor 8,9). Ciรฒ non solo non faciliterร la sua missione, ma ne segnerร visibilmente il fallimento secondo lโevidenza mondana; Gesรน, perรฒ, non pensa alla sua missione come a una conquista, a un grande raduno di credenti su cui dominare. Per questo รจ libero di rispondere, citando ancora la Torร : โIl Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai cultoโ (Dt 6,13). Ma qui il diavolo fa anche una rivelazione: a lui sono stati consegnati il potere e la gloria di questo mondo ed egli li puรฒ dare a chi vuole, a una condizione: diventare suoi ministri. Dunque, chi ha potere e gloria mondani, lo sappia o no, รจ un ministro del diavolo!
Segue poi la tentazione piรน alta, per questo lโultima, la grande tentazione che per pudore non spiego pienamente ma alla quale solo alludo. Non รจ solo la tentazione di mettere Dio alla prova, forzandogli la mano, ma รจ anche la tentazione della โnientitร โ. Dal punto piรน alto della costruzione religiosa per eccellenza, il tempio, Gesรน vede sotto di sรฉ lโabisso, che รจ anche il nulla, il vuoto, perchรฉ la ragione ci dice che nellโabisso non cโรจ niente, neanche Dio, ma si รจ abbandonati per sempre, come se non si fosse mai nati: lโabisso dร le vertiginiโฆ Cosa deve fare Gesรน davanti a questo buco nero? Gettarsi giรน, costringendo il Dio che lo ha dichiarato Figlio a fare il miracolo, cioรจ inviando angeli a salvarlo per impedirgli la caduta, come lo tenta il diavolo citando la Scrittura (cf. Sal 91,11-12)? Oppure accettare la sua situazione, quella di chi vede il fallimento, il vuoto, ma resta fedele a Dio e non lo tenta, non lo provoca (cf. Dt 6,16)? Sรฌ, questa รจ la tentazione delle tentazioni, giร provata da Israele nel deserto quando, di fronte alle difficoltร , alle contraddizioni e allโapparente smentita delle promesse di Dio, si domandava sgomento: โIl Signore รจ in mezzo a noi sรฌ o no?โ (Es 17,7). Ciรฒ avviene anche nei nostri cuori, quando il sentimento del fallimento dellโintera nostra vita ci coglie, ci sorprende e ci confonde, fino a farci dire dentro di noi: โร stato tutto un inganno! Dio non cโera nei nostri inizi, oppure, Dio ci ha abbandonato!โ.
Questa รจ la tentazione che vuole contraddire la fede, la fiducia posta in Dio: non bestemmiandolo, non litigando con lui, ma semplicemente negandolo, cioรจ estromettendolo dal proprio orizzonte e dalla vita.
Gesรน ha subito queste tentazioni in quanto uomo come noi. Non ci ha dato una finzione esemplare, ma ha veramente vissuto questi abissi, imparando cosรฌ ad aderire alla realtร : โPur essendo Figlio, imparรฒ lโobbedienza dalle cose che patรฌโ (Eb 5,8). Dopo questa prova del deserto, Gesรน ormai sa come svolgere la missione e come portare a termine la sua vocazione, consapevole che lo Spirito santo รจ con lui e che della forza dello Spirito รจ ripieno. Questa perรฒ non รจ per Gesรน una vittoria definitiva: il diavolo tornerร a tentarlo, โal momento fissatoโ, cercando sempre di renderlo diviso, in modo che la sua volontร sia in contraddizione con la volontร del Padre. Ma Gesรน realizzerร sempre la parola di Dio e sarร sempre vincitore su ogni tentazione! Uguale a noi in tutto, eccetto che nel peccato (cf. Eb 2,17; 4,15): per questo trionferร sulla morte e, quale Risorto, vivrร per sempre quale Signore del mondo.
- Pubblicitร -
Per gentile concessione dal blog di Enzo Bianchi.