Enzo Bianchi – Commento al Vangelo del 3 Settembre 2023

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Anche Pietro puรฒ diventare satana

Nel brano evangelico di domenica scorsa, che precede immediatamente quello odierno, Pietro rispondeva a Gesรน, che interrogava i suoi discepoli sulla sua identitร , con una confessione di fede: โ€œTu sei il Cristo, il Messia, il Figlio del Dio viventeโ€ (Mt 16,16). Proprio per questa rivelazione ricevuta dal Padre che รจ nei cieli, Simone, il pescatore di Galilea, viene istituito da Gesรน come Roccia (pรฉtra), la prima pietra della costruzione della sua chiesa (cf. Mt 16,18).

Ma ecco lโ€™ordine perentorio di Gesรน di non svelare a nessuno la sua identitร  di Messia e, insieme, lโ€™inizio di una nuova rivelazione. Sta scritto infatti che โ€œda allora Gesรน cominciรฒ (รฉrxato) a mostrare (deiknรฝein) ai suoi discepoliโ€ฆโ€. Non solo a dire, a insegnare, come annotano gli altri sinottici, ma a mostrare, dunque con le parole e il comportamento, che โ€œera necessario (deรฎ) per lui andare a Gerusalemme e patire molte cose (pollรก) da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giornoโ€. Matteo racconta che Gesรน, dopo lโ€™uccisione di Giovanni il Battista (cf. Mt 14,1-12) e le contestazioni e il rifiuto da parte di scribi e farisei (cf. Mt 15,1-20; 16,1-12), si era allontanato dalla Galilea verso le terre del nord, oltre le frontiere della terra santa, ma ora ritorna e decide di iniziare la salita verso Gerusalemme, la cittร  santa, ma che egli conosce anche come โ€œcittร  che uccide i profetiโ€ (Mt 23,37).

Gesรน sente che โ€œรจ necessarioโ€, che โ€œdeveโ€ intraprendere questo viaggio, non perchรฉ un fato lo decida per lui, ma perchรฉ la sua missione lo richiede, anche al prezzo della morte violenta. Questa necessitas รจ innanzitutto umana, inscritta nella storia umana, nelle vicende del mondo: in un mondo ingiusto, il giusto puรฒ solo ricevere rifiuto, persecuzione e persino la morte. Se Gesรน vuole compiere la sua missione in parole e opere secondo la volontร  del Padre suo, se resta coerente con ciรฒ che ha predicato, deve compiere la sua missione anche andando nella cittร  santa, anche affrontando lโ€™odio e il rifiuto dei sacerdoti, degli scribi, degli uomini religiosi muniti di autoritร  e potere nel popolo del Signore. Questa necessitas umana diventa cosรฌ anche necessitas divina. Ma attenzione: non perchรฉ Dio, il Padre di Gesรน che รจ nei cieli, desideri la morte del Figlio, ma perchรฉ vuole che Gesรน lo narri fedelmente come Dio di amore, Dio disarmato e mite, Dio che accetta di essere colpito piuttosto che colpire. Vigiliamo a non proiettare su Dio lโ€™immagine perversa di un Padre che vorrebbe la morte e la sofferenza del Figlio (pollร  patheรฎn). No, avviene cosรฌ perchรฉ รจ una logica insita nel mondo, come aveva letto e profetizzato lโ€™autore del libro della Sapienza, smascherando i ragionamenti degli empi e la loro persecuzione del giusto e povero credente nel Signore, il quale confessa Dio come Padre (cf. Sap 1,16-2,20). 

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Lo ripeto: in un mondo ingiusto, il giusto puรฒ solo conoscere la sofferenza, e Gesรน, da quellโ€™ora immediatamente successiva alla confessione di Pietro, lo mostra. Si noti che Gesรน fa per tre volte questo annuncio durante la salita a Gerusalemme (cf. Mt 16,21; 17,22-23; 20,17-19), dunque con unโ€™insistenza e unโ€™intenzione precise: i discepoli che lo seguono devono comprendere che nella sua vocazione, nella sua identitร  di Messia รจ contenuta tutta la vocazione del Servo del Signore, che conosce sofferenza e morte (cf. Is 52,13-53,12). Lโ€™essenziale dellโ€™annuncio-profezia รจ la necessitas della passione quale sofferenza patita, quale rifiuto da parte dellโ€™autoritร  religiosa legittima, quale morte violenta, esito umanamente fallimentare di una vita e di una missione. Proprio dopo questa fine, perรฒ, vi sarร  la resurrezione dai morti il terzo giorno, come azione del Padre su di lui, il Figlio: resurrezione non come vendetta sulla morte, ma come frutto della passione e della morte. E non vi sono solo parole da parte di Gesรน, ma anche il suo comportamento insegna ai suoi discepoli tale necessitas: vita e parole concorrono nel suo โ€œannunciare la parola apertamente (parrhesรญa)โ€ (cf. Mc 8,32).

