Realtร nascoste agli intellettuali ma rivelate ai piccoli
Dopo il discorso missionario rivolto da Gesรน ai discepoli (cf. Mt 10), nel vangelo secondo Matteo leggiamo una sezione narrativa che ci testimonia lโesistenza intorno a Gesรน stesso di un clima di tensione e di contraddizioni alla sua persona (cf. Mt 11-12).
Dalla prigione Giovanni il Battista manda i suoi discepoli a chiedergli: โSei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?โ (Mt 11,3). Domanda che esprime non una mancanza di fede ma un dubbio al quale Gesรน risponde rinnovando la fede di Giovanni, percependo perรฒ anche che di fronte alla propria parola e al proprio stile vi รจ chi si interroga. Nel frattempo Gesรน conosce anche il rifiuto da parte di coloro ai quali si sentiva inviato come porta-parola di Dio e si chiede come mai quella generazione che ha rifiutato Giovanni, asceta rigorista, rifiuta anche lui, che invece ha mostrato un volto misericordioso, accogliente e solidale verso i peccatori (cf. Mt 11,16-19). Proprio le cittร in cui Gesรน aveva fatti azioni prodigiose, come Corazin e Betsaida, le โsue cittร โ, da lui evangelizzate, non hanno dato segni di conversione (cf. Mt 11,20-24)โฆ
Il contesto รจ dunque pesante, รจ unโora di prova nel ministero di Gesรน, unโora in cui sono possibili, anzi quasi fisiologici, lo scoramento e il senso di fallimento. Ma Matteo sottolinea che proprio โin quel tempoโ (en ekeรญno tรด kairรด), in quellโora di โcrisiโ, Gesรน fa sgorgare dal suo cuore un inno di lode gioiosa e convinta a Dio: โRiconosco, o Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai saggi e agli intellettuali e le hai rivelate ai piccoli. Sรฌ, o Padre, perchรฉ questa รจ stata cosa gradita davanti a teโ. Non un lamento si alza da Gesรน verso Dio, ma una confessione che รจ lode e benedizione. Gesรน si rivolge a Dio con una confidenza unica: lo chiama โPadreโ, in aramaico โAbbaโ, perchรฉ in questo nome sono racchiusi per Gesรน la tenerezza, lโamore e la misericordia. Dio รจ Creatore e Signore del cielo e della terra, รจ lโAltissimo, ma il credente lo riconosce in una relazione di intimitร paterna, carica di sentimenti dโamore. Per questo Dio lo si adora come Signore, lo si invoca e si parla a lui come a un Padre.
Cosรฌ Gesรน lo invoca e confessa la sua fede in lui: โPadre, proclamo la tua lode, riconosco la tua volontร e il tuo operare: ciรฒ che hai nascosto a quanti erano convinti di meritarlo, lo ha rivelato ai piccoli che non vantavano alcun meritoโ. Certamente qui il linguaggio di Gesรน, che risente dello stile semitico, va decodificato. Sembrerebbe infatti che Dio nasconda arbitrariamente qualcosa, la veritร profonda, a saggi e intellettuali, mentre si riservi di comunicarla solo ai piccoli, ai poveri e agli ultimi. Come se ci fosse nelle parole di Gesรน una condanna dellโintelligenza e unโesaltazione dellโignoranzaโฆ No!
Conosciamo bene i semitismi, espressioni linguistiche secondo le quali ciรฒ che accade ha sempre come soggetto Dio, perchรฉ si esprime in modo forte e diretto lโazione di Dio, senza considerare la dinamica nel suo svolgimento. ร la stessa dinamica presente nel libro dellโEsodo: โIl Signore indurรฌ il cuore del faraone, il quale non lasciรฒ partire i figli dโIsraeleโ (Es 10,20). Come dobbiamo comprendere tali parole? Dio inviรฒ la sua parola di salvezza al faraone, attraverso i suoi messaggeri, ma egli la rifiutรฒ, sicchรฉ il risultato fu lโindurimento del suo cuore. ร il faraone, con la sua responsabilitร di aver rifiutato la parola di Dio, che indurisce il suo cuore nella piena libertร e responsabilitร personale. Allo stesso modo, il nostro brano evangelico non va inteso nel senso che Dio precluda la rivelazione ai saggi e agli intellettuali di questo mondo; attraverso Gesรน Dio si rivolge a costoro, ma essi non accolgono la sua parola e cosรฌ facendo induriscono orecchi e cuore. Ecco come avviene il nascondimento delle cose di Dio.
Non siamo forse anche noi testimoni di queste realtร ? Proprio quelli che sono saggi, che mondanamente hanno acquisito saggezza, proprio quelli che sono esercitati intellettualmente e raggiungono unโalta qualitร di conoscenza mondana della realtร , non sono poi capaci di aprirsi alla buona notizia del Vangelo e di accoglierla. LโApostolo Paolo ha visto e sperimentato questo stesso scacco del Vangelo quando ha predicato di fronte ai saggi e agli intellettuali di questo mondo, come testimonia nella Prima lettera ai Corinzi: โLa parola della croce รจ stoltezza per quelli che si perdono, ma per quelli che sono salvati รจ potenza di Dio โฆ Dovโรจ il saggio? Dovโรจ lโintellettuale? Dovโรจ il sottile ragionatore di questo mondo?โ (1Cor 1,18.20). Il risultato della predicazione del Vangelo รจ folle! Aderiscono a esso i poveri, gli ultimi, le vittime e gli scarti della societร , quelli che non contano, mentre rigettano questo dono i saggi, gli intellettuali, i nobili, le รฉlites e quelli che contano, โgli รกrchontes di questo mondoโ (1Cor 2,8).
