Enzo Bianchi โ€“ Commento al Vangelo del 9 Aprile 2023

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โ€œGesรน apparve prima alle donne discepoleโ€ฆโ€

In questo giorno, il primo dopo il sabato, inizio di una nuova settimana, in veritร  inizia un nuovo tempo, il tempo della vittoria dellโ€™amore sulla morte, un tempo che durerร  fino alla fine del mondo (cf. Mt 28,20). รˆ il tempo in cui Gesรน, il Signore vivente, โ€œvieneโ€ per incontrare gli uomini e le donne che cercano di dare un senso alla loro vita; รจ il tempo in cui i discepoli e le discepole di Gesรน, senza averlo visto, convinti che egli รจ vivente, cercano di seguirlo e di conformare la loro vita quotidiana alla sua vita umanissima (cf. 1Pt 1,8-9). Questo giorno che segna una svolta nella storia รจ la Pasqua del Signore, il Giorno del Signore!

Che cosa รจ accaduto nella storia, allโ€™alba di quel 9 aprile dellโ€™anno 30 della nostra era, il terzo giorno dopo la crocifissione e la morte di Gesรน? Tutti i vangeli ci danno una testimonianza concorde: la tomba nella quale Gesรน era stato sepolto viene trovata vuota. Ma seguiamo il racconto di Matteo, come ci chiede la liturgia della grande e santissima veglia pasquale. Passato il sabato, allโ€™albeggiare del primo giorno della settimana, le donne discepole che erano state testimoni della morte di Gesรน in croce (cf. Mt 27,55-56) e avevano accompagnato il suo seppellimento da parte di Giuseppe di Arimatea (cf. Mt 27,61) vengono alla tomba di Gesรน. Perchรฉ? Matteo dice che lo fanno per โ€œcontemplareโ€ (verbo theorรฉo) il sepolcro, mentre Marco e Luca per ungerlo (cf. Mc 16,1; Lc 24,1). Il loro affetto fedele le spinge a tornare dove Gesรน รจ stato deposto, al suo corpo, perchรฉ queste donne continuano a essere attratte dal loro maestro e profeta, seguito a caro prezzo fino alla fine. Sono Maria di Magdala e lโ€™altra Maria, venute a Gerusalemme dalla Galilea con Gesรน.

In quellโ€™inizio del giorno sono assenti i discepoli, quelli che avevano lasciato tutto per seguire il rabbi Gesรน (cf. Mt 4,18-22) ma poi durante la sua passione lo avevano abbandonato per fuggire, tutti, nessuno escluso (cf. Mt 26,56). Anche questa assenza mette in risalto la presenza delle discepole, che nel loro legame perseverante con Gesรน diventano le prime testimoni della sua resurrezione. Non appena queste donne si avvicinano al sepolcro, ecco accadere lโ€™indicibile: avviene una rivelazione da parte di Dio e viene dato alle donne un annuncio che solo Dio poteva dare, annuncio che si impone.

La terra stessa sembra partecipare alla rivelazione, sussultando come in un terremoto, e un messaggero del Signore discende dal cielo, inviato da Dio, con il volto lampeggiante di luce e le vesti risplendenti. Abbiamo qui le immagini veterotestamentarie che tentano di raffigurare il mistero non raccontabile a parole e, insieme, abbiamo la descrizione del timore che sempre coglie chi รจ avvicinato da Dio. Questo messaggero โ€“ solo Matteo narra tale particolare โ€“ scende dal cielo e fa rotolare la grande pietra che chiudeva il sepolcro, sigillata dalle guardie poste a presidio dalle autoritร  religiose (cf. Mt 27,62-66); poi fa di questa pietra un trono, sedendosi gloriosamente sopra di essa. La pietra che chiudeva la tomba, segno della morte implacabile e invitta, viene rimossa dal messaggero, il quale sedendosi su di essa proclama che la morte vinta, che non รจ piรน lโ€™ultima realtร . Egli si impone anche sulle guardie, che โ€œsono scosse e rimangono come morteโ€. 

Il messaggero puรฒ dunque rivolgersi alle donne, dicendo loro: โ€œVoi non abbiate paura! So che cercate Gesรน, il crocifisso. Non รจ qui. รˆ risorto, infatti, come aveva detto; venite, osservate il luogo dove giacevaโ€. Il messaggero innanzitutto le rinfranca e attesta di conoscere la loro ricerca: cercavano Gesรน! Cercavano colui che avevano visto crocifisso tre giorni prima, colui che era morto in croce e sepolto nella tomba da loro visitata. Ma la tomba รจ vuota, รจ questo รจ un segno per passare dallโ€™aporia alla fede. Nel sepolcro vuoto non cโ€™รจ una prova della resurrezione: si sarebbe infatti potuto dire che i discepoli erano venuti a rubare il corpo (cf. Mt 27,64), che Gesรน non era morto ma fuggito; si sarebbero potute addurre altre spiegazioniโ€ฆ Ma ciรฒ che รจ decisivo รจ che allโ€™annuncio: โ€œNon รจ qui. รˆ risortoโ€, il messaggero aggiunga: โ€œcome aveva dettoโ€, mettendo in evidenza che cโ€™erano delle parole dette da Gesรน, che andavano ricordate e credute.

Le donne iniziano cosรฌ il faticoso cammino del ricordare, del rivivere le parole di Gesรน come affidabili, sorgente di fede, di convinzione. In loro nasce la fede: ricordando le parole di Gesรน (dicono Marco e Matteo), ricordando anche le Scritture dellโ€™Antico Testamento, vera profezia (dice Luca), interpretando tutto ciรฒ alla luce della tomba vuota, esse aderiscono alla rivelazione: โ€œGesรน, il crocifisso, รจ risorto!โ€. E non appena le donne giungono a interpretare lโ€™evento accaduto nella storia, lโ€™evento della tomba vuota, subito sentono in loro la spinta, il desiderio, la forza di annunciare lโ€™evento. Devono andare dai discepoli impauriti e chiusi nella loro abitazione a Gerusalemme, per annunciare loro la buona notizia pasquale della resurrezione di Gesรน. E in Galilea avverrร  lโ€™incontro:

dove cโ€™era stata la chiamata,

lโ€™incontro e lโ€™intimitร ,

il coinvolgimento con la vita di Gesรน,

lร  occorreva ritornare, con un cammino che non รจ geografico ma esistenziale. รˆ un riandare allโ€™inizio per ricominciare e dunque trascendere lโ€™ora del rinnegamento, dellโ€™abbandono del Signore, della propria caduta.

Le donne allora corrono, abbandonano in fretta il sepolcro, che per loro non ha piรน alcun significato e, convinte che Gesรน รจ risorto, vanno a portare il Vangelo ai suoi discepoli. Sรฌ, le donne sono state le prime destinatarie dellโ€™annuncio pasquale, sono state inviate a quelli che si dicevano inviati (apรณstoloi) del Signore: questo dato appare ancora oggi non pienamente accettabile dalla cultura ecclesiasticaโ€ฆ Ma in veritร  questo non รจ un particolare da poco, e noi oggi dobbiamo metterne in risalto la peculiaritร : le donne discepole, e non i discepoli, sono i soggetti della prima testimonianza, della prima evangelizzazione pasquale. รˆ un fatto che resta innegabile, che non puรฒ essere tralasciato o ricordato solo superficialmente, ma deve interrogarci oggi ed essere fonte di domande per la cultura cristiana dominante nelle chiese, in tutte le chiese. Quel mattino di Pasqua, quellโ€™inizio della salvezza, ha come protagoniste le donne discepole: i discepoli restano al chiuso, i sacerdoti e gli scribi restano convinti che Gesรน รจ morto e corrompono le guardie perchรฉ attestino il falso, e la gente vive la solita indifferenza che la induce a non porsi domande.

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Matteo ci dice che non solo le discepole hanno annunciato la fede pasquale ai discepoli, ma che hanno anche potuto vedere una manifestazione di Gesรน risorto. Egli viene loro incontro, quasi a ringraziarle per la missione svolta presso i discepoli, e le saluta dicendo: โ€œRallegratevi!โ€ (chaรญrete). Allora si avvicinano a Gesรน e gli stringono i piedi, cioรจ cadono a terra e prostrate gli abbracciano i piedi, constatando che รจ vivente, esprimendogli il loro affetto fedele, rallegrandosi perchรฉ la sua morte non รจ stata un fallimento, ma un passaggio (questo significa il termine โ€œpasquaโ€) a vita nuova, la vita eterna di Dio. Gesรน, in risposta, dร  loro il comando giร  consegnato dal messaggero: โ€œNon abbiate paura; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: lร  mi vedrannoโ€.

Questo comando di andare in Galilea significa per le discepole e i discepoli: โ€œRicostituite la comunitร , dopo la dispersione avvenuta a Gerusalemme. Riprendete il cammino della fede insieme e in quella terra di frontiera tra Israele e i territori delle genti iniziate ad annunciare la buona notizia della resurrezione, perchรฉ questo รจ il fondamento del Vangeloโ€. Su questo evento della resurrezione i discepoli, gli evangelisti e poi tutti i cristiani torneranno a raccontare, a interpretare, celebrando cosรฌ la loro fede fino a oggi. Cristo รจ risorto: questa la nostra speranza, il nostro debito verso lโ€™umanitร  tutta!

Per gentile concessione dal blog di Enzo Bianchi