Di fronte a questo annuncio, la Roccia della chiesa, Pietro, appena istituito tale e proclamato da Gesรน โ€œbeatoโ€ (cf. Mt 16,17-19), reagisce. Prende con sรฉ Gesรน, quasi in disparte dagli altri discepoli, e comincia a rimproverarlo dicendogli: โ€œ(Dio) ti preservi, Signore! Ciรฒ non ti accadrร  mai!โ€. Pietro invoca Gesรน quale Kรฝrios, Signore, lo riconosce nella sua identitร , ma proprio per questo lo rimprovera ritenendo le sue parole insensate, perchรฉ la passione e la morte non possono accadere al Messia. Non scandalizziamoci delle parole di Pietro: anche Gesรน provava rifiuto e ripugnanza per ciรฒ che lo attendeva e nel Getsemani lo mostrerร  ai discepoli con unโ€™angoscia vissuta visibilmente e con una preghiera al Padre affinchรฉ allontanasse da lui il calice di quella misera fine (cf. Mt 26,36-46)! La sofferenza e la morte, nostra e di chi amiamo, ma anche degli altri, ci fanno male e ci ripugnano. Pietro sta dicendo questo.

Ma per Gesรน quelle parole suonano come una tentazione rinnovata da parte di Satana. Colui che lโ€™aveva tentato nel deserto, offrendogli una via messianica senza croce e senza morte, ma fatta solo di successo e di potere (cf. Mt 4,1-11), si manifesta ora nelle parole del discepolo da lui istituito come Roccia. Per questo Gesรน gli grida: โ€œOpรญso mou, sta alla mia sequela, dietro a me, non prendermi in disparte, non essere un ostacolo sulla mia strada, perchรฉ i tuoi pensieri sono umani, non sono pensieri di Dioโ€. Ecco perchรฉ la Roccia puรฒ essere chiamato Satana! Nessuna smentita della precedente investitura e della beatitudine rivolta a Pietro, ma un chiaro avvertimento: anche alla Roccia รจ possibile finire per ragionare mondanamente ed essere un ostacolo sulla via del Signore.

E affinchรฉ questo โ€œmostrareโ€ laย necessitas passionisย sia una parola definitiva, a questo punto Gesรน, secondo Marco, chiama addirittura a sรฉ la folla (cf. Mc 8,34), e secondo Matteo dice ai discepoli: โ€œSe qualcuno vuole venire dietro a me (opรญso mou), smetta di conoscere solo se stesso, prenda la sua croce e mi seguaโ€. Ecco come il discepolato si precisa per tutti: non รจ solo seguire un maestro sapiente e autorevole, non รจ solo seguire un profeta capace di compiere miracoli, ma significa essere coinvolti con la vita di Gesรน, significa rinunciare a conoscere e affermare se stessi, significa prendere la propria croce, lo strumento della morte dellโ€™uomo mondano, dellโ€™โ€œuomo vecchioโ€ (Rm 6,6; Ef 4,22; Col 3,9), e seguire Gesรน ovunque egli vada (cf. Ap 14,4).

Discepolato a caro prezzo! Discepolato che non rende esenti dallo scandalo, dalla prova, dalla sofferenza. Discepolato che pone dalla parte di Gesรน, il Servo sofferente, e dalla parte di tutti quelli che soffrono in questo mondo. Sรฌ, beati i poveri, i miti, quelli che piangono, quelli che sono perseguitati (cf. Mt 5,1-12)โ€ฆ La perdita di sรฉ, del sรฉ mondano, รจ necessaria perchรฉ possa emergere il proprio autentico sรฉ, quello che si trova in Cristo Gesรน. I cristiani, e soprattutto i pastori della chiesa, che proclamano la vera identitร  di Gesรน quale Figlio del Dio vivente, non dimentichino, non occultino mai il crocifisso. Infatti, la gloria di ogni cristiano sta tutta in quel prendere la propria croce e seguire il suo Signore nella passione, morte e resurrezione.

Ecco allora, di seguito, alcune sentenze di Gesรน imperniate sulla parola โ€œvitaโ€. La vita รจ innanzitutto non quella che uno cerca di conservare a ogni costo, seguendo lโ€™impulso a vivere anche senza e contro gli altri, in una logica di autoconservazione, logica che non riconosce la dinamica del dono di sรฉ a Dio e agli altri. Al contrario, si puรฒ addirittura spendere la vita fino a perderla nel darla, e in questo caso la si ritrova nella potenza della resurrezione che Dio opera come parola ultima e intima sulle nostre vite.

La vita vera, inoltre, non significa guadagnare il mondo, non si identifica con lโ€™avere, con il possedere, perchรฉ nessuno puรฒ pagare a Dio la propria redenzione e salvare la propria vita (cf. Sal 49,8-9). Questa veritร  sarร  manifesta quando verrร  il Figlio dellโ€™uomo nella gloria del Padre, con tutti i suoi angeli, in quello che sarร  โ€œil giorno del Signoreโ€, annunciato dai profeti e confermato da Gesรน come giorno del Figlio dellโ€™uomo (cf. Mt 24,44; 25,31). Allora, mediante un giudizio ultimo e definitivo, apparirร  la veritร  della vita di ciascuno di noi e ognuno riceverร  da Dio un giudizio conforme a ciรฒ che avrร  vissuto e operato sulla terra. Allโ€™orizzonte ultimo della storia sta dunque per tutti noi la venuta nella gloria di Cristo, Figlio dellโ€™uomo e Figlio del Dio vivente, colui che รจ stato crocifisso ed รจ stato risuscitato il terzo giorno.

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E se noi abbiamo tentato di seguire Gesรน, ma come Pietro, la Roccia, di fronte alla persecuzione abbiamo riconosciuto solo noi stessi, fino a dire di Gesรน: โ€œNon lo conoscoโ€ (cf. Mt 26,69-75), nel pentimento conosceremo lo sguardo misericordioso di Gesรน. Come รจ accaduto a Pietro (cf. Lc 22,61-62)!

Per gentile concessione dal blog di Enzo Bianchi