Una luce seminata nel mondo
Il prologo del vangelo secondo Giovanni รจ un abisso di luce. Possiamo solo metterci in ascolto di alcune parole che ritmano questo canto dossologico. Parole che vogliono aiutarci a comprendere lโindicibile: noi cristiani annunciamo che Dio รจ umano, umanissimo, รจ un Dio che si รจ fatto vedere in Gesรน, uomo mortale, ma capace di dare la vita per gli altri (cf. Gv 10,10; 15,13), uomo fragile e limitato ma capace di vincere le forze del male. In Gesรน Dio si รจ sprofondato nella creazione, come avviene per ogni umano che viene al mondo, vive e muore.
Il prologo del vangelo secondo Giovanni รจ un canto dossologico dellโoperare di Dio nellโuniverso: dalla creazione nellโin-principio (cf. Gen 1,1) alla venuta di Dio stesso nel mondo attraverso il farsi carne umana (sรกrx) della sua Parola (Lรณgos). Questo testo รจ un abisso di luce, una cascata di illuminazioni che fanno segno, che indicano come Dio ha voluto entrare nella storia e diventare uomo tra noi umani. Impossibile farne qui un commento, perciรฒ ci mettiamo solo in ascolto di alcune parole che ritmano questo canto.
Innanzitutto lโevangelista osa immergere il suo sguardo nellโeternitร , tempo-spazio impossibile da comprendere pienamente per noi umani, cosรฌ fragili e di passaggio in questo mondo. Allโinizio, prima dunque della creazione dellโuniverso, la Parola era, esisteva fuori del tempo, da tutta lโeternitร . Era Parola di Dio, era rivolta verso Dio, era Dio stesso. Ma questa vita divina, questa circolaritร di vita in un movimento estatico ha voluto donarsi, ha voluto uscire da se stessa, ed รจ cosรฌ che ha creato lโuniverso. Proprio quella Parola di Dio, uscendo da Dio accompagnata dal Soffio di Dio, da lei inseparabile (cf. Gen 1,2-3) โ come si vede anche dallโanalogia con lโazione umana del parlare, unione inestricabile di soffio e parola โ, ha dato inizio alla creazione, mostrandosi vita e luce capaci di vincere le tenebre: le tenebre, infatti, facevano e fanno resistenza, ma non sono mai riuscite nรฉ mai riusciranno a fermare e a sopraffare questa luce.
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Ma questa uscita, questo esilio della Parola di Dio da Dio stesso non รจ cessato con la creazione, che in realtร non รจ mai terminata. Per unirsi sempre di piรน alla creazione, questa Parola che era la forma data allโadam, allโessere umano, volle diventare la carne umana stessa, un terrestre tratto dalla terra. Cosรฌ รจ entrata nel tempo e ha piantato la sua tenda (skenรฉ) tra di noi in un uomo nato da una donna e dal Soffio divino: Gesรน di Nazaret. La Parola che era fuori del tempo si รจ fatta fragile e mortale, un uomo che si poteva vedere, ascoltare, palpare (cf. 1Gv 1,1). Cโรจ stata come una discesa graduale della Parola da Dio nel mondo (cf. Eb 1,1), attraverso una parola indirizzata ad Abramo, donata a Mosรจ, caduta sui profeti; una Parola che ha preso dimora in Israele come sapienza; una Parola come Presenza, Shekinร di Dio nel Santo dei santi del tempio. Ma in Gesรน questa Parola di Dio non รจ stata solo indirizzata a, residente in, ma รจ divenuta โParola fatta carneโ in lui (cf. Eb 1,2-3). โVenuta la pienezza del tempoโ (Gal 4,4), compiutosi il tempo (cf. Lc 2,6), la Presenza di Dio รจ umana, e Gesรน di Nazaret รจ veramente e totalmente uomo come noi, โfiglio di adamโ (Lc 3,38).
