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Enzo Bianchi – Commento al Vangelo del 5 Gennaio 2025

Domenica 5 Gennaio 2025 - II DOMENICA DOPO NATALE
Commento al brano del Vangelo di: Gv 1,1-18

Una luce seminata nel mondo

Il prologo del vangelo secondo Giovanni รจ un abisso di luce. Possiamo solo metterci in ascolto di alcune parole che ritmano questo canto dossologico. Parole che vogliono aiutarci a comprendere lโ€™indicibile: noi cristiani annunciamo che Dio รจ umano, umanissimo, รจ un Dio che si รจ fatto vedere in Gesรน, uomo mortale, ma capace di dare la vita per gli altri (cf. Gv 10,10; 15,13), uomo fragile e limitato ma capace di vincere le forze del male. In Gesรน Dio si รจ sprofondato nella creazione, come avviene per ogni umano che viene al mondo, vive e muore.

Il prologo del vangelo secondo Giovanni รจ un canto dossologico dellโ€™operare di Dio nellโ€™universo: dalla creazione nellโ€™in-principio (cf. Gen 1,1) alla venuta di Dio stesso nel mondo attraverso il farsi carne umana (sรกrx) della sua Parola (Lรณgos). Questo testo รจ un abisso di luce, una cascata di illuminazioni che fanno segno, che indicano come Dio ha voluto entrare nella storia e diventare uomo tra noi umani. Impossibile farne qui un commento, perciรฒ ci mettiamo solo in ascolto di alcune parole che ritmano questo canto.

Innanzitutto lโ€™evangelista osa immergere il suo sguardo nellโ€™eternitร , tempo-spazio impossibile da comprendere pienamente per noi umani, cosรฌ fragili e di passaggio in questo mondo. Allโ€™inizio, prima dunque della creazione dellโ€™universo, la Parola era, esisteva fuori del tempo, da tutta lโ€™eternitร . Era Parola di Dio, era rivolta verso Dio, era Dio stesso. Ma questa vita divina, questa circolaritร  di vita in un movimento estatico ha voluto donarsi, ha voluto uscire da se stessa, ed รจ cosรฌ che ha creato lโ€™universo. Proprio quella Parola di Dio, uscendo da Dio accompagnata dal Soffio di Dio, da lei inseparabile (cf. Gen 1,2-3) โ€“ come si vede anche dallโ€™analogia con lโ€™azione umana del parlare, unione inestricabile di soffio e parola โ€“, ha dato inizio alla creazione, mostrandosi vita e luce capaci di vincere le tenebre: le tenebre, infatti, facevano e fanno resistenza, ma non sono mai riuscite nรฉ mai riusciranno a fermare e a sopraffare questa luce.

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Ma questa uscita, questo esilio della Parola di Dio da Dio stesso non รจ cessato con la creazione, che in realtร  non รจ mai terminata. Per unirsi sempre di piรน alla creazione, questa Parola che era la forma data allโ€™adam, allโ€™essere umano, volle diventare la carne umana stessa, un terrestre tratto dalla terra. Cosรฌ รจ entrata nel tempo e ha piantato la sua tenda (skenรฉ) tra di noi in un uomo nato da una donna e dal Soffio divino: Gesรน di Nazaret. La Parola che era fuori del tempo si รจ fatta fragile e mortale, un uomo che si poteva vedere, ascoltare, palpare (cf. 1Gv 1,1). Cโ€™รจ stata come una discesa graduale della Parola da Dio nel mondo (cf. Eb 1,1), attraverso una parola indirizzata ad Abramo, donata a Mosรจ, caduta sui profeti; una Parola che ha preso dimora in Israele come sapienza; una Parola come Presenza, Shekinร  di Dio nel Santo dei santi del tempio. Ma in Gesรน questa Parola di Dio non รจ stata solo indirizzata a, residente in, ma รจ divenuta โ€œParola fatta carneโ€ in lui (cf. Eb 1,2-3). โ€œVenuta la pienezza del tempoโ€ (Gal 4,4), compiutosi il tempo (cf. Lc 2,6), la Presenza di Dio รจ umana, e Gesรน di Nazaret รจ veramente e totalmente uomo come noi, โ€œfiglio di adamโ€ (Lc 3,38).