โSรฌ, Padre, cosรฌ hai voluto nella tua bontร โ. Colui che guarda allโumiltร dei suoi servi, che scruta e discerne chi รจ piccolo, che conosce il cuore di chi nella sua povertร spera solo nel Signore, ha voluto che il velo che nasconde molte cose riguardanti il Salvatore e la salvezza fosse alzato (ri-velazione) per i piccoli. Guardando a queste persone, Gesรน le aveva dette beate (cf. Mt 5,1-12), sempre le aveva incontrate e accolte, sempre aveva potenziato la loro fiducia e libertร , e questa era la sua esperienza: questi piccoli hanno creduto, minoranza benedetta in mezzo a tanti indifferenti e ad altri ostili a Gesรน e al suo Vangelo. ร paradossale, eppure cosรฌ avviene quando il Vangelo รจ annunciato e giunge agli uomini e alle donne!
Ma cosa sono โqueste coseโ che Dio ha nascosto ai saggi e rivelato ai piccoli? Essenzialmente la rivelazione che Gesรน รจ colui che racconta e narra Dio (cf. Gv 1,18); e, insieme, la rivelazione da parte del Padre di Gesรน, il Figlio, al credente. Su tale veritร Gesรน tornerร ancora nel vangelo secondo Matteo: โA voi รจ stata data la conoscenza dei misteri del regno dei cieli, a voi piccoli, poveri e umili, a voi discepoliโ (cf. Mt 13,11). La missione di Gesรน, e di conseguenza quella del discepolo, dellโinviato, puรฒ avvenire solo cosรฌ: nel fallimento e nel successo si scoprono le intenzioni piรน profonde con cui Dio affida una missione al discepolo stesso.
Ed eccoci davanti alla grande rivelazione, che qualcuno ha definito โun bolide giovanneoโ caduto in Matteo. Senza proiettare su queste parole nozioni teologiche che la chiesa ha saputo formulare piรน tardi, con lโaiuto dello Spirito santo, cerchiamo di comprendere questa autorivelazione di Gesรน nella sua luminosa semplicitร : โTutto mi รจ stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrร rivelarloโ. A Gesรน รจ stato dato tutto perchรฉ รจ il Figlio del Padre, colui che il Padre solo conosce, fino a poter dire di lui: โTu sei il mio Figlio, lโamatoโ (cf. Mt 3,17; 17,5). Ma anche Gesรน solo conosce pienamente il Padre, Dio, perchรฉ da lui รจ venuto nel mondo, e solo Gesรน puรฒ far conoscere Dio al suo discepolo, perchรฉ nessuno va al Padre se non attraverso di lui (cf. Gv 14,6). Ecco la rivelazione dellโidentitร di Gesรน, del suo rapporto con Dio, della conoscenza di Dio da parte del discepolo. Siamo al vertice della rivelazione divina di Gesรน secondo il primo vangelo. Questo il mistero consegnato al discepolo, mistero da adorare, da accogliere in silenzio, da viversi quotidianamente nella fedele sequela di Gesรน che ci porta al Padreโฆ
Per questo proprio in quellโora Gesรน si rivolge allโuditorio con un invito: โVenite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darรฒ riposo. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, โe troverete riposo per la vostra vitaโ (Ger 6,16). Il mio giogo infatti รจ dolce e il mio carico leggeroโ. Gesรน chiama a sรฉ quelli che cercano Dio, desiderano vedere il suo volto, vogliono avere comunione con lui, ma sono gravati da precetti umani, intransigenze religiose, rigiditร morali, insegnamenti non traducibili in vitaโฆ Li chiama a sรฉ perchรฉ il suo โgiogoโ รจ dolce, leggero, semplice, e richiede solo di essere accolto con gioia, confidando nellโamore di Dio che รจ sempre preveniente e mai va meritato. Gesรน รจ lโuomo delle beatitudini, proclamate perchรฉ da lui vissute in prima persona: รจ povero e umile, capace di piangere, mite, affamato e assetato di giustizia, puro di cuore, operatore di pace, perseguitato. Per chi si trova in queste condizioni, andare a Gesรน significa trovare comunione, consolazione, intimitร di un maestro che con dolcezza e umiltร accoglie sempre e non esclude nessuno. Chi non riesce a portare i pesi delle leggi, chi riesce solo a dire: โPietร di me, che sono un peccatore!โ (Lc 18,13), puรฒ andare da Gesรน che lo accoglie tra le sue braccia e in lui riposare. Perchรฉ riposare รจ innanzitutto poter dimorare nella quiete tra le braccia di chi ci ama senza riserve.
Cโรจ un giogo costruito dagli esseri umani, che racchiude comandi, precetti, osservanze, intransigenze, e cโรจ il giogo di Gesรน, che รจ accoglienza dellโamore, della misericordia di Dio, dellโamore di fratelli e sorelle. Il giogo di Gesรน non รจ senza fatiche: ma altro รจ faticare in quanto obbligati da precetti, altro รจ faticare per amore e ricevendo amore. Solo i piccoli, perรฒ, capiscono questa rivelazione, oggi come allora.
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Per gentile concessione dal blog di Enzo Bianchi