Da quellโora del concepimento di Gesรน nellโutero di Maria, Dio รจ un uomo e un uomo รจ Dio! Cosรฌ avviene lโammirabile scambio (โO admirabile commerciumโ, come canta un antico testo liturgico); cosรฌ รจ avvenuta la rivelazione totale del Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe nella nostra carne; cosรฌ Dio si รจ donato a noi, si รจ dato allโumanitร , si รจ unito alla creazione, perchรฉ lโaveva creata per amore, un amore mai venuto meno, ma sempre rinnovato in tutta la storia. E la vita di Gesรน โ come ha ben compreso il quarto vangelo โ sarร lโesplicitazione di ciรฒ che รจ annunciato qui nel prologo: Gesรน รจ la vita del mondo (cf. Gv 11,25), รจ โla luce del mondoโ (Gv 8,12), รจ il racconto, la rivelazione del Dio che nessuno ha mai visto, come il prologo si conclude.
Ma un Dio che si esilia da stesso per amare chi รจ fuori di lui, un Dio che si mostra mortale, che Dio รจ?, possiamo chiederci. Questo รจ lo scandalo dellโincarnazione, che รจ sempre stata la veritร piรน difficile da credere, in ogni tempo, anche da parte degli stessi cristiani. Cosa non ha fatto i cristiani in questi duemila anni per occultare lโumanitร vera e reale di Gesรน Cristo! Lo hanno privato di una vita umana, lo hanno privato della fede, lo hanno privato dei limiti psicologici, lo hanno svuotato della sua debolezza e della sua morte per renderlo uguale agli dรจi. Gli uomini, cercando Dio come a tentoni ma non arrivando a trovarlo e a conoscerlo (cf. At 17,27), lo hanno fabbricato con i loro desideri e proiezioni; e cosรฌ hanno tentato di fare anche con Gesรน! Se cโรจ una colpa che i cristiani dovrebbero confessare piรน di molte altre รจ il non aver saputo confessare che Gesรน รจ venuto nella carne e con il sangue (cf. 1Gv 5,6-8), รจ venuto โimparando lโobbedienza dalle cose che patรฌโ (cf. Eb 5,8), รจ venuto come lโuomo per eccellenza: โEcce homo!โ (Gv 19,5). โEcco lโuomo!โ รจ la dichiarazione di Pilato, o addirittura di Gesรน stesso, nel momento del dono totale della sua vita, del suo corpo e del suo sangue allโumanitร .
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Potremmo parafrasare le parole dellโApostolo Paolo (cf. 1Cor 1,22-24): โMentre i giudei cercano manifestazioni di un Dio onnipotente e le genti manifestazioni di Dio nei ragionamenti intellettuali, noi predichiamo che Dio รจ umano, umanissimo, รจ un Dio che si รจ fatto vedere in Gesรน, uomo mortale, ma capace di dare la vita per gli altri (cf. Gv 10,10; 15,13), uomo fragile e limitato ma capace di vincere le forze del male. Un uomo che รจ nato dallโutero di una madre, che si รจ fatto peccato assimilandosi ai peccatori (cf. 2Cor 5,21), morto come uno schiavo e un malfattore, sepolto nella terra, disceso agli inferi tra i morti, come ogni figlio di adam: dunque un Dio che si รจ sprofondato nella creazione, come avviene per ogni umano che viene al mondo, vive e muoreโ. Dโaltra parte, Gesรน รจ stato un uomo unico nellโamare gli altri, nel dare se stesso agli altri, nello stare dalla nostra parte davanti a Dio: questa la sua unicitร umana cosรฌ affascinante e, potremmo dire, cosรฌ divinaโฆ
Nella storia la Parola รจ stata lโuomo Gesรน rivolto verso Dio, essendo Dio fattosi uomo, facendosi esegesi (exeghรฉsato: Gv 1,18), narrazione, spiegazione, rivelazione di Dio, perchรฉ ci ha raccontato definitivamente chi รจ Dio: lโamore (cf. 1Gv 4,8.16). Per essere dunque figli e figlie di Dio, dobbiamo soltanto essere uomini e donne a immagine dellโuomo Gesรน, il Figlio di Dio.
Per gentile concessione dal blog di Enzo Bianchi.