Da quellโ€™ora del concepimento di Gesรน nellโ€™utero di Maria, Dio รจ un uomo e un uomo รจ Dio! Cosรฌ avviene lโ€™ammirabile scambio (โ€œO admirabile commerciumโ€, come canta un antico testo liturgico); cosรฌ รจ avvenuta la rivelazione totale del Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe nella nostra carne; cosรฌ Dio si รจ donato a noi, si รจ dato allโ€™umanitร , si รจ unito alla creazione, perchรฉ lโ€™aveva creata per amore, un amore mai venuto meno, ma sempre rinnovato in tutta la storia. E la vita di Gesรน โ€“ come ha ben compreso il quarto vangelo โ€“ sarร  lโ€™esplicitazione di ciรฒ che รจ annunciato qui nel prologo: Gesรน รจ la vita del mondo (cf. Gv 11,25), รจ โ€œla luce del mondoโ€ (Gv 8,12), รจ il racconto, la rivelazione del Dio che nessuno ha mai visto, come il prologo si conclude.

Ma un Dio che si esilia da stesso per amare chi รจ fuori di lui, un Dio che si mostra mortale, che Dio รจ?, possiamo chiederci. Questo รจ lo scandalo dellโ€™incarnazione, che รจ sempre stata la veritร  piรน difficile da credere, in ogni tempo, anche da parte degli stessi cristiani. Cosa non ha fatto i cristiani in questi duemila anni per occultare lโ€™umanitร  vera e reale di Gesรน Cristo! Lo hanno privato di una vita umana, lo hanno privato della fede, lo hanno privato dei limiti psicologici, lo hanno svuotato della sua debolezza e della sua morte per renderlo uguale agli dรจi. Gli uomini, cercando Dio come a tentoni ma non arrivando a trovarlo e a conoscerlo (cf. At 17,27), lo hanno fabbricato con i loro desideri e proiezioni; e cosรฌ hanno tentato di fare anche con Gesรน! Se cโ€™รจ una colpa che i cristiani dovrebbero confessare piรน di molte altre รจ il non aver saputo confessare che Gesรน รจ venuto nella carne e con il sangue (cf. 1Gv 5,6-8), รจ venuto โ€œimparando lโ€™obbedienza dalle cose che patรฌโ€ (cf. Eb 5,8), รจ venuto come lโ€™uomo per eccellenza: โ€œEcce homo!โ€ (Gv 19,5). โ€œEcco lโ€™uomo!โ€ รจ la dichiarazione di Pilato, o addirittura di Gesรน stesso, nel momento del dono totale della sua vita, del suo corpo e del suo sangue allโ€™umanitร .

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Potremmo parafrasare le parole dellโ€™Apostolo Paolo (cf. 1Cor 1,22-24): โ€œMentre i giudei cercano manifestazioni di un Dio onnipotente e le genti manifestazioni di Dio nei ragionamenti intellettuali, noi predichiamo che Dio รจ umano, umanissimo, รจ un Dio che si รจ fatto vedere in Gesรน, uomo mortale, ma capace di dare la vita per gli altri (cf. Gv 10,10; 15,13), uomo fragile e limitato ma capace di vincere le forze del male. Un uomo che รจ nato dallโ€™utero di una madre, che si รจ fatto peccato assimilandosi ai peccatori (cf. 2Cor 5,21), morto come uno schiavo e un malfattore, sepolto nella terra, disceso agli inferi tra i morti, come ogni figlio di adam: dunque un Dio che si รจ sprofondato nella creazione, come avviene per ogni umano che viene al mondo, vive e muoreโ€. Dโ€™altra parte, Gesรน รจ stato un uomo unico nellโ€™amare gli altri, nel dare se stesso agli altri, nello stare dalla nostra parte davanti a Dio: questa la sua unicitร  umana cosรฌ affascinante e, potremmo dire, cosรฌ divinaโ€ฆ

Nella storia la Parola รจ stata lโ€™uomo Gesรน rivolto verso Dio, essendo Dio fattosi uomo, facendosi esegesi (exeghรฉsato: Gv 1,18), narrazione, spiegazione, rivelazione di Dio, perchรฉ ci ha raccontato definitivamente chi รจ Dio: lโ€™amore (cf. 1Gv 4,8.16). Per essere dunque figli e figlie di Dio, dobbiamo soltanto essere uomini e donne a immagine dellโ€™uomo Gesรน, il Figlio di Dio.

Per gentile concessione dal blog di Enzo Bianchi